Atti Innaturali? In Senegal due storie per riflettere
Articolo di Melissa Conroy* tratto da Ekklesia (Inghilterra), 11 maggio 2009, liberamente tradotto da Francesco F.
Il 4 Maggio del 2009 le notizie principali della BBC ne comprendevano una con il titolo “Un uomo omosessuale dissotterrato in Senegal”. L’articolo raccontava di come un gay fosse morto e fosse stato seppellito in un cimitero musulmano solo per essere dissotterrato per due volte; nel primo caso il suo corpo venne abbandonato fuori dalla tomba e nel secondo caso venne messo fuori dalla casa di famiglia.
L’uomo infine è stato seppellito lontano dal cimitero. L’articolo spiegava come l’omosessualità in Senegal sia stata messa fuori legge, in una nazione che ha una lunga tradizione di “Goor-jiggen” (uomini-donne), uomini che si vestono come donne e socializzano con loro, che sono stati a lungo tollerati nel paese.
Tuttavia, gli imam locali, i media e i tribunali hanno lavorato per cambiare quell’atteggiamento, denunciando questo comportamento come omosessualità e l’omosessualità come criminale. I tribunali sono di recente andati così oltre da condannare nove persone omosessuali a otto anni di carcere per “condotta indecente e atti innaturali”.
Un altro articolo, apparentemente separato dal primo, un’altra delle notizie principali della BBC di Maggio si è occupata di un altro atto ritenuto “innaturale” dalle autorità religiose. Intitolato Tribunale garantisce la rimozione dei seni per gli adolescenti, questo articolo descriveva una situazione in Australia in cui un’adolescente nata donna, conosciuta come Alex, ha acquisito il diritto di avere i propri seni rimossi in modo da transitare pienamente verso una identità maschile.
Alex è stata diagnosticata con “disforia di identità di genere”, “una condizione psicologica in cui un individuo crede di essere del sesso opposto”. Il giudice capo della corte per la Famiglia Diana Bryant ha affermato che avere i seni era “un grande impedimento al proprio sviluppo sociale, cosa che tutti pensavano fosse molto importante”. Dall’età di 13 anni, Alex è stato sottoposto a un trattamento ormonale per impedire l’inizio delle mestruazioni.
Dai gruppi cattolici sono venute critiche: riferendosi alla definizione medica americana di disforia di genere come psicosi, Nicholas Tonti-Filippini dell’Istituto per il Matrimonio e la Famiglia Giovanni Paolo II ha affermato che trattare la disforia di genere con un’operazione è inappropriato: una fonte cattolica ha riportato che ha affermato che: “Ciò che si sta cercando di fare è far corrispondere una realtà biologica a quella falsa credenza”.
Questi due casi sollevano interessanti domande per gli studiosi di religione, dell’identità di genere e della sessualità. Nel caso del Senegal, si può vedere come la regolazione della sessualità attraverso la religione ha influenzato non solo pratiche funerarie e sessuali, ma come il genere sia stato espulso dalla sessualità. I “Goor-jiggen”, che sono menzionati come uomini che “si vestono” come le donne e “socializzano con donne” sono chiaramente etichettati come omosessuali dalla mentalità musulmana senegalese.
Nel caso australiano, si vede come il corpo fisico e il proprio sesso interferisca con la propria espressione di genere desiderata. Il termine “disforia d’identità di genere”, quantunque controversa, indica un’ansietà presente in molti luoghi del mondo, ci si aspetta che un corpo sia simile alla sua espressione di genere. Quando questi due non coincidono, la medicina occidentale considera questa cosa una psicosi e il suo rimedio, come indica Tonti-Filippini, è di usare la chirurgia per farli coincidere.
Mentre molte culture hanno ciò che l’antropologa Serena Nanda ha chiamato “varianti di genere”, cioè, una varietà di posizioni che vanno da individui puramente uomo/mascolini a puramente donna/femminili, siano diventati abituati a pensare che i due sessi siano naturali. Nel pensiero popolare, medico e alcune forme di pensiero religioso, il sesso e il genere sembrano essere allineati “naturalmente”.
Mentre molte culture creano delle categorie come gli “uomini-donne”, il pensiero religioso occidentale ritiene questo un ibrido innaturale. Tuttavia molte tradizioni religiose di culture differenti come quelle dell’India, della Tailandia e quella nativa nordamericana possiedono miti che suggeriscono che l’umanità non potrà essere mai compresa da un sistema binario.
Forse ciò che è “innaturale” in entrambe queste storie è la presunzione che un particolare pensiero religioso possa regolare appieno un corpo e le sue pratiche in un sistema religioso. Gli “uomini-donne” sono diventati gli “omosessuali criminalizzati” del Senegal, un uomo “gay” è stato dissotterrato e l’adolescente transessuale vive con una diagnosi medica di “psicotico”. Queste sono le realtà dell’intolleranza religiosa. Sono rimasto a domandarmi cosa, in effetti, sia “naturale”.
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[1] Anne Bolin, “Transcending and Transgendering: Male to Female Transsexual, Dichotomy and Diversity”, in ed. Gilbert Herdt, Third Sex, Third Gender: Beyond Sexual Dimorphism in Culture and History (Zone Books, New York, USA, 1994).
* Melissa Conroy è assistente di religione presso il Dipartimento di Filosofia e Religione del Muskingum College di New Concord in Ohio (Stati Uniti d’America)
Testo originale: Unnatural acts?