Un teologo luterano si confronta con i pregiudizi e la teologia queer
Testimonianza del teologo luterano André Musskopf* tratta dalla guida “Christian Role Models for LGBT Equality” (Modelli cristiani di comportamento per l’uguaglianza LGBT), edita da Stonewall (Inghilterra), dicembre 2016, p.45, liberamente tradotta da Laura C.
Ho scelto di studiare teologia perché sentivo la vocazione ad essere pastore. Quando ho finito i miei studi ho intrapreso il processo dell’ordinazione, ma alla fine non ha funzionato. Nessuno mi ha detto veramente perché non sarei stato ordinato, solo che non mi era possibile diventare pastore. Non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo.
Non ci sono documenti, non ci sono decisioni, non c’è niente che dica perché mi è stata negata l’ordinazione. Non ero apertamente gay in quel periodo, ma in qualche modo tutti sapevano; stava per essere pubblicato il mio primo libro sulla teologia gay. È stato un periodo lungo e doloroso che è continuato per mesi, perché l’istituzione era convinta che se avessero continuato ad ignorarmi, a un certo punto me ne sarei andato.
Ero molto solo e dovevo trovarmi un altro lavoro, perché mi ero preparato a trasferirmi in una parrocchia e improvvisamente non ci dovevo più andare. Tutto il mio futuro è cambiato. A livello emotivo non riuscivo a capire perché venissi punito, e per che cosa. Era tutto solamente molto, molto doloroso. Ho pensato anche di uccidermi.
Ho trovato un lavoro, mi sono preso un po’ di tempo per riflettere e riposarmi e poi ho deciso di fare un master. Ho scritto una tesi sull’ordinazione delle persone gay, che è diventata il mio secondo libro. Era il mio modo di affrontare il mio vissuto e spiegare il problema a me stesso, alla Chiesa e alle altre persone.
In quanto teologo della liberazione latinoamericano cerco di esplorare i modi di leggere la Bibbia nei vari contesti. La questione per me non è solo quello che la Bibbia dice sull’omosessualità, ma come troviamo il senso delle nostre esperienze LGBT quando leggiamo la Bibbia. Se paragoniamo quei testi che si ritiene condannino l’omosessualità con la mia esperienza, non solo metto in discussione il testo ma anche il modo in cui viene letto e in cui è stato interpretato durante la storia. Non si riferisce, infatti, alla nostra esperienza di persone LGBT oggi; si riferisce a un contesto completamente diverso.
Solo per fare un esempio: molti amano pensare che Sodoma e Gomorra siano state distrutte a causa dell’omosessualità, ma io non vedo l’unirsi in gang e l’andare in giro ad abusare o a violentare altri uomini (questo succede nella narrativa se vogliamo comprenderla dal punto di vista degli uomini che fanno sesso con altri uomini) come una parte dell’esperienza degli uomini gay. Non è quello che noi facciamo; non è quello che noi intendiamo con omosessualità.
Ci occupiamo, quindi, di quei testi e cerchiamo inoltre di trovare significato in altri testi, come ad esempio la narrativa di Davide e Gionata, la storia di due uomini che si amavano, che può aiutarci come persone LGBT a vivere le nostre vite e la nostra fede nel miglior modo possibile. La vera questione è come posiamo leggere la Bibbia seriamente, onestamente e in relazione alla nostra esperienza di vita; i nostri bisogni, desideri e speranze. Non solo per noi stessi, ma per tutta l’umanità.
Le persone mi chiedono come riesco a conciliare la mia fede con il mio orientamento sessuale. Per me, però, non sono mai stati in conflitto. Il problema non sono mai state la mia fede e la mia sessualità e il modo in cui si relazionano l’una con l’altra; il problema è arrivato quando mi sono dovuto confrontare con alcune istituzioni, in particolare con la Chiesa, perché allora il modo in cui consideravo la mia sessualità e la mia fede è stato messo in discussione. A volte è stato un viaggio solitario per cercare di sopravvivere all’interno di quelle istituzioni.
I dibattiti sulla fede, l’orientamento sessuale e l’identità sessuale partono spesso dal presupposto che ci sia qualcosa che dev’essere riconciliato, che queste parti delle nostre vite sono separate. Sento che non abbiamo bisogno di riconciliare la nostra fede e la nostra sessualità; in quanto cristiani LGBT, invece, abbiamo bisogno di guarire perché molti ci hanno ferito.
Penso che la religione potrebbe giocare un ruolo molto importante nella lotta contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia e le violazioni dei diritti umani nei confronti delle persone LGBT, che potrebbe trasformare la situazione delle persone LGBT in diverse parti del mondo. Abbiamo bisogno di cambiare il modo in cui parliamo della diversità sessuale e di genere in rapporto alla fede.
Non vedo alcuna argomentazione teologica che affermi che una relazione sessuale tra due uomini o tra due donne, o tra una persona trans e un’altra persona, sia in se stessa peccaminosa, purché tali pratiche non disumanizzino o sminuiscano le persone coinvolte. L’omofobia, la bifobia e la transfobia, dall’altro lato, disumanizzano le persone e sono contrarie alla volontà di Dio perché fanno soffrire altre persone a causa del loro modo di intendere se stessi come esseri umani.
Di recente in Brasile alcune persone gay sono state assassinate. È importante che atti del genere siano denunciati e condannati apertamente. Ci sono molti alleati che comprendono bene come la discriminazione contro di noi non sia un problema solo per le persone LGBT, ma per tutta l’umanità. Tutto sta nel modo con cui ci rapportiamo gli uni agli altri e con cui vivremo insieme. Il ruolo degli alleati è fondamentale, perché ampliano il movimento per l’uguaglianza e l’accettazione e accrescono il numero dei nostri partner nel dialogo.
Quello in cui spero e per cui sto lavorando è un tempo in cui ci rispetteremo, ci ameremo e ci prenderemo cura gli uni degli altri. La strada è ancora lunga e spero che proprio adesso questo movimento diventi sempre più forte e più profondo all’interno della società civile, del governo e negli studi accademici, affinché possiamo affrontare le lotte che ci aspettano.
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* André Musskopf è un teologo brasiliano. Luterano da sempre, scrive soprattutto sui temi delle dinamiche dell’orientamento sessuale, l’identità di genere e la fede. È professore di teologia alla Scuola Teologica Luterana di São Leopoldo in Brasile e fa parte del Global Interfaith Network.
Testo originale: ‘People ask me how I deal with my faith and my sexual orientation. Personally, it has never been a confict for me.’