Grazioso ragazzo dal cuore degno di un Cristo

Io ringrazio semplicemente Benigni per quel che ci ha donato. Certe “parole” non passano inascoltate. Anzi! Generano pensieri, meditazioni, riflessioni. Ho letto da cristiano la lettera di un cristiano. Ho letto da uomo la lettera che un uomo scrive ad un altro uomo. Ho letto in quelle parole tanta fede, tanta speranza, tanto amore.
L’amore…è ciò che ci rende simili a Dio. È il sentimento che più degli altri ci pone sullo stesso piano di Dio. Quando si ama veramente si sta bene, si vive, si ascolta volentieri il cuore pulsare. Anche i sospiri assumono un significato diverso. Quando si ama si smette di essere terreni: non siamo più legati al tempo e sembra di toccare il paradiso con un dito…ci troviamo spesso al settimo cielo. Tutto assume colore, luce, sapore.
Si è pronti a donarsi, ad immolarsi, a gettarsi in tutto purché quel battito non cambi ritmo. Lo stesso battito provato anche da Cristo. E che da quel giorno di Pasqua continua ad echeggiare nella storia. “Dal cuore degno di un Cristo…” Mi sono soffermato a lungo a riflettere su questa frase. Su un pensiero ricco di contenuto, di teologia, di senso. Qualcosa che ci proietta al di là della nostra immaginazione. Della visione errata che ci facciamo o ci propongono di Cristo.
Siamo tutti un po’ Cristo quando amiamo. Siamo tutti un po’ crocifissi quando siamo giudicati sull’amore. Siamo rei di un peccato non nostro: l’amare.
Per riuscire a non amare dovremmo eliminare Dio dalla nostra vita! Ma fin quando Dio sarà presente in noi, nella nostra storia di credenti o non ci sarà impossibile non amare. L’amore è un po’ come il peccato originale. Ce lo ritroviamo addosso senza sapere come. Senza averlo chiesto ne commesso. Una macchia indelebile della presenza, del passaggio di Dio nella nostra vita.
Quell’antico gesto narrato nella genesi…l’unico peccato commesso da Dio in tutta la sua storia: aver amato l’uomo. Tanto è che getta nella sue narici l’alito di vita, il battito che fa si che l’uomo viva.E da allora quel battito non si è più fermato. Quello stesso battito che si incarna nella storia e prende forma in Maria. Prende nome : Cristo, Gesù. Colui che è venuto per farci capire cos’era quel suono, a che serviva quel muscolo che sfugge a ogni controllo umano.
Siamo alle porte della Quaresima. Il tempo in cui siamo chiamati a riflettere sulla nostra vita, a rivedere le nostre scelte. Questo tempo che ci condurrà fino alla croce e oltre….alla resurrezione. Mi piace allora rileggere questa lettera alla luce di quell’evento “d’amore” che ha sconvolto il mondo.
Per alcuni sarà blasfemia, per altri peccato, per altri ancora sacrilegio…forse solo per pochi sarà una scelta coraggiosa di ha ancora la fermezza e la voglia di amare. Tre scenari diversi ma uguali nel significato: il Golgota, l’Inghilterra di Wilde, l’Italia di oggi. Tre croci diverse…ma su di esse lo stesso uomo crocifisso: condannato a quella pena semplicemente perché aveva troppo amato.
Tre culture diverse ma uguali nel gettare sentenze: chiuse nei loro ritualismi, nelle loro false tradizioni, nel finto pudore, nell’imporre pesi e sentenze alla povera gente, prigioniero di una paura verso ciò che è diverso o che semplice non entra nei loro canoni. Duemila e passa anni fa fu processato e condannato un uomo che aveva osato promulgare l’amore, senza barriere, senza crismi, senza misure, senza disuguaglianze.
Cento e passa anni fa fù processato e condannato un uomo che aveva osato amare, professare il suo amore, vivere il suo amore, lasciare al suo cuore di battere liberamente. Oggi, proprio come ieri, continuiamo a condannare e processare uomini o donne che liberamente scelgono di seguire il proprio cuore, la propria anima, il proprio essere. Non importa se tutto questo va contro Dio. Basterebbe ricordare che il Padre celeste ama tutti i suoi figli di qualsiasi razza o colore, come è proclamato nel Nuovo Testamento.
Dio vuole che tutti gli uomini giungano alla salvezza (1Tm 2,4), perché li ama e per tale ragione ha inviato il suo Figlio, l’Unigenito, affinché chiunque crede in lui…abbia la vita eterna (Gv 3,16). Lì dove vi è amore, amore vero, non può esservi peccato, altrimenti Cristo stesso sarebbe peccato.
Lui, che ha amato più di tutti. Senza distinzione, senza preferenze, senza interessarsi di che pensiero erano, di che nazione, di che orientamento. Ha guardato a tutti con lo stesso sguardo. Adulteri, peccatori, ladri, lebbrosi…tutti allo stesso livello…perché bisognosi solo d’amore.
La lettera di Wilde si apre e si chiude nel nome dell’amore immortale. Nel nome di quell’amore che non muore mai, che vince tutto, anche le prove più dure. Quell’amore che anche se non capito, ostacolato, deriso, perseguitato, crocifisso…trova in esso stesso la forza di risorgere.
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa dell’AMORE. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. (Mt 5,11-12)
Che sia davvero una Quaresima alla riscoperta dell’amore, quello vero, quello che illumina ogni uomo.
Buona Quaresima a tutti.