Caro Papa Francesco, la sofferenza dei nostri figli LGBT è anche la nostra!
Lettera a papa Francesco di Adriana Bustreo e Grazia Bollato, due madri cattoliche con un figlio gay di TuttiFiglidiDio di Mestre, gruppo di genitori cristiani con figli LGBT e i loro familiari, del 22 Marzo 2021
Caro Papa Francesco, ci rivolgiamo a te dopo la lettura del “Responsum” del 15 marzo della Congregazione della Dottrina della Fede, che in merito alla benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso ha dato risposta NEGATIVA.
Siamo Adriana e Grazia, due mamme cattoliche con figli omosessuali. Assieme ad altri genitori abbiamo fondato il Gruppo LGBT+ “TuttiFiglidiDio” di Mestre (Venezia), allo scopo di accogliere e confortare genitori e figli che si trovano a vivere questa difficile situazione.
Caro Papa Francesco, siamo certe che ti ricordi di noi perché lo scorso 16 settembre (2020) eravamo all’Udienza Generale in Vaticano da te presieduta. Quando ci sei passato accanto abbiamo richiamato la tua attenzione con un “grido” liberatorio che ci è uscito spontaneamente dal cuore: “Papa Francesco siamo genitori di figli omosessuali, i nostri figli hanno bisogno del tuo abbraccio”.
Tu ci hai rivolto lo sguardo dicendoci che avresti pregato per i nostri figli perché sono tutti figli di Dio e ci hai impartito la benedizione.
Caro Papa Francesco, con le tue parole e il tuo gesto sei riuscito a riscaldare il nostro cuore e quello dei nostri figli/e e a farci nuovamente sperare in una Chiesa aperta all’ascolto, alla tenerezza, all’AMORE per tutti i suoi figli.
Si Papa Francesco, succede troppo spesso che quando i nostri figli aprono i loro cuori cercando sostegno, conforto ed accoglienza, le comunità parrocchiali e i loro pastori li allontanino, facendoli sentire sbagliati, ammalati, estranei e contrari al disegno di Dio e li costringono psicologicamente a tenersi nascosti, invisibili alla comunità civile ed ecclesiale.
In questa medesima condizione veniamo precipitati anche noi genitori e tutta la famiglia perché risultiamo scomodi e creiamo disagio all’interno della comunità ecclesiale che questi temi vuole ignorare, fingere che non esistano.
Ora anche il “Responsum” della Congregazione della Dottrina della Fede ha provocato molto DOLORE tra i nostri ragazzi/e e in noi genitori. Queste prese di posizione creano sconforto e disperazione in situazioni già molto difficili nelle quali, noi genitori, con tanta dedizione e fatica, cerchiamo di portare consolazione, ma che danno motivo a taluni genitori per cacciare di casa i propri figli, che si ritrovano per strada, soli, abbandonati, disperati, senza prospettiva alcuna…… E i più sensibili talvolta non trovano altra soluzione che un drammatico atto estremo.
Noi, Santo Padre, le viviamo tutti i giorni, in prima persona, queste situazioni; noi, che abbiamo aperto i nostri cuori, siamo divenuti inconsapevolmente “genitori” di tanti ragazzi/e che i genitori naturali non vogliono più vedere e di questo sentiamo l’impegno della responsabilità. Sono ragazzi/e che cercano disperatamente comprensione, affetto, accoglienza, sentimenti che la Chiesa nega con incomprensibile durezza di cuore.
Perché, Papa Francesco, si continua a negare ai nostri figli/e la possibilità di vivere in pienezza il loro amore? Per quale motivo vengono considerati peccatori per una natura che non hanno scelto?
Crediamo che Dio non condanni le sue creature, ma le AMI, così come sono.
Crediamo che Lui, a qualsiasi dottrina anteponga il precetto dell’AMORE, dell’accoglienza e della speranza.
Caro Papa Francesco, sempre all’udienza del 16 settembre, ti abbiamo visto benedire un nutrito gruppo di sposi. E’ stato un gesto molto bello e commovente. Abbiamo visto nei loro occhi la gratitudine e la gioia per quanto stavano ricevendo. A qualche metro di distanza c’era una coppia di ragazzi gay uniti civilmente da poco, persone di grande fede alle quali viene negato qualsiasi riconoscimento da parte della Chiesa, anche un semplice segno di benedizione. Nei loro occhi abbiamo visto una immensa tristezza.
Caro Papa Francesco, la sofferenza dei figli/e è anche la nostra: Li abbiamo desiderati, concepiti, seguiti dal grembo materno fino alla maturità; ne abbiamo condiviso gioie e dolori, speranze e delusioni. I nostri figli/e li AMIAMO e sono il DONO più prezioso che abbiamo ricevuto da Dio.
Si Papa Francesco, Dio che è amore e come tale può generare solo cose buone, non può averci donato figli “sbagliati, disordinati, peccatori” da condannarli alla disperazione.
Caro Papa Francesco, noi preghiamo per te e per la Chiesa tutta nella speranza che si ritrovi la strada dell’AMORE, dell’accoglienza, della vicinanza, della parola che sappia infonde speranza, che sappia accarezzare il cuore di ogni uomo. E sarebbe un sogno averti in un incontro con i nostri figli/e LGBT+, perché tu possa toccare con mano la Fede, la bellezza e la tenerezza di cui sono capaci.
Ci rendiamo conto che non è facile e per questo ti ringraziamo di cuore per l’attenzione che ci riservi e per quello che vorrai fare per questi nostri figli.
Un caloroso abbraccio da due mamme che ti vogliono bene e pregano per te.