Beati i Gay che vi sopporteranno
Articolo di Fausto Caffarelli tratto da Tempi di fraternità del giugno 1998
Lo confesso. L’8 aprile scorso sarei salito sul palco del “Maurizio Costanzo Show” e avrei abbracciato l’on. Fini, dopo averlo sentito affermare che un omosessuale dichiarato non può fare il maestro in quanto rappresenterebbe un pessimo modello educativo per i bambini. L’avrei abbracciato – rassicurandolo ovviamente sulle mie tendenze sessuali – perché con quelle parole aveva ridato alla destra il suo vecchio e caro volto intollerante di cui da qualche tempo sentivamo la mancanza.
Dopo congressi, congressini, convegni e quant’altro gli eredi di Almirante erano entrati, a tutti gli effetti, nei salotti buoni della politica.
Qualche timida ammissione sulle colpe del fascismo – vedi le leggi razziali del ’38 -, le osservazioni benevole del presidente Violante sui ragazzi della repubblica di Salò, il ruolo determinante nel progetto di riforma elaborato dalla Bicamerale e, voilà, la destra era stata ripulita, sdoganata e pronta ad affrontare l’immancabile tormentone delle “grandi sfide del terzo millennio”. Rispettata da tutti, alleati e avversari, ricevuta la patente di “democraticità” e socialmente presentabile, i suoi antichi vizi apparivano ormai reperti da museo.
E invece l’on. Fini ci ha fatto un regalo di Pasqua inaspettato, su un tema che da sempre scatena dibattiti infuocati. Diciamolo con franchezza, attorno all’omosessualità esistono ancora preconcetti duri da morire. È sufficiente pensare ai discorsi che ascoltiamo in ufficio o sul tram.
È tutto un fiorire di epiteti – che vi risparmio – di lazzi, ammiccamenti e derisioni verso persone che hanno semplicemente orientamenti sessuali diversi da quelli comuni. Sulle spalle dei gay e delle lesbiche grava un carico di sofferenze che spesso diventa insopportabile: non poter viver liberamente la propria sessualità è quanto di più frustrante possa esistere.
E a questo riguardo le colpe della chiesa e della morale che propugna – a volte più che oscurantista semplicemente priva di buon senso – sono enormi. Tutto in ogni caso è rimediabile, perché fra trecento anni qualche papa chiederà scusa per gli errori di oggi e il capitolo-omosessualità sarà archiviato definitivamente
Nei giorni successivi alle dichiarazioni dell’on. Fini non sono mancati gli strali della solita compagnia di giro. Un’intervista di Messeri alla “Stampa”, l’intervento di mons. Gino Concetti su “Repubblica”, un corsivo di fuoco sull'”Avvenire” firmato dal fantomatico Rosso Malpelo.
Il tenore, manco a dirlo, sempre lo stesso, teso ad affermare le posizioni tradizionali della chiesa che ritroviamo sintetizzate in modo perentorio nel Nuovo Catechismo (par.2357-2358-2359): “[…] Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati”. […]
In nessun caso possono essere approvati. […] Un numero non trascurabile di uomini e donne presenta tendenze omosessuali innate. […] Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione. […] Le persone omosessuali sono chiamate alla castità”.
Si fa appello alle scritture, quindi, ma in modo del tutto discutibile e assolutamente parziale. Basterebbe dire che Gesù non pronuncia una sillaba che una sull’argomento – mentre lo fa per altri comportamenti umani, ritenendoli contrari alla volontà del Padre – per mandare all’aria il compitino degli estensori vaticani.
Nel suo libro Libertà, gloriosa libertà (E.G.A.,1996) il teologo John J. McNeill – a proposito della guarigione del servo del centurione romano (Mt 8,5-13; Lc 7, 1-10) – si spinge oltre: “I due termini usati nella versione originale in greco dei due racconti sono entimos e pais. Potrebbero essere tradotti “il mio ragazzo prediletto ” e non potevano che significare a Gesù che si trattava di uomini legati da un rapporto omosessuale. […] L’episodio del Vangelo che ho appena citato (N.d.A.: McNeill sta parlando del brano di Luca) rappresenta l’incontro più ravvicinato che Gesù abbia avuto con qualcuno che oggi sarebbe definito gay; la sua reazione è di accettare la persona senza dare alcun giudizio, mostrandosi impaziente di aiutare il “ragazzo” a recuperare la salute” (pag.169).
A sostegno della propria interpretazione McNeill ricorda che i centurioni romani non avevano il permesso di sposarsi durante il servizio militare e al servo, talvolta, spettava prendersi cura anche del benessere fisico del padrone, il che poteva far nascere tra i due una vera e propria relazione d’amore.
Nelle scritture ebraiche ci sono diversi testi che lanciano condanne alle pratiche omosessuali. Esse, però, non sono rivolte agli atti in quanto tali ma alle loro circostanze aggravanti (idolatria, violenza carnale, corruzione di minori). Valga per tutti l’episodio di Sodoma e Gomorra (Gn 19), il cui vero peccato, secondo anche l’interpretazione che ne dà Gesù in Lc 10,10-12, è la mancanza di ospitalità per lo straniero.
C’è inoltre da considerare la situazione storica e se si pensa che secondo la concezione di allora quegli atti omosessuali erano compiuti da etero, ecco che la condanna diventa assai più comprensibile.
Quello che sconcerta nelle parole del Nuovo Catechismo è anche l’immancabile “appello alla castità”. Lo trovi dappertutto, un “prezzemolo” teologico, un’ossessione sospetta che attraversa tanti, troppi documenti vaticani.
Suvvia, finiamola di sbirciare nelle stanze da letto: è l’amore predicato dal Figlio il vero e unico punto di riferimento per un cristiano, un amore che desidera la felicità dell’altro, che rifugge l’egoismo e che si dona sino all’estremo sacrificio della morte.
Questo è ciò che dovrebbe essere sottolineato – con una matita rossa, cento volte, sino alla nausea. Signori teologi (non tutti, per fortuna), non vi siete mai accorti che le tentazioni di Gesù nel deserto non investono la sfera della sessualità, ma riguardano la bramosia di potere da voi mai sufficientemente biasimata ? Cari Messori & C., fatevi coraggio. La realtà è che gay e lesbiche ci precederanno nel regno dei cieli.