Dopo Lambeth la Chiesa anglicana resta bloccata nella sua crisi
Articolo tratto da euronews.net del 4 agosto 2008
Tra minacce di scima e divisioni la Conferenza di Lambeth, che ha riunito a più di 650 vescovi da tutto il mondo, si è chiusa con un nulla di fatto. La decisione di far accedere all'ordinazione vescovile gli omosessuali e le donne sta continuando a dividere le diverse Chiese di fede anglicana, soprattutto le Chiese del sud e del nord del mondo. Ma, per ora, si è scelto di non decidere.
La Conferenza di Lambeth, che ha riunito a Londra più di 650 vescovi da tutto il mondo, si è chiusa con un nulla di fatto. Non sono bastate tre settimane di incontri e preghiere a mettere d’accordo le due anime della chiesa anglicana, quella tradizionalista e quella progressista.
“A complicare di piû le cose – sostiene l’arcivescovo di Canterbury – è la convinzione data per scontata che il matrimonio o il conferimento degli ordini agli omosessuali, sia una questione di diritti umani. Non è tanto una posizione rivendicata da chi fa parte della nostra Chiesa, quanto piuttosto un’idea che si sente spesso, che si legge nella stampa laica, e io non posso accettarla. Le condizioni per consacrare le unioni devono derivare dal pensiero e dalla preghiera della Chiesa stessa”.
É proprio il conferimento degli ordini agli omosessuali a continuare a dividere profondamente le diverse Chiese di fede anglicana. I tradizionalisti non accettano ad esempio che Gene Robinson, gay dichiarato, sia vescovo nella chiesa americana.
E continua a far discutere anche il conferimento degli ordini alle donne, un’altra iniziativa della Chiesa americana, che è stata poi seguita da una quarantina di altre Chiese nel mondo.Una serie di divergenze, soprattutto tra le Chiese del sud e del nord del mondo, che rendono reale la minaccia di uno scisma.