Un gay tra i testimoni di Geova. Il mio cammino per essere finalmente me stesso!
Testimonianza di Samuel tratta dal sito A commond bond (Stati Uniti), liberamente tradotta da Marta
Tutti noi abbiamo delle storie che riguardano i nostri coming out e, anche se alcune possono sembrare simili tra loro, in un certo modo tutte quante sono uniche. Questa è la mia storia. Sono stato educato e cresciuto come Testimone di Geova, nonostante mia madre non fosse una testimone attiva e soffrisse d’alcolismo e mio padre fosse stato da poco reintegrato nella nostra congregazione, dopo aver commesso adulterio mentre mia madre stava per mettermi al mondo.
Come potete vedere…l’inizio della mia vita è stato davvero niente male. Non c’è bisogno di dire che i miei genitori non erano le persone più adatte ad educarmi nel cammino di Gesù.
Mio padre divenne un fanatico della Bibbia. Le nostre conversazioni riguardavano soltanto le questioni spirituali. Era solito passare ore ed ore a fare ricerche tra le pubblicazioni di ‘Torre di Guardia’ e trascurava la propria famiglia.
Oh, ricordo molto bene la tortura dei momenti di studio in famiglia, quando lui continuava a parlare della Bibbia senza fermarsi, per ore ed ore. Io finivo per addormentarmi con la testa sul tavolo e venivo sempre sgridato. Non incolpo mia madre di non aver seguito quelle sessioni di studio.
Mio padre ci puniva facendoci copiare parti intere della Bibbia. Come potete immaginare…conosco la Bibbia da cima a fondo. Mi ricordo che continuavamo a spostarci da una congregazione a un ‘altra, perché mio padre aveva delle idee molto personali ed aveva sempre problemi con il gruppo degli Anziani.
Diciamo che la mia famiglia aveva la reputazione di essere parecchio problematica; di conseguenza, io e le mie due sorelle non eravamo mai invitati alle feste che preparavano i più giovani della congregazione, perché ovviamente eravamo poco popolari.
Mi ricordo quanto fosse doloroso venire esclusi a quel modo. Era molto difficile non poter stare con i compagni di scuola (che erano considerati ‘cattive compagnie che rovinano sane abitudini) ed essere rifiutati dai ragazzi della congregazione.
Ciliegina sulla torta, dovevamo sopportare gli abusi emozionali, spirituali e fisici dei nostri genitori – questo a causa dei problemi d’alcolismo di nostra madre e del fanatismo di nostro padre.
Molto volte mi sono sentito solo ed ho sperato di riuscire a scappare, lontano da tutti, e venire adottato da una famiglia amorevole. Ero affamato d’amore.
Fui battezzato a 12 anni…e sì, fu una scelta personale. Ero molto maturo per la mia giovane età e, nonostante gli abusi spirituali di mio padre, avevo sviluppato un amore sincero per Geova e le sue vie.
Lentamente, ma con decisione, divenni un Cristiano convinto, che serviva Geova come assiduo testimone e servo ministeriale. Dal Belgio (dov’ero nato) mi trasferii in Spagna, perché là c’era più bisogno di testimonianza
Ebbi il privilegio di essere uno tra i primi a predicare in inglese e di vedere un gruppetto di persone dare vita ad una congregazione. La congregazione inglese aveva l’incarico di portare la buona novella a tutti coloro che non erano madrelingua spagnoli.
Rammento di aver portato la parola di Dio in centri e campi per rifugiati. Il mio lavoro fu benedetto da svariate attività di studio della Bibbia e aiutò addirittura alcune persone a decidere di dedicare la propria vita a Geova.
Tra i rifugiati africani ero conosciuto come il Pastore Sam e tutt’oggi i fratelli e le sorelle che si recano lì in servizio mi dicono che continuano a chiedere di me.
Una delle cose migliori fu essere invitato a Bethel, a Madrid, per seguire un corso di una settimana sull’insegnamento di una lingua straniera. Per molti anni ho insegnato inglese come lingua straniera ai fratelli e alle sorelle spagnoli che desideravano portare la parola di Dio agli stranieri. Ero molto orgoglioso di me, perché ero in grado di farmi un buon nome nonostante le difficoltà del passato.
Ma un giorno tutto finì. Cominciai a scavarmi la fossa da solo il giorno in cui iniziai a frequentare le mie sorelle. Tutte le relazioni finivano in tragedia, con i vari fratelli e sorelle che cercavano di prendere il controllo della mia vita e della mia relazione del momento e che mi spingevano verso una direzione di cui non ero ancora certo.
Sì, sentivo una profonda attrazione per quelle sorelle, ma c’era qualcosa che mi paralizzava: era l’idea del matrimonio e dell’avere un rapporto sessuale con loro.
Devo confessare che la cosa mi disgustava parecchio. Continuavo a chiedermene il motivo. Lo attribuivo al modo in cui ero stato cresciuto, al mio passato, alla mancanza d’amore.
La mia ultima relazione mi portò ad una tale debolezza spirituale da farmi abbandonare, fino ad oggi, la congregazione. La sorella che frequentavo sembrava dolce, ma sotto la superficie si nascondeva moltissima cattiveria. Desideravo davvero che io e lei fossimo felici…una coppia perfetta, ma la sua gelosia e le sue bugie mi strapparono di dosso la mia ridicola fede nell’amore. Mi ero trasferito alle Canarie per cominciare una vita in sua compagnia.
Non conoscevo nessuno e la congregazione del posto era molto fredda nei nostri confronti. Erano abituati a vedere di continuo molte facce nuove, visto che le Canarie sono una delle mete preferite dai turisti, così nessuno si accorse che mancavo a molti incontri.
Anche se quell’isola tropicale era d’una bellezza mozzafiato, era arrivato per me il momento di dirle addio e di trasferirmi più vicino a mia sorella, che viveva nel Regno Unito.
Anche lei all’epoca aveva smesso di frequentare gli incontri a causa della freddezza della sua congregazione. Iniziai a lavorare come commesso in un negozio di abbigliamento…e quella fu la svolta della mia vita. Tutto iniziò a chiarirsi.
Molte delle persone con cui lavoravo erano gay. Mi intrigavano molto e volevo sapere di più della loro vita. Devo ammettere che già da giovane fantasticavo sugli uomini e molto spesso mi ero ritrovato a guardare filmati porno gay.
Provavo un terribile senso di colpa. Ogni qualvolta mi capitava di soccombere al ‘peccato’ della masturbazione, mi forzavo ad immaginare di fare sesso con le donne, ma finivo sempre per pensare agli uomini. Non avevo neanche mai ammesso a me stesso di poter essere gay.
Una sera, dopo lavoro, invitai a cena e a vedere un film uno dei miei colleghi gay. Visto che era troppo tardi per lui per tornare a casa, rimase a dormire da me. Discutemmo molto seriamente dei miei sentimenti e lui mi fece una domanda diretta, che mi colse di sorpresa…”sei gay?”. “Penso di sì”, gli risposi.
Da cosa nasce cosa: ebbi la mia prima esperienza sessuale con un uomo. Pensavo che poi mi sarei sentito molto sporco…ma fui sorpreso nel sentirmi esattamente il contrario. Era così bello, così giusto!!!
Era questo ciò che avevo desiderato per così tanto tempo. Mi sentivo a disagio nel baciare una ragazza, ma descriverei il baciare quel ragazzo come il mio ‘primo, vero bacio passionale’.
Dopo quell’esperienza, dovevo riordinarmi la testa…e oh, cielo… mi ci volle un po’ per farlo. Amavo Geova…ed essere gay era contro il suo volere… ma perché allora lo sentivo così giusto?!?! Cosa dovevo fare?
Ero caduto nelle mani del Diavolo? Pregavo Geova, per supplicarlo di guidarmi, di aiutarmi a sbarazzarmi di quei sentimenti, di darmi più forza, perché mi sentivo così debole a combattere da solo…ma non ebbi mai una risposta.
Caddi in depressione al punto di desiderare di porre fine alla mia vita. Avevo dato tutta la mia vita a Geova, l’avevo servito durante la mia giovinezza…ed era proprio così che dovevano finire le cose?!?!?
Avevo sempre sognato di portare la testimonianza in Sud America, dove il bisogno era notevole. Era questa, invece, la vita che avrei avuto… essere un finocchio?, essere parte di quel sistema di cose che è condannato alla distruzione nel Giorno del Giudizio?
Invece di gettare la vita, decisi di cercare un aiuto professionale. Il consulente che mi fu assegnato per aiutarmi deve essermi stato mandato dal cielo.
Era così paziente e comprensivo. Entrò davvero in empatia con me e ancora adesso siamo rimasti in contatto. Mi aiutò così tanto!!! Mi salvò la vita.
Mi aiutò a riorganizzare i miei pensieri, i miei sentimenti…e ad accettarmi così come sono. Mi aiutò ad amarmi, visto che aveva scoperto che avevo scarsissima auto-stima.
Nel percorso di guarigione scoprii molte cose di me. Avevo dato tutta la mia vita per aiutare gli altri, ma mi ero dimenticato di prendermi cura di me stesso.
Mi chiesi anche se i Testimoni di Geova fossero l’unica vera religione…e abbastanza tristemente giunsi alla conclusione che forse non lo erano.
Non voglio essere considerato un apostata, visto che credo fermamente che tutti noi abbiamo un dono che ci è stato dato dal nostro Creatore… il libero arbitrio.
Abbiamo il diritto di pensare e fare quello che desideriamo, finché continuiamo a seguire la Regola d’Oro…’tratta gli altri come vorresti che loro trattassero te’.
Confesso di non essermi mai sentito libero finché non sono uscito allo scoperto. L’ho fatto due volte: 1 – sono uscito letteralmente da una religione che mi faceva sentire colpevole di essere quello che ero, 2 – sono uscito allo scoperto dichiarando la mia omosessualità.
Per favore, non fraintendetemi…credo ancora in Geova e nella sua Sacra Parola…ma ho smesso di credere nella religione…in qualsiasi tipo di religione. Tuttavia, la rispetto, proprio come voglio che le persone religiose rispettino me per quel che sono.
Anche se la ragione principale che mi ha spinto a lasciare i Testimoni di Geova è il fatto che essere Testimoni ed essere gay non sono due cose che vanno di pari passo, ci sono alcune cose per cui, dopo aver meditato per un bel po’ di tempo, nutro dei dubbi.
Continuo a non capire perché si venga considerati spiritualmente deboli e non si possa avere nessun privilegio all’interno della congregazione quando ci si fa crescere il pizzetto o la barba. Non capisco neanche perché il sesso pre-matrimoniale sia sbagliato.
Questo ha fatto sì che svariati fratelli e sorelle si siano sposati non per amore, ma solo perché volevano soddisfare i loro desideri sessuali. Molte volte tutto questo è terminato con il divorzio.
Non capisco neppure perché la masturbazione sia considerata una pratica sporca. Non riesco a pensare che anche solo un fratello o una sola sorella non vivano questo piacere della creazione fino al giorno in cui lui/lei si sposerà. Significa forse che se non ti sposerai allora non esplorerai mai il tuo corpo e la sua sessualità?
Ad ogni modo, questa è solo una opinione personale. Vivi e lascia vivere. La mia esperienza più dolorosa è avvenuta quando fui lasciato da solo in due occasioni in cui mi ero rivolto agli Anziani in cerca d’aiuto spirituale, in seguito allo stupro subito da una delle mie ex-fidanzate.
Non ricevemmo nessuna parola di incoraggiamento da loro, nonostante sapessero che stavamo attraversando l’inferno.
Erano piuttosto più interessati a darmi consigli e parlarmi del mio abbigliamento e dei miei capelli rasati, che loro consideravano troppo ‘moderni’. La mia convinzione di poter fare affidamento in coloro che hanno il ruolo di guida scomparve del tutto.
Il mio ingresso nel mondo gay è ancora recente e sto cercando di venire a capo di tutti i cambiamenti della mia vita. Mi sento molto più felice ora che ho finalmente raggiunto la mia libertà.
Mi sento così leggero! Non ho più bisogno di nascondermi, fingere o recitare. Sono quel che sono e i miei nuovi amici mi accettano per quel che sono…con il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Spero, un giorno, di riuscire a sentire l’approvazione di Geova, per poter pregarlo nuovamente e sentire la sua benedizione. Shalom
Testo originale: Samuel’s Story I am finally FREE!!!