Unioni gay e crisi morale. I temi del Sinodo 2010 della chiesa Valdese
Articolo tratto da Repubblica, edizione di Torino, del 16 agosto 2010
Dal 22 al 27 agosto 2010 avrà luogo a Torre Pellice (Torino) il Sinodo della chiesa Valdese che rifletterà sulla crisi che non è “non solo finanziaria ma arriva all’anima stessa della comunità”.
Sulla benedizione delle coppie omosessuali la moderatora afferma “Non è un dibattito astratto” e di Benedetto XVI dice “Al Papa non interessa il dialogo con protestanti”
Il “sistema della corruzione”, nella società e nella politica, “corrode le basi stesse della democrazia” e “contribuisce al degrado civile”.
A pochi giorni dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, in programma a Torre Pellice (Torino) dal 22 al 27 agosto, la Chiesa valdese lancia l’allarme sulla “crisi morale” del Paese.
Sarà uno dei temi centrali del Sinodo, oltre alle politiche migratorie, la “benedizione” delle coppie omosessuali, la laicità dello Stato e le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
“Mi preoccupa la condizione morale e civile del Paese”, afferma la pastora Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, secondo cui in Italia “la crisi non è solo finanziaria ma arriva all’anima stessa della comunità nazionale”.
“Come Chiesa – aggiunge – sentiamo il dovere di denunciarlo e di essere testimoni e operai di un’altra città, fondata sul senso di responsabilità, sullo spirito di servizio alla comunità civile, sulla solidarietà”.
La Tavola valdese fa anche appello alla laicità dello Stato, intesa come “possibilità di contribuire al dibattito pubblico nel Paese, nel quadro di uguali opportunità offerte ai credenti e ai non credenti, ai cattolici come ai musulmani, ai protestanti come ai mormoni”.
Sotto il profilo della “libertà religiosa”, i Valdesi chiedono che il Parlamento approvi “le sei intese, alcune delle quali in stand by da almeno dieci anni” (con ortodossi, Chiesa apostolica, mormoni, Testimoni di Geova, induisti e buddisti), e auspicano che “si apra anche la trattativa per il riconoscimento della comunità islamica”.
Dopo la Luterana italiana, inoltre, anche la Chiesa valdese si avvia verso la possibilità della “benedizione” delle coppie gay. Al Sinodo verrà chiesto uno specifico orientamento. Il tema, spiega Bonafede, “nasce da domande concrete, di fratelli e sorelle membri delle nostre chiese”.
Per la leader della più antica chiesa protestante italiana, il problema “non è quello dell’accoglienza degli omosessuali nelle nostre chiese che mi sembra superato da tempo: è quello della benedizione dell’unione di persone che vogliono testimoniare di fronte a Dio e alla loro comunità di fede il loro impegno a un percorso di vita insieme”.
Sapendo comunque – precisa – che benedizione “non significa matrimonio”, che peraltro per i protestanti “non è un sacramento” ma “un fatto eminentemente civile”.
Ma non è quella sulle unioni delle coppie gay l’unica distanza con la chiesa di Roma. ”Mi pare evidente – ha constatato Bonafede – che per Benedetto XVI l’ecumenismo con le chiese della Riforma non costituisca una priorità e che egli punti piuttosto al dialogo con l’ortodossia e con il mondo evangelico con il quale registra un’intesa almeno sui temi etici”. ‘
‘Le chiese valdesi e metodiste – ha aggiunto – hanno fatto dell’ecumenismo una scelta strategica fondata su considerazioni di ordine teologico”, sottolineando che ”in Italia registriamo importanti esperienze di incontro ecumenico, non solo di base, che continuiamo a sostenere con convinzione. Insomma più che discutere di ecumenismo credo lo si debba vivere nella testimonianza comune e nell’apertura all’azione dello Spirito”.
Sulla questione dei fondi dell’otto per mille, la pastora ha poi specificato che ”non un euro andrà a finalità di culto o di sostegno della Chiesa”, ribadendo il ”principio” di fondo dell’uso dei finanziamenti da parte dei valdesi, che recentemente hanno firmato un aggiornamento della loro Intesa con lo Stato italiano che permetterà loro di accedere alla ripartizione delle quote non assegnate dai contribuenti nelle loro dichiarazioni dei redditi, come già avviene per la Chiesa cattolica.
”Come moderatora della Tavola valdese – ha sottolineato Bonafede – mi sono limitata a segnalare il fatto che il costante aumento delle somme ricevute in questi anni ed il prevedibile raddoppio che registreremo fra tre anni accedendo anche alle quote non esplicitamente destinate ci suggerisce di elaborare una ‘strategia’ per perseguire alcune grandi finalità: la presumibile disponibilità di quindici o di venti milioni all’anno potra’ davvero fare la differenza e incidere nella realta’ di alcune persone o di alcune associazioni o di alcuni paesi. Insomma auspico la definizione di linee strategiche per l’utilizzo dei fondi”.
La Chiesa valdese esprime infine il proprio sostegno alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, che – dice Bonafede – ha costituito il quadro storico nel quale il protestantesimo e le altre componenti religiose del nostro paese hanno acquisito progressivi diritti di libertà religiosa”.
“Ma se questa è la prima ragione che ci impegna a essere convintamente partecipi delle celebrazioni – conclude -, intendiamo anche contribuirvi da cittadini italiani. Tanto più se, come auspichiamo, non si tratterà di eventi ingessati e retrospettivi ma capaci di guardare all’Italia di oggi e di domani”.