Famiglie cristiane. Avere un figlio o una figlia omosessuale
Testo tratto dal libretto “Faith in our Families”, pubblicato da PFLAG* (Stati Uniti) nel 1997, pp. 3-4, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Esplorazione. Dovete decidere di esaminare la vostra fede e i vostri sentimenti per il/la vostro/a caro/a figlio/a lesbica, gay o transgender. Durante questo processo di autoesplorazione potreste volervi concentrare su due domande:
– La mia fede cosa mi ha insegnato a credere sulle persone lesbiche, gay, bisex e transgender (LGBT)?
– La mia fede cosa mi ha insegnato sull’amore e l’accettazione?
Affrontare queste domande e ciò che ne consegue può essere difficile. Un aiuto spesso può essere utile, come amici o famigliari che possano ascoltare senza giudicare quello che raccontate loro. Molte persone scelgono anche di rivolgersi ad un aiuto tradizionale: i preti e i rappresentanti religiosi. Dato che dipende dall’insegnamento della propria comunità di fede e dai loro leader, comunque, questo alleato “naturale” può non essere in grado di aiutare. Molte denominazioni religiose stanno rivedendo le proprie posizioni sulla sessualità umana. Altre non sono storicamente incoraggianti. Forse desidererete saperne di più sull’atteggiamento della vostra comunità nei confronti delle persone LGBT.
La madre di un figlio gay, Rhea Murray, che non ha avuto un riscontro positivo dai suoi rappresentanti religiosi, avverte: “Vorrei dare questo avvertimento. Cercate di conoscere la posizione dei vostri leader religiosi sulle problematiche gay prima di rivelare la vostra situazione. Se è possibile, parlate loro, ma fate un passo indietro se le cose non dovessero andare bene”.
* PFLAG (Genitori, famiglie e amici di lesbiche e gay), fondata nel 1972, è una delle più grandi organizzazioni di attivismo LGBT degli Stati Uniti. Le famiglie italiane possono contattare l’AGEDO (Associazione Genitori di Omosessuali).
Testo originale (PDF): Faith in our Families