Con le intense testimonianze nel cuore dei genitori cattolici con figli LGBT
Testimonianza di Elena e Enrico, genitori della parrocchia Regina Pacis di Reggio Emilia, sull’incontro 3volteGenitori per genitori cristiani con figli LGBT, operatori pastori e cristiani LGBT (Firenze, 28 aprile 2018)
Ci sono esperienze che ti restano dentro e ci vuole un po’ perché riesca a venir fuori quello che veramente ti è rimasto. Pian piano escono le riflessioni e i sentimenti che ti sei portato a casa e che ti hanno fatto camminare e crescere. Così è stato per la giornata trascorsa a Firenze il 28 aprile partecipando assieme a mio marito Enrico all’incontro 3volte genitori.
Ci sono state diverse cose che ci hanno colpito ma che siamo riusciti a raccontarci solo alcuni giorni dopo:
Vedere la partecipazione di tante coppie di genitori cattolici che stanno camminando e hanno voglia di conoscere e crescere insieme ma anche operatori pastorali e pastori che hanno preso a cuore l’argomento e vogliono conoscerlo e approfondirlo per divulgarlo. Questo sta a significare che il lavoro cominciato lo scorso anno con il primo incontro sta andando avanti e portando frutto perché questa volta le persone che hanno partecipato sono aumentate considerevolmente.
Intense le testimonianze dei genitori che hanno raccontato il cammino, fatto di dolore e di lacrime, per la scoperta dell’omosessualità di loro figlio, la solitudine vissuta, il senso di colpa, la paura di aver sbagliato come genitori e poi pian piano il cammino di risalita, il conforto, il riavvicinamento con il figlio e la gioia di scoprire che quella che loro vivevano come una tragedia si è rivelata un dono prezioso fatto alla loro famiglia, un tesoro che il Signore aveva messo in mezzo a loro e di cui non si rendevano conto.
L’omosessualità del figlio ha unito la coppia e la famiglia tutta, li ha portati ad approfondire la loro esperienza di fede, il loro rapporto con Dio nella preghiera e a vivere un mutato rapporto con la chiesa che non viene più vista come chiesa maestra, delle regole e patriarcale ma come chiesa madre che accoglie e accompagna.
L’ambiente che si è creato nel corso della giornata e degli incontri ha permesso di togliere le maschere che ognuno di noi si portava appresso. Nei gruppi di lavoro le persone si sono aperte, hanno condiviso con autenticità e semplicità se stesse, senza paura di essere giudicate o tradite. E’ stato molto bello vedere le persone che si mostravano in maniera autentica. Questo ha creato alleanza e comunione, ha creato relazioni nuove ed una rete di rapporti che sicuramente non andrà persa ma che ci aiuterà ad affrontare il futuro.
Il sentire la gioia di questi genitori, la gratitudine dei ragazzi, che hanno partecipato nel pomeriggio alla seconda parte dell’incontro per un momento di confronto, ci ha aperto il cuore e ci ha donato molta gioia e ripagato di tutti i dubbi, le paure e le fatiche di questi mesi in cui abbiamo organizzato l’incontro insieme al gruppo Kairos.
Ci ha anche fatto capire che non stiamo lavorando invano, che la gente può cambiare, che la società può cambiare; che non è tutto inutile: c’è chi ascolta, chi si mette in discussione, chi si interroga. La testimonianza di gioia e di pace di queste famiglie che si sono trovate questo tesoro in casa è contagiosa e diventa fermento per il cambiamento all’interno delle comunità cristiane che loro frequentano arrivando anche a contagiare la società civile.
A conclusione di queste riflessioni non ci sembra un caso che questa realtà stia emergendo, nonostante che le difficoltà e i contrasti siano all’ordine del giorno, questa è la meraviglia che il Signore ha messo davanti hai nostri occhi in questa splendida giornata.