Essere lesbica non è un peccato! E se mi sbagliassi?
Riflessioni di Anita tratte da sisterfriends-together.org (Stati Uniti) del 16 ottobre 2008, liberamente tradotte da Daniela T.
“Voglio credere in quello che stai dicendo. Voglio credere che essere omosessuale non sia peccato. Voglio credere che Sodoma, Levitico e Romani non abbiano niente a che fare con me.
Voglio credere che Dio mi ama così come sono, e ci sono molte volte quando sento che tutto è in pace, quando le cose che dici tu e gli altri omosessuali cristiani hanno un senso, e per un momento credo che Dio mi accetta come una sua figlia omosessuale… Ma poi mi chiedo, e se mi sbagliassi?”.
E se ti sbagliassi? Mi sono posta questa domanda molte volte e mi è tornata alla mente ancora oggi dopo aver letto il commento di Everest al mio post su Romani 1.
Ci sto ancora lottando. Ho visto come molte persone fare cattivo uso o male interpretare la Bibbia, ma mi ha più turbato leggere i tuoi post. Un sacco di questi sembrano avere senso, ma non posso fare a meno di chiedere- e se lei si sbagliasse?
Mentre rispondevo a Everest sul post originale, ho riservato la mia risposta per questa riflessione. In molti hanno fatto questa domanda e ho voluto scrivere sul mio blog piuttosto, che nasconderlo in una sessione di commenti a un post vecchio, la risposta per Everest e per chiunque altro mi abbia mai chiesto “Ma Anita, se ti sbagliassi?”.
Prima di scrivere una parola posso già assicurarvi che sarà una faccenda che andrà alle lunghe. Non dimenticate di cambiare posizione a ogni fine paragrafo, così non dovrete irrigidirvi e incolparmi per il mal di schiena!
Everest, hai ragione e hai ogni diritto di porre questa domanda e lascia che ti assicuri che prima che tu lo chiedessi ho dovuto rispondere alla stessa domanda a me stessa tanto tempo fa.
Se qualcuno ha appreso qualcosa dai miei articoli spero sia questo: io credo con la più profonda convinzione nel mio cuore tutto ciò che condivido con gli altri sull’essere gay e cristiana.
Parlo chiaramente perché sono sicura di quello in cui credo. Questa sicurezza deriva da un insieme di cose: la mia interpretazione delle Scritture e della natura e del carattere di Dio, la mia attuale relazione con Dio, la vita e gli insegnamenti di Gesù, ciò che conosco sulla diversità e la varietà della sessualità umana, le esperienze che ho maturato sulla mia pelle, e ciò di cui sono stata testimone nelle vite e nelle storie di altri cristiani gay, lesbiche, bisex, trans e queer (GLBTQ).
Avendo detto ciò, la mia fede è costituita da azioni di fede e per tale motivo quello in cui credo non può essere stabilito con assoluta certezza ma è sempre velato dal mistero e dalla speranza. Risulterebbe arrogante e ignorante da parte mia affermare che conosco sembra dubbio alcuno il pensiero e il sentimento di Dio riguardo questo argomento.
Potrebbe essere così solo nel caso in cui Dio mi fosse apparso e mi avesse parlato in una lingua comprensibile confermando tutto il mio credo ma Dio non lo ha fatto né con me né con chi condanna l’omosessualità per dar loro la sua approvazione o disapprovazione.
Mentre loro ne discutevano, Dio ha parlato chiaramente nella Bibbia dell’omosessualità, la verità attuale è che di tutto questo la Bibbia non ne parla.
La Bibbia consta di parole scritte su un foglio e nel leggere quelle parole cerchiamo ardentemente e troviamo il significato e non tutti arriviamo alle stesse conclusioni; sulla creazione, sul battesimo, sulla trinità, il paradiso e l’inferno, e di sicuro non sull’omosessualità.
Così mentre ogni parte di me crede e tutto ciò di cui sono stata testimone mi ha assicurato che essere gay non è un peccato di fronte a Dio,in tutta onestà sarebbe falso da parte mia dire che non è possibile che io abbia qualche mancanza in qualche modo. Per questo motivo la tua domanda è importante. Se mi sbagliassi?
Se alla fine della mia vita Dio mi rivelasse che essere gay è peccato, che la mia attrazione sessuale fosse stata abominevole, che la mia relazione con la mia amata fosse stata una contaminazione, e che le mie parole e la testimonianza portata alla gente all’interno dello stesso peccato, avrei commesso un enorme errore di fronte a Dio in pentimento e rimorso, ma non ci sarebbe spavento nel profondo del mio cuore e della mia angoscia perché dopotutto io avrei fallito per servire colui che ho amato sopra tutti gli altri e mi dispiacerebbe non aver rappresentato la verità di Dio.
Questo è ciò che farei ma cosa farebbe Dio? Quello in cui credo è il Dio di grazia e amore conosciuto tramite Gesù saprebbe che il mio cuore Lo ha sempre seguito e servito nonostante il mio fallimento e mi concederebbe grazia e compassione come lo farebbe con tutti. (Riservo la discussione sull’inferno per un altro giorno).
Ma Everest, non credo di sbagliarmi. Non c’è niente negli ultimi venti anni, niente in questo momento in cui scrivo che possa farmi venire dei dubbi su chi sono io e chi sono in Cristo.
Neanche un attimo di esitazione. Nessuna domanda mi da incertezza. Se ho avuto un sacco di dubbi nel mio blog, non ce li ho sicuramente qui.
Lascia che ti ponga un’altra domanda, una che ha rappresentato un grande dilemma per me per molto tempo e che vorrei tu ti ponessi.
Che succederebbe se io e tutti gli altri gay, lesbiche, bisex, trans e queer (GLBTQ) e omosessuali dichiarati, credenti convinti, avessero ragione?
Se essere gay non fosse un peccato e Dio avesse creato la sessualità umana variegata come tutto il resto delle sue creazioni?
Se essere gay fosse completamente accettato da Dio e io ancora tentassi di cambiare in tutti i modi possibili l’essere gay per diventare etero, cosa che Dio non ha mai previsto per me?
Se io basassi tutta la mia vita sull’ascoltare cosa credono gli altri invece di ascoltare lo Spirito Divino che è in me? E ancora più di questo, se io avessi ragione e restassi in silenzio?
Everest, preferisco prendermi la responsabilità di essermi sbagliata e aver influenzato gli altri nel seguirmi nello stesso errore anziché aver ragione e non dire niente; essere rimasta in silenzio sulla bontà e la fedeltà di Dio nella mia vita da cristiano ambiguo, non aver mai parlato agli altri dell’incondizionabile amore e dell’incommensurabile grazia che Dio estende a tutti, senza eccezione alcuna, di non aver mai offerto un barlume di speranza a coloro che credono che Dio non li ami a causa del rifiuto e del giudizio impostogli dalla chiesa.
Non lo dico con leggerezza ma ti dico che preferisco stare in piedi di fronte a Dio e ascoltarlo mentre mi dice “Ti sei sbagliata e avresti dovuto tenere chiusa la bocca!” piuttosto che sentirmi dire “Avevi ragione ma non hai mai parlato in mio favore!”.
Così, se ho torto? Non credo di aver torto, Everest e allora devo continuare a condividere ciò in cui credo perché condividere la mia fede in Cristo significa tutto per me.
E sembra come se significasse tutto anche per te.
Testo originale: What If I’m Wrong?