Contro l’omofobia “più Gesù e meno ddl Zan”. Ma davvero?
Riflessioni di Massimo Battaglio
Sta circolando in rete la foto di una ragazza che pensa di essere spiritosa. Vuole prendere in giro la campagna “Diamoci una mano” lanciata da Vanity Fair a favore del ddl Zan (quella per cui tutti ci facciamo un selfie con la scritta “ddl Zan” su una mano). Lei, di mani, ce ne mette due. Su una compare appunto “ddl Zan” con una bella croce sopra; sull’altra, la scritta “+ Gesù”.
Il capogruppo di Italia Viva al Senato deve averla presa sul serio, dal momento che propone (per adesso solo a voce) di accettare qualche modifica al testo approvato alla Camera (il che vorrebbe dire rimandarla appunto alla Camera, dove giacerebbe per almeno altri tre anni). Ma non è questo, che mi interessa (seppur gravissimo) in questo articolo.
A dire la verità, non mi interessa nemmeno la ragazzina, poveretta. Ciò che mi preme è riflettere su come certa Chiesa italiana, accusando noi di propagandare il “pensiero unico”, riesce a lavare il cervello anche ai più giovani usando il sapone sciocco e puzzolente della battuta spiritosa, a costo di rasentare la bestemmia.
Sì perché chiamare in causa Gesù per una questione così sciocca equivale a “nominare il nome di Dio invano“, cioè a bestemmiare. Sapete, cari cattolici col pedigree: tra i comandamenti, non c’è solo il sesto. E, quando fate dello spirito su questi argomenti, ne infrangete almeno tre: “non dire falsa testimonianza” (cioè non sparare cazzate dannose per qualcuno), “non desiderare la roba d’altri” (in questo caso, i loro diritti) e, appunto, “non nominare il nome di Dio invano”.
Vi siete sincerati che Gesù sia contrario al ddl Zan? Attenzione: non parlo di “atti omosessuali” che, secondo voi, sarebbero “intrinsecamente disordinati” (quando li compiono dei laici). Non parlo neanche di quello che voi chiamate “utero in affitto” con un disprezzo non degno di un cristiano. Di quelle cose, parleremo un’altra volta e scoprirete che comunque non avete alcuna ragione.
Ma ora stiamo parlando di ddl Zan, cioè di omofobia. E allora, la domanda è: siete proprio sicuri che Gesù sia contrario a combattere l’omofobia?
So già che mi risponderete che il ddl Zan, in realtà, non combatte l’omofobia ma tende a privilegiare “i gay” rispetto ad altre persone. Come se “i gay” non fossero già abbastanza protetti dalla legge ordinaria.
Bene. Si chiama “discriminazione positiva”. Serve per restituire dignità a quelle persone o categorie sociali la cui dignità è stata offesa. Sapete quante volte Gesù ha usato il criterio della “discriminazione positiva”? Sempre! Perché Dio privilegia i più deboli, quelli che gli uomini discriminano. Se voi foste davvero un po’ avvezzi alla preghiera (a quella liturgica, non alle vostre “intenzioni” in cui fate dire a Dio quello che vi pare), scoprireste che, da sempre, la Chiesa propone di recitare, ogni sera che Dio manda in terra, le seguenti parole:
“ha spodestato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”
è uno dei versetti del Magnificat, il cantico di Maria, che ci fa capire perfettamente da che parte sta suo Figlio. E non è una battuta spiritosa. E’ proprio il suo modo di agire.
La stessa legge di Mosè, quella che va dall’Esodo al vostro caro Levitico, è piena di passaggi in cui Dio privilegia le “fasce deboli” della società. Leggete qua:
“Non maltratterai la vedova e l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me il suo aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collerà si accenderà e vi farl morire di spada. Le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani” (Es 19,21-23)
“Non lederai il diritto dello straniero, dell’orfano e della vedova” (Dt 24,17)
“Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio per fare giustizia all’oppresso” (Sal 9,38-39)
“Beato l’uomo che ha cura del debole” (Sal 41,2)
Versetti come questi, si ripetono, nel Pentateuco, almeno una decina di volte. Non sto a contare quante volte ritornino per bocca dei profeti. Gli estensori della Bibbia non parlano espressamente di persone omosessuali o di ddl Zan (e tenderei a giustificarli, dal momento che non sapevano cosa fosse l’omofobia nè tantomeno chi fosse Zan).
Ma sono abbastanza chiari nel farci capire che Dio predilige eccome alcune persone rispetto ad altre. E particolarmente, quelle che vivono in una condizione di oppressione. Vi dice niente?
Sì ma – dite voi amanti del Gesù delle preghierine – la legge italiana prevede già che una persona picchiata o insultata venga punita. Perché dovremmo punirla di più? Perché sì! Picchiare o insultare una persona per via del suo orientamento sessuale, è più grave che farlo perché tiene per la squadra avversaria alla vostra. Fa più danno e dunque va punito di più. Esattamente come va punito di più chi picchia una persona perché ha la pelle nera o perché non sopporta la vostra religiosità.
Non siete d’accordo? E allora torniamo alle Scritture. Sapete quante volte, nella Bibbia, si punisce lo stesso reato in maniere diverse a seconda della posizione sociale della vittima? Tantissime. Vi faccio qualche esempio.
“Se uno ha rapporti con una donna che sia schiava e sposata a un altro uomo, saranno tutti e due puniti. Ma lei non sarà messa a morte perché non è libera”. (Lev 19,20)
In questo caso, la condizione di debolezza determina uno sconto di pena. In altri casi, il delitto compiuto contro persone deboli determina un’aggravante. Prendiamo il racconto di Sodoma, che tanto vi piace. Sappiamo com’è andata. Due forestieri arrivano a Sodoma; i sodomiti (che non erano tutti gay, dai! Magari! Come avrebbero fatto a riprodursi? Affittando uteri dalle donne della città vicina? Battuta spiritosa eh?) organizzano contro di loro uno stupro di gruppo. Ora: la legge di Dio, per delitti come questo, prevederebbe la morte. Ma qui c’è di più: Dio fa addirittura scendere una pioggia di zolfo e incenerisce la città. E non per uno stupro avvenuto ma per un semplice tentativo. Perché questo aggravio di pena? Proprio perché si trattava di due forestieri, cioè di persone in una condizione debole, non determinata da una propria scelta. Yahve si arrabbia tanto con Sodoma perché
“essa e le sue figlie avevano superbia, ingordigia, ozio indolente, ma non stesero la mano al povero e all’indigente” (Ez 16,49)
C’è un passo del Vangelo in cui Gesù dice che Dio potrebbe arrabbiarsi ancora di più se vede maltrattare una persona debole:
“In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete. Quando entrerete nella casa, salutate. Se quella casa ne è degna, venga la vostra pace su di essa ma, se non ne è degna, la vostra pace torni a voi. Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città”. (Mt 10,1-15)
Qualcuno usa questo passo per dire che Gesù ce l’ha coi sodomiti. Ma quando uno ha le fisse, lasciamo che si fissi. C’è semplicemente scritto che l’ospitalità è ancora più sacra quando l’ospite è venuto a portare la pace del Vangelo. In questo caso, la punizione per chi non lo accoglie subirà un’aggravante ancora ulteriore. Sarà anche questa una battuta spiritosa?
Il principio di tutela della parte più debole è ciò che differenzia la legge ebraica da quella babilonese del taglione. Per il resto sono quasi identiche: per reato inferiore, pena inferiore, per reato superiore, pena superiore. Non l’ho inventata io. E’ parola di Yahve.
Dunque, “più Gesù e meno ddl Zan” non può essere archiviata come battuta spiritosa. Oltre a non essere spiritosa per niente, è proprio un’offesa a Gesù.
Chi ficca queste cose in testa ai giovani e alle persone meno istruite (peggio che mai se è un prete o una persona con responsabilità politiche), temo che ne risponderà davanti al tribunale dell’Altissimo.