Vivere la discriminazione di essere una coppia non benedetta dalla chiesa perchè omosessuale
Estratto dal testo di Veronika Prieler* e Elisa Staub**, contenuto nel saggio cattolico “Benediktion von gleichgeschlechtlichen Partnerschaften” (La Benedizione delle coppie omosessuali), curato da E. Volgger e F. Wegscheider (Austria), editore Puster, anno 2020, pp.15-16, liberamente tradotto da Antonio De Caro
Elisa e Veronika vivono a Linz (Austria). Stanno insieme da 9 anni, e da due sono anche unite civilmente. Hanno fatto questa scelta per accedere alle tutele giuridiche che lo Stato in questo modo assicura.
Ma l’unione civile per loro è anche un segno del riconoscimento sociale e della visibilità della loro relazione, in cui si sentono impegnate a sostenersi a vicenda.
Da sempre vivono nella Chiesa, dove si sono formate e da cui hanno appreso le risorse spirituali che alimentano oggi la loro vita quotidiana anche come coppia.
Vivono, quindi, come discriminazione il fatto di non essere trattate come le coppie eterosessuali: anche davanti alla comunità cristiana vorrebbero poter dichiarare il loro amore e pregare, con familiari ed amici, per la benedizione di Dio, segno che Dio è presente, accompagna e sostiene la loro relazione.
* Veronika Prieler, collaboratrice del progetto “Decent Care Work? Transnational Care Arrangements” del Dipartimento di Sociologia teoretica e Analisi sociali dell’Istituto di Sociologia presso l’Università “Johannes Kepler” di Linz (Austria).
** Elisa Staub, assistente sociale nei consultori della Caritas di Linz (Austria).