Le star degli Usa in trincea per i diritti gay
Articolo del 29 marzo 2013 di Barbara Ciolli pubblicato su lettera43.it
A Washington, il sì ai matrimoni gay è nell’aria. Il popolo americano è sempre più d’accordo: gli ultimi sondaggi danno il 49% dei cittadini favorevole e il 44% contrario, con un’inversione significativa di tendenza.
Ex presidenti e potenti segretari di Stato chiedono venia per gli errori del passato e la Corte Suprema si appresta, a fine giugno, a proclamare una sentenza storica.
I DUBBI DEI GIUDICI. Sul Defence of Marriage Act (Doma), la legge federale del 1996 che riconosce come matrimonio solo quello tra uomo e donna, dibattono nove giudici. E il quinto saggio, il conservatore Anthony Kennedy, secondo indiscrezioni avrebbe espresso dubbi sulla legittimità del testo, disconosciuto dallo stesso Bill Clinton che pure fu suo promotore.
LE CELEBRITÀ GAY FRIENDLY. Nella muraglia repubblicana, quindi, sembra essersi aperta una breccia. Anche grazie al contributo di molte celebrità del jet set.
Le lotte di storici attivisti gay come Harvey Milk e il nipote Stuart sono state cavalcate da icone trasgressive come Madonna e da attori come Sean Penn o Brad Pitt.
E piano piano la mobilitazione si è estesa a tutta la comunità artistica della California, avanguardia del movimento Lgbt (gay, lesbiche, bisessuali e transgender), coinvolgendo anche alcuni supporter conservatori, come Clint Eastwood. Eppure tra i vip resiste anche una nicchia di chi, come Mel Gibson e Paris Hilton, si ostina a dire no.
Reiner, Eastwood, Spielberg: il grande cinema sta con i gay
Il grande cinema, per una volta, è in prima fila. L’attore e regista Rob Reiner, per esempio, è tra gli attivisti che hanno richiesto di assistere alle udienze della Corte suprema di Washington sui gay.
LA GIRAVOLTA DI SCHWARZENEGGER. A fare il tifo con lui, il collega Sean Penn che nel 2009, stringendo l’Oscar ricevuto per Milk in cui interpretava il primo politico dichiaratamente omosessuale degli Usa, dichiarò: «Chi si batte per vietare i matrimoni gay deve solo vergonarsi». Parole condivise oggi dall’ondivago Arnold Schwareznegger, il Terminator ex governatore della California che ha più volte cambiato idea sulle nozze omosex.
LA PETIZIONE DEI REPUBBLICANI. Ma anche da un maestro del cinema come Clint Eastwood che, dopo aver bastonato l’operato della prima amministrazione di Barack Obama, sui diritti agli omosessuali si è schierato col presidente. Eastwood, in passato molto scettico sulle unioni omosex, a 83 anni ha firmato la lettera con la quale 100 esponenti del Partito repubblicano chiedono alla Corte suprema di bloccare la Proposition 8, il testo del referendum popolare del 2008 che abolì il matrimonio tra persone dello stesso sesso in California. Alla fine, il vecchio Clint ci ha messo la faccia pur di smuovere la destra più tollerante e aperta di mente, decisiva per vincere la partita.
LE DONAZIONI VIP. Con lui c’è il compagno di statuette Steven Spielberg che nel 2008 ha donato 100 mila dollari per la causa contro la Proposition 8. «Una discriminazione che non deve, in nessun modo, avere spazio nella Costituzione», ha sottolineato il regista. Lo stesso ha fatto, nel 2012, Brad Pitt, lieto di mettere mano al portafoglio perché «le nozze gay sono inevitabili».
Pitt e la moglie Angelina Jolie sono convinti che gli Usa siano ormai pronti a superare un tabù delle generazioni passate. E con l’amico George Clooney e altri attori dell’American foundation for equal rights (Fondazione americana per gli uguali diritti) come Whoopi Goldberg e Zac Efron hanno organizzato, l’anno scorso, la piece teatrale 8 contro la Proposition, più altri eventi per finanziare la comunità Lgbt.
LADY GAGA COME MADONNA. Non è da meno la patinata scena musicale americana. Tra le popstar paladine dei gay c’è, naturalmente, Madonna, apripista negli Anni 80 della battaglia mediatica in favore dei diritti agli omosessuali e tuttora pasionaria indefessa.
A tentare di rubarle la scena è arrivata, nel nuovo millennio, la giovane Lady Gaga, madrina – con l’endorsement della Casa Bianca dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton – dell’Europride di Roma nel 2011.
Si è accodata anche la cantante e attrice Beyoncé, che, alla vigilia della riunione della Corte Suprema, ha twittato convinta: «Uniti per eguaglianza dei matrimoni. È giunto il tempo di sposare chi ami».
Gibson, Hilton, Cameron: l’omofobia che resiste
MEL, ALCOL E INVETTIVE. Se si esclude l’incorreggibile Mel Gibson, nel jet set grandi nomi ostili alle nozze gay non se ne incontrano. Oltre che per il fanatismo religioso, l’attore-regista statunitense naturalizzato australiano è noto per la sua omofobia. Diverse star del cinema, non ultima l’attrice Winona Ryder, hanno riferito di battute di Gibson, ubriaco ai party, contro gli omosessuali. Tanto che il fratello minore Andrew, gay dichiarato, ha dovuto spezzare pubblicamente una lancia in suo favore, assicurando che, da sobrio, Mel non ha mai detto «niente di razzista o aggressivo».
Sgradevoli anche le uscite del rapper americano 50 Cent, al secolo Curtis James Jackson III, che ha dichiarato: «Non mi vanno i finocchi, non mi piace avere attorno gente gay. Non che abbia pregiudizi, è che non ho molto in comune con loro». Rincarando la dose su Twitter il rapper ha aggiunto «Se sei un uomo e a più di 25 anni non hai una figa, devi dannarti».
LE STAR DEL TEA PARTY. Con lui, la viziata ereditiera Paris Hilton, inqualificabile nel dichiarare, in piena campagna per i diritti agli omosessuali: «Sono disgustosi, arrapati e hanno sempre l’Aids».
Ma sono soprattutto gli idoli del ‘ventre molle americano’ a remare contro i gay. La comica Victoria Jackson, ex star del popolare Saturday Night Live confluita nel calderone iperconservatore del Tea Party, ha sferrato una crociata contro i «matrimoni gay che la fanno impazzire».
Il musicista mormone Alan Osmond, componente di una folk band che negli Anni 70 faceva impazzire l’America, è arrivato a sostenere che i gay dovrebbero essere soggetti a «terapie di riparazione».
DA WASHINGTON A CAMERON. Ma la lista degli omofobi eccellenti non è finita. Isaiah Washington, controversa star della serie tivù Grey’s Anatomy, ha finito per fare addirittura a botte dopo aver chiamato un collega «frocio». E per il regista e scrittore Kirk Cameron, devoto fedele della Chiesa battista, «l’omosessualità è innaturale, deleteria, in ultima istanza, distruttiva per le fondamenta della civiltà».
EVERETT CONTROCORRENTE. La ‘delusione’ più grande, però, è arrivata da Rupert Everett, fascinoso attore britannico che ha sfondato a Hollywood. Gay e grande amico di Madonna, nettamente (e paradossalmente) contrario ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e alle adozioni. «Li detesto e non riesco a pensare a niente di peggio che venir cresciuto da due papà», ha dichiarato tranchant. E non si discute.