Incontrarsi a Grosseto ‘per una cultura che dica no all’omofobia
Articolo di Elizabeth Green tratto da Riforma dell’11 gennaio 2011
«Omosessualità e vangelo», raccolta di lettere e risposte da parte di don Franco Barbero e curata da Pasquale Quaranta, è stato il filo conduttore di un incontro intitolato «Stop omofobia» tenutosi a Grosseto il 15 dicembre (2010).
L’iniziativa è stata proposta da una serie di associazioni tra le quali Agedo Toscana e Immaginarte. È stata infatti Stefania Mulém, attrice nonché presidente di Immaginarte, a leggere alcuni brani del libro prescelto per dar voce al disagio provato da molte persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali (lgbt).
A moderare l’incontro Gianfranco Capecchi, noto giornalista Rai di Grosseto, il quale ha sottolineato l’importanza dell’occasione tenuta proprio nella sala Pegaso della Provincia.
Come chi scrive ha potuto sottolineare, non era la prima volta che a Grosseto venisse affrontata la questione dell’omofobia in quanto la locale chiesa battista è stata impegnata in questo senso almeno a partire dal Gay Pride che si era svolto a Grosseto nel 2004.
Profonda e significativa la testimonianza di don Barbero il quale ha subito messo in evidenza quanto sia stato importante per lui il continuo contatto con il protestantesimo.
Il discorso, infatti si è sviluppato sul nostro modo di relazionarci con chi percepiamo, per qualsiasi motivo, diverso o diversa da noi. A rappresentare la curia don Sandro Spinelli il quale, contestato dal pubblico, ha poi lasciato la sala.
Aurelio Mancuso del blog «Diritti e libertà» ha insistito sui diritti delle persone lgbt soprattutto per quanto concerne la coppia, mentre Maria Vanna Zannini ha presentato la relazione di Amnesty International «Identità negata. La discriminazione sessuale nel mondo».
Sebbene, come spesso accade a Grosseto la partecipazione a livello cittadino sia stata ridotta, l’incontro è stata senza altro importante non solo per compattare persone che da anni lavorano sull’omofobia nel proprio ambiente ma anche, e soprattutto, per diffondere una cultura basata sul dialogo e sul rispetto in una società che più che mai ne ha bisogno.