La solidarietà non si oscura. Fallisce l’attacco omofobo al portale Gionata
Articolo di Valerio Gigante pubblicato su Adista Notizie n° 3 del 23 gennaio 2016, pag.7-8
Sono stati giorni difficili, quelli trascorsi dai giovani e dalle giovani di Progetto Gionata, il portale di informazione su fede ed omossessualità. Difficili perché il portale ha subìto un violento attacco da parte di hacker omofobi, che ne hanno oscurato i contenuti. Significativi perché dopo questo increscioso episodio è arrivata la solidarietà e l’incoraggiamento da tanti credenti e non credenti, uomini e donne, associazioni, movimenti, teologi, preti e religiosi da tutt’Italia e dall’estero.
La notte dell’11 gennaio, alcuni hacker hanno attaccato il portale, violando le password, entrando all’interno del sito e cancellando tutti gli articoli ivi presenti (circa 7.200 testi). Sono stati bloccati tutti gli account di gestione e di pubblicazione, cancellate tutte le immagini, i link, ecc. «Vogliono farci tornare al tempo in cui amare una persona del proprio sesso era considerato qualcosa di nefando, di indicibile, di cui non si potesse parlare», hanno scritto i webmaster del portale, mentre Innocenzo Pontillo, tra gli animatori del sito, in un’intervista rilasciata al portale del settimanale evangelico Riforma ha parlato di un vero e proprio tentativo di «cancellazione» di Progetto Gionata, «come una damnatio memoriae». «Siamo rimasti stupiti – ha detto – perché sappiamo benissimo che si può non essere d’accordo con queste tematiche, soprattutto in questo momento di contrasti nel nostro Paese, ma arrivare a forzare un sito e cancellarne i contenuti è troppo: come a dire che non dovremmo esistere ed esprimerci. Che abbiamo torto a prescindere. Negli anni abbiamo avuto molte richieste di smettere, di tacere, ma essere cancellati per noi è più forte».
Per fortuna era stata conservata copia di quasi tutti i contenuti del sito, che è tornato online il giorno successivo, recuperando pressoché tutti i contenuti accumulati a partire dal 2007. L’attacco è stato denunciato alla polizia postale, nella speranza che gli hacker abbiano lasciato qualche traccia del loro “passaggio”.
Hacker omofobi in azione
Al di là dei (pochi) danni provocati, inquieta la portata dell’attacco (non una semplice incursione informatica, magari accompagnata da minacce e insulti, ma un tentativo di totale cancellazione), così come la scelta dell’obiettivo. Progetto Gionata è infatti la piattaforma informatica che è riuscita a far incontrare le tante realtà che compongono il mondo dei credenti lgbt, e a far dialogare credenti e non credenti sul rapporto tra fede ed omosessualità, raggiungendo una notevole notorietà nel mondo ecclesiale e non solo (oltre 15mila sono le pagine visualizzate mensilmente); un successo sorprendente, se si considera anche che chi vi lavora lo fa in maniera totalmente gratuita e volontaria.
Tutto questo, unito al fatto che Progetto Gionata si batte per la dignità delle persone lgbt oltre che nella società, anche dentro le Chiese, liberando la fede dalla “religio”, ossia dai vincoli e dai pregiudizi che impediscono piena cittadinanza di tutti i credenti nelle loro comunità, deve aver contribuito a scatenare la rabbia degli hacker omofobi.
Solidarietà oltre generi e fedi
«Tanto è stato doloroso subire questo meschino attacco, quanto è stato entusiasmante gustare la solidarietà di tantissimi amici e amiche di cammino che ci hanno spedito messaggi di sostegno, di stima e d’incoraggiamento», hanno commentato i volontari del portale subito dopo il ritorno online. Ed in effetti, tantissimi hanno voluto manifestare la loro vicinanza e il loro affetto.
«Un attacco informatico come questo mira alla “cancellazione ” di chi è percepito come nemico e corrisponde, o forse è anche più grave, a un attacco fisico», ha scritto l’associazione di genitori di omosessuali Agedo. «Avete tutta la mia solidarietà», ha assicurato Dora Bognandi, presidente della Fdei (Federazione delle donne evangeliche in Italia). «Mi dispiace molto per questo attacco che intende togliere la parola a chi combatte discriminazioni e omofobia con gli strumenti della pacatezza, della riflessione, della testimonianza», è il messaggio inviato da Anna Maffei, pastora della Chiesa battista di Firenze.
«Noi ci siamo e siamo con voi», «non arrendiamoci!», ha esortato Giuseppe Rodia, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche di Puglia e Lucania. Solidarietà anche dal Moi-Musulmani omosessuali d’Italia: «Questi cyberattacchi non fermeremo le riflessioni di quelli, cristiani o musulmani, che credono nell’amore di Dio verso tutte le sue figlie e tutti i suoi figli; quelli, credenti o atei, che lottano per il loro diritto di vivere liberamente la loro fede e la loro sessualità. Al contrario, la violenza cieca della crociata anti-gay e la codardia di questi pirati confermano le difficoltà degli omofobi: è sempre più difficile difendere il loro odio verso le minoranze sessuali in nome del Dio dell’amore!». Sulla stessa linea il messaggio scritto da Mirella Sartori, animatrice del sito italialaica (www.italialaica.it): gli hacker che hanno attaccato Progetto Gionata «hanno paura di loro stessi e forse neanche lo sanno!».
E Alberto Maggi, teologo e biblista, religioso servita del Centro Studi biblici “Vannucci” di Montefano, rassicura: «Non impressionatevi né scoraggiatevi, è un buon segno, del resto lo sappiamo che le tenebre hanno sempre odiato la luce, ma non hanno mai prevalso». «Ovunque parlo di inclusione reciproca e accoglienza reciproca», ha scritto Elizabeth Green, teologa e pastora a Cagliari e Carbonia dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia: «Il vostro sito, il vostro lavoro, il vostro servizio è il mio punto di riferimento, il modo di connettere persone di ogni sessualità credenti e non credenti con il vostro impegno vocazionale».
«La differenza non è tra credenti e non credenti, ma tra chi pensa e chi non pensa; non è tra etero e omoaffettivi, ma tra chi integra la sua sessualità nella storia della sua persona e delle sue relazioni amorose, credente e non, e chi la vive in modo predatorio e strumentale, religioso o no», ha invece affermato la teologa Selene Zorzi. Per questo, ha aggiunto, «solidarietà totale a voi, al vostro gruppo per come vi siete sempre mossi, per i toni, la lucidità e il vostro spirito critico e totale sdegno per l’atto vandalico subìto. Continuate a lavorare oggi ancora più determinati di ieri!».