Il potere dell’amore nel cuore di un ragazzo
Recensione di Antonio* tratta da ciao.it
Per caso, mentre consultavo il sito ufficiale degli omosessuali italiani (e nel mondo) circa un mese fa, venni a contatto con la recensione di questo romanzo che era stato appena pubblicato e da poco era presente nelle librerie.
Mi colpì molto, a tal punto che decisi di far di tutto per trovarlo. Sinceramente non mi andava di prenderlo tramite librerie online. Con i soldi della spedizione, andando in libreria, (aggiungendo qualcosina, ma poco) avrei comprato un altro libro.
Eppure la ricerca di questo libro non è stata affatto facile. E’ edito dalla Editrice peQuod (proprio con la Q e non con la P maiuscola!), una casa editrice che per la verità fino a questo momento non avevo mai sentito nominare.
Ho dovuto girare un bel po’ di librerie prima di trovare una che me lo potesse far avere.
Dopo cinque settimane – a causa delle vacanze natalizie di mezzo – il libro è arrivato e felice e contento ho pagato i miei 16 € per l’acquisto. Dopo circa cinque giorni, questa notte l’ho finito di leggere… poiché è una avventura appassionante, coinvolgente, che non può non toccare l’animo di tutti coloro che la leggeranno, semmai la leggeranno.
Si, perché come molti di voi hanno già ben capito – visto che il libro era recensito su un sito gay – si tratta proprio di un romanzo in cui si parla di due ragazzi omosessuali di 19 anni entrambi. Per cui dubito che molti saranno predisposti a scontrarsi con tematiche del genere.
Che nessuno quindi inizi a trovare la scusa che il libro non è facilmente rintracciabile… poiché a costo di trovarglielo io lo faccio arrivare al diretto interessato. E poi, se proprio non lo trovate nelle librerie perché vi dicono che la casa editrice è fuori dai loro circuiti commerciali, acquistatelo tramite internet, no?
LA COPERTINA. Perché mi soffermo un attimo sulla copertina? Poiché già quella dovrebbe far riflettere tutti quegli integralisti cattolici e islamici, bigotti vari, razzisti, politici omofobi e chi più ne ha più ne metta.
A prima vista è una copertina qualunque, con la foto di un ragazzo che ha uno sguardo perso, malinconico, alla ricerca di un futuro che molti, moltissimi della sua società non gli permetteranno di vivere. Leggendo in terza di copertina si viene a sapere che quel ragazzo non è uno dei tanti modelli che si scelgono per le foto, uno di quelli che simula una espressione…
Quel ragazzo è Matthew Shepard, ventiduenne americano torturato a morte da due coetanei il 7 Ottobre 1998 perché “colpevole” di essere gay. L’autore sostiene la fondazione Matthew Shepard contro i crimini dell’odio (fornisce anche il sito internet) e invita i lettori a fare altrettanto. La foto è di Gina van Hoof.
Gastaldi è al suo primo romanzo, questo. Ha scelto un tema forte con cui iniziare… coraggioso, soprattutto pubblicare un romanzo che di sicuro la società ove viviamo cercherà di evitare. Una foto scomoda, quella in copertina, da far vedere nelle vetrate delle librerie. Una “foto” che però potete vedere qui, in alto… visto che la copertina è l’immagine che presenta il prodotto.
LA STORIA. Beh, come ho anticipato i protagonisti sono due ragazzi romani di 19 anni, Francesco ed Emanuele. Francesco lo potrei definire però il protagonista principale. Il libro è scritto in prima persona, sembra proprio scritto da lui.
Emanuele è il ragazzo di cui si innamora. Francesco, in questo scritto, parla di come vive la sua storia… ma non solo la storia particolare con Emanuele ma tutto ciò che ha dovuto subire prima di tutto da se stesso (l’accettazione della sua omosessualità) e poi dagli altri (essere accettati per quello che si è).
Francesco frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico, Emanuele l’ultimo anno del liceo classico. Entrambi si conoscono tramite internet e prima di incontrarsi si scambiano un paio di mail. Quindi decidono di incontrarsi il 2 Febbraio del 1998 sul ponte che si trova di fronte a Castel Sant’Angelo.
Si può dire che è amore a prima vista. I due si vedranno quasi ogni giorno, nasce complicità, Cupido lancia le sue frecce (immagino già tanti di voi che leggendo ciò che sto scrivendo semplicemente rabbrividiscono come se certe cose fossero riservate agli eterosessuali… e iniziano a gridare allo scandalo e all’eresia).
Francesco è un tipo comunque solare – o spesso cerca di esserlo. Ha comunque molti amici e fra questi due in particolare, Margot e Luca, che conoscono il suo segreto ormai da anni. Ha una famiglia… ma la madre è morta quando lui ancora aveva otto anni. In nome del suo amore svelerà la sua omosessualità a tutti gli altri amici, poi alla sorella Laura che al posto di rifiutarlo inizia a volergli ancora più bene (mitiche le sorelle!) e poi al padre che, invece… lo butta fuori di casa per la vergogna!
Emanuele è invece un tipo chiuso, difficile da capire anche per chi legge il romanzo. Un tipo che è geloso però delle amicizie e della famiglia di Francesco. Un tipo che ha paura, che ha pure tentato il suicidio qualche anno prima. Tentato… o simulato per attirare l’attenzione?
Sembrano fatti l’uno per l’altro. Dopo gli esami di maturità partono anche insieme per trascorrere qualche mese a Berlino, da soli. Quindi progettano di trasferirsi entrambi a Bologna per l’università.
Ma qualcosa accade… inizia a non essere più tutto rose e fiori. Già qualche segnale prima c’era stato, ma per amore Francesco non ha detto niente, non ha reagito. Forse ha fatto male… Cosa accade però non ve lo dico, non sto a svelarvi tutto il resto della storia.
FANTASIA O… REALTA’? Vi garantisco, conoscendo l’ambiente, che tutto ciò di cui si parla, dei sentimenti e delle emozioni, delle situazioni e degli scontri che i ragazzi son costretti a vivere, è tutto vero. A partire dagli amici che ti abbandonano e ti schivano quando sanno che sei omosessuale. Dai genitori che preferirebbero la morte al sapere che un figlio è omosessuale. Alla società che ti rende tutto difficile.
Al fatto di doversi nascondere per potersi dare un semplice bacio. Ai conflitti che uno ha ad accettare la propria omosessualità. Il romanzo poi fornisce nome e cognome dei ragazzi… e addirittura l’indirizzo. Chi è di Roma potrebbe divertirsi a rintracciare addirittura i domicili, a veder le case ove sono ambientate le storie. Per cui tutto ciò da ancor di più al romanzo quel sapore di realtà che già di per sé ha per i vari motivi che vi ho detto.
E poi… il modo magnifico con cui Roma vien descritta nel romanzo. Siamo nella Roma dei grandi lavori per il giubileo, una Roma che però non perde il suo fascino, la sua capacità d’essere madre per tutti. I ponti, i vicoli, le linee degli autobus, i monumenti, tutto è descritto nei minimi dettagli.
Roma si presenta come una città solare, splendida, difficile da non amare, anche quando la si vorrebbe odiare. Una città che è passato ma che è anche futuro. Un futuro incerto… che a volte opprime.
Ho la fortuna d’aver conosciuto bene tutti i posti di cui si parla nel romanzo (tranne le discoteche e i luoghi di ritrovo per omosessuali) per cui mentre leggevo mi sembrava come di vedere un film. Anche perché tutti i personaggi sono sempre descritti nei dettagli, nei loro caratteri fisici e nel loro modo di vestire (pure le marche dell’abbigliamento).
Inoltre per la prima volta m’è sembrato di stare a Berlino. Berlino, la capitale ancora con il cuore devastato, che cerca di ricongiungere l’est all’ovest. Incrocio di culture, una città pronta ad accogliere tutti.
Che soffre per il passato che ha dovuto subire. Che cerca di ricollegare tutto, dalle linee della metropolitana alle fognature in modo che quelle che erano due città diventino sempre più una sola. Di Berlino vengono descritte vie, negozi, locali vari, palazzi… Sembra di essere a Berlino. Addirittura m’è venuto quasi il desiderio d’andarci per verificare di persona la “bellezza” di quei posti, tutti però avvolti da un’aura nostalgica.
E infine Bologna. Bologna che però è triste. Vabbò che Bologna già per dei miei vissuti personali mette tristezza a me. Però è raffigurata così, con l’aria più di una matrigna che di una madre, forse perché Francesco ci andrà a vivere in un momento non proprio splendido della sua vita. Interessante è come è sottolineato il fatto che trovare alloggio a Bologna per uno studente è complicatissimo e di come siano alti gli affitti (e spesso bastardi i proprietari che ci speculano sopra).
Alcuni passi del romanzo poi sono dedicati anche ad un altro tema che non riguarda solo gli omosessuali: è quello dell’AIDS, la peste del nuovo millennio che ancora non si riesce a combattere.
CONCLUSIONI. Cosa dire… se non che alla fine del libro m’è scappata una lacrima. Si… perché tutt’ora, dopo 12 ore dal termine del romanzo, sono triste, malinconico. Già lo ero ieri sera eppure non avevo ancora affrontato il colpo di scena finale.
Si, un libro che riserva molte sorprese, fino all’ultima riga. Penso, ripenso, medito… su quanto può essere forte l’amore che una persona nutre verso un’altra, a tal punto da essere ancora più forte della morte.
Scusate, carissimi lettori cattolici, se proprio un passo delle Sacre Scritture mi è venuto in mente… ma per quanto voi giudici possiate considerare tutto ciò un peccato mascherato da buone e sante cose, mi risulta che qualcuno è morto per i peccatori e non per i giusti, uno che ha condannato il peccato ma non il peccatore. Semmai amare, amare veramente… sia un peccato!
Angeli da un’ala soltanto… perché bisogna essere in due per poter volare! Leggetelo e fatelo leggere. Dopo aver raccontato la storia in pizzeria di ciò che stavo per leggere, una amica s’è prenotata affinché glielo prestassi non appena lo finivo. Fra qualche giorno glielo porto. Voglio ancora tenerlo con me sul comodino per… meditare ancora. Chissà se mai verrà realizzato un film su questa storia…
Gastaldi Sciltian, Angeli da un’ala soltanto, Editore Pequod, 2004, 254 pagine
* Si ringrazia l’autore per averci autorizzato a ripubblicare questo suo scritto.