Suor Gramick sulla benedizione delle coppie dello stesso sesso: “I cambiamenti giungono molto lentamente, ma inevitabilmente”.
Articolo di Sarah Mac Donald* pubblicato sul sito del bisettimanale progressista National Catholic Reporter (Stati Uniti) il 26 aprile 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Secondo una delle personalità pioniere della cura pastorale cattolica a gay e lesbiche, la Chiesa un giorno ammetterà il matrimonio sacramentale per le coppie dello stesso sesso. Suor Jeannine Gramick, dell’ordine delle Suore di Loreto ai piedi della Croce, che nel 1971 ha fondato, assieme al padre salvatoriano Robert Nugent, il gruppo New Ways Ministry, che si occupa dei diritti LGBT nella Chiesa, prevede anche che la dottrina corrente sull’omosessualità verrà modificata: “Non so se sarò ancora viva quando accadrà, ma so che accadrà” ha detto suor Jeannine, che compirà ottant’anni il prossimo agosto.
La religiosa, in una conversazione tenuta a Dublino con Ursula Halligan, ex corrispondente televisiva e ora portavoce del gruppo laicale riformista Noi Siamo Chiesa Irlanda, ha affermato che chi crede che la Chiesa debba cambiare deve uscire allo scoperto e spiegare i motivi per cui la dottrina corrente è errata.
Suor Jeannine ha parlato delle benedizioni di coppie omosessuali che stanno già avvenendo, per esempio, in Germania e Svizzera, ma anche negli Stati Uniti, anche se in quest’ultimo caso non sono state rese pubbliche, e ha sottolineato il fatto che la dottrina cattolica si è modificata nel tempo, e che gli esperti di teologia sacramentale stanno esaminando la questione.
“I cambiamenti giungono molto lentamente, ma inevitabilmente. I cambiamenti ci saranno sempre. Amo questa frase del cardinale Newman: ‘Vivere significa cambiare, ed essere perfetti significa essere cambiati spesso’. Questo mi dà una grande speranza, perché so che tutti dobbiamo cambiare. Penso che dobbiate davvero avere pazienza, anche se a volte è dura” ha detto la religiosa nell’intervista rilasciata a Noi Siamo Chiesa Irlanda.
Lo scorso anno papa Francesco ha indirizzato due lettere a New Ways Ministry, nelle quali ha ringraziato l’associazione per il suo impegno a favore della comunità LGBTQ, facendo riferimento a suor Jeannine come a una “donna coraggiosa” che ha sofferto molto a causa del suo ministero, e parlando dei suoi anni di prossimità, compassione e tenerezza nei confronti della comunità LGBTQ come azioni compiute “nello stile di Dio”.
La lettera rappresenta un cambiamento significativo nel trattamento riservato dalla gerarchia a suor Jeannine. Nel maggio 1999 la Congregazione per la Dottrina della Fede, a firma del cardinale Joseph Ratzinger, proibì a suor Jeannine e a padre Nugent l’opera pastorale a favore delle persone omosessuali, a motivo delle “ambiguità” e degli “errori” del loro approccio.
A Dublino la religiosa ha descritto il dolore da lei provato a causa del Vaticano e di Ratzinger: vennero esercitate pressioni sulle sue superiore non solo per interrompere la sua opera, ma anche per impedirle di rivelare quanto accadutole.
Questo la gettò nella depressione, ma decise che non sarebbe stata “né compiacente, né complice di questo ostruzionismo”, e che avrebbe anzi “alzato ancora di più la voce”. Fu però costretta a trasferirsi dall’ordine delle Suore scolastiche di Nostra Signora ad un altro ordine, e una volta arrivata tra le Suore di Loreto ai piedi della Croce, queste ultime cominciarono a ricevere lettere che ordinavano alle superiore di persuaderla a starsene zitta, e di cacciarla se avesse insistito.
Sebbene suor Jeannine abbia speso molte parole di lode per Francesco, ammette però di essere rimasta delusa quando l’anno scorso ha approvato un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede secondo cui Dio non può benedire le unioni omosessuali: qualcuno le ha detto che Francesco ha firmato il documento senza essere pienamente cosciente di ciò che significasse.
La religiosa ha firmato la prefazione di un libro da poco uscito, intitolato Nella giustizia e nella tenerezza. Storie sacre di religiose lesbiche e queer, un’antologia di storie di ventitré suore che hanno abbracciato la propria identità sessuale lesbica o queer: un argomento “di cui mai si è parlato”.
La dottrina cattolica a proposito dell’omosessualità ha costituito “un danno per le religiose”, perché le ha convinte “di non essere persone buone”: “Se sei lesbica o gay, agli occhi della Chiesa sei un cittadino di serie B. Penso che l’importanza del libro stia nel fatto che stiamo cominciando ad apprezzare e a dare valore e rispetto alle nostre consorelle lesbiche, perché sono devote, amano il loro ministero, amano essere al servizio degli altri. La loro sessualità è importante per loro, ma incide molto poco sul loro ministero, in quanto la loro vocazione primaria consiste nell’essere al servizio degli altri”.
Quando le è stato chiesto se ritiene che Francesco sarà il Papa che modificherà il linguaggio e l’atteggiamento della Chiesa nei confronti dell’omosessualità, ha risposto “Non è ancora ora. La fede deve venire dal popolo, e quindi, se nella comunità cattolica ci sono persone e teologi i quali credono che l’etica sessuale tradizionale debba cambiare, devono levare la voce e dirlo. Dobbiamo far capire alla gente cosa deve cambiare, e dobbiamo adoprarci perché la gente cambi atteggiamento”.
* Sarah Mac Donald abita a Dublino ed è una giornalista freelance.
Testo originale: New Ways’ Sr. Jeannine Gramick sees a future for same-sex marriage in Catholic Church