L’amore dell’altro come segno di un altro Amore. Il nostro cammino di genitori con le coppie cristiane omosessuali
Riflessioni di Corrado e Michela Contini del Gruppo Davide di Parma sul cammino per coppie cristiane omosessuali 2018-2019
E’ finita ma subito ci torna la nostalgia di quei volti, di quelle storie, di quei cuori!! “A chi se non a noi genitori tocca a testimoniare il messaggio d’amore predicato e incarnato da Gesù nel momento in cui i nostri figli ci chiedono di camminare con loro per accompagnarli a vivere alla luce del sole e a farli “nascere” di nuovo?” (Anna Battaglia di Ragusa)
Anche quest’anno, aderendo alla richiesta di cinque coppie cristiane, gay e lesbiche, di poter essere accompagnate in un cammino di discernimento, abbiamo costruito con loro un percorso fatto di racconti di esperienze, di confronto, di riflessione su come “integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé” (D.F.XV° Sinodo dei Vescovi n. 150).
Ringraziamo di cuore queste coppie per averci accolto, per aver aperto il loro cuore e le loro speranze con dei genitori (evento quanto mai raro in verità!), mentre per noi è stato forte il desiderio di voler condividere con loro la bellezza e la ricchezza di un cammino di coppia durato 44 anni.
È stato un percorso articolato in tre weekend successivi che ha cercato di ragionare su termini quali: il nostro vissuto, identità personale e di coppia, dialogo, ascolto, intimità, passione, tenerezza, progetto, castità, fedeltà, fecondità nel generare l’altro.
Questi termini sono gli stessi che caratterizzano ogni vita di coppia, sia etero che omo, e racchiudono in sé il desiderio di una vita buona, il desiderio del bene dell’altro, il desiderio di costruire insieme quel sogno che dall’”IO” arriva al “NOI”, in una parola la vocazione all’amore.
E’ stato un percorso itinerante in diverse città italiane sempre connotato dalla calorosa e generosa ospitalità delle comunità religiose che ci hanno accolto, segno tangibile di quella Chiesa che, come auspicato, “si faccia accogliente e vicina, dia spazio al dialogo, sia testimonianza di fraternità. Una Chiesa che sappia creare spazi dove risuonino le voci dei giovani” (Christus Vivit n.38).
Questo spirito di accoglienza e di fraternità ha reso possibile aprire i cuori di questi giovani per raccontare dal profondo le loro esperienze e quanto le storie faticose delle famiglie e delle comunità di appartenenza li avessero segnati. In molti di loro abbiamo ascoltato la difficoltà di essere accettati, accolti, capiti, in alcuni di essere rifiutati. Abbiamo raccolto la sofferenza di chi per anni ha subito le cosiddette “terapie riparative“ inculcando in lui la convinzione di essere intrinsecamente incapace di amore e di fedeltà.
L’incontro con l’altro/altra e il sentirsi amati per come si è, è stato per tutti e per tutte una svolta nella loro vita e per alcuni il modo tangibile e concreto di sentirsi amati dal Padre.
“Vedo la nostra vita di coppia in un progetto di fede. Mi sento accettata e amata da Cristo”… “Adesso non sono più solo, mi sento più forte”…” Vale la pena vivere questa scelta, dare meno importanza alle mie paure”…” Vedo in lui e nel nostro rapporto cose che altri non vedono e per questo sono disposto a rinunciare al mio lavoro, a cambiare città”…” Ho messo il NOI davanti ad ogni altra cosa”…” Abbiamo iniziato a confrontarci e dialogare, a capire che ancora tante cose l’uno dell’altro ci sono nascoste”…” La nostra vita di coppia ci ha fatto crescere nella vita di fede. La vita di fede ci accomuna”.
Queste brevissime testimonianze raccolte dalle coppie partecipanti rendono bene ragione del fatto che in ognuno di loro è chiara e percepita come profondamente costitutiva anche nella propria omoaffettività, la percezione del limite di sé e che l’incontro con l’altro porti ad una vita bella e ricca di bene.
Noi coppia di sposi e genitori abbiamo voluto essere per loro unicamente compagni di strada, ed abbiamo gioito grandemente nel vedere che i valori fondanti la nostra relazione sono gli stessi della loro relazione d’amore a conferma della validità universale e per tutti che quel bene – la relazione – può assume tanti volti.
Sì, davvero, siamo rimasti toccati dalla profondità e dalla ricchezza della loro vita interiore e di fede, testimoniata nelle Eucarestie celebrate insieme e nelle preghiere conclusive che qui sono raccolte in cui ben si esprime la loro volontà di “leggere la propria storia; aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; discernere le migliori forme per realizzarlo” (D.F. XV° Sinodo n.150).
Ecco le loro intenzioni:
“Ti do il benvenuto nella mia casa, Signore Gesù. Chiedo di aiutarmi a vincere l’imbarazzo dell’averti così vicino ai miei difetti. Insegnami che sei Tu la fedeltà, capace di superare ogni difetto, ogni peccato. Resta sempre con me, oltre tutto”.
“Signore ti prego per tutte le coppie gay, custodiscile, aiutale, dona loro un percorso! Ti prego anche per tutti coloro che sono perseguitati a causa della loro sessualità: non lasciarli soli!“.
“Ti ringrazio Signore per i beni che mi hai fatto incontrare nel mio cammino, dal primo incontro con Paolo, la mia anima gemella, che mi scolpisce ogni giorno e mi modella a sua e tua immagine. Il progetto che tu hai per noi è da tempo iniziato e noi tuoi umili servitori confidiamo in Te e nella tua guida che di certo mai ci abbandonerà”.
“Preghiamo perché sappiamo sperare sempre in una realizzazione futura fidando che tante cose incomprensibili al presente ci saranno chiare se sapremo affrontarle usando amore“.
“Grazie Signore Gesù per il dono di questo cammino che ci ha aiutato a vivere meglio la nostra vita di coppia e soprattutto non ci ha fatto sentire sole, ma accolte e accettate così come siamo“.
“Signore grazie di questi incontri. Finalmente anche noi possiamo dire di aver ricevuto la “Buona Novella”. Ti preghiamo Dio affinché non rimaniamo sole dopo questi incontri. Fa o Dio che ci sia la possibilità di essere seguite e aiutate. Grazie per aver trovato il tuo sguardo tramite gli occhi di chi ci è stato vicino”.
“Preghiamo per i pastori della Chiesa. Perché siano consapevoli sempre più delle loro responsabilità verso Dio e la Chiesa suo popolo”.
“Ti prego Signore perché riusciamo a testimoniare la nostra fede in maniera sempre nuova, originale e creativa nel segno dell’accoglienza e nel dono all’altro e agli altri“.
“Signore fa che io e Giuseppe sappiamo aderire a un progetto di vita veramente in linea con la tua volontà. Fa che il nostro amore non ristagni ma che fluisca e tracimi da Te attraverso noi a tutte le persone che metterai sul nostro cammino, al mondo intero. Fa che siamo capaci di generarci e custodirci con tenerezza e che nel dispiegarsi dei tuoi meravigliosi piani d’amore per noi, possiamo essere luce e sale per altri e non smettiamo mai di ringraziarti”.
“Signore grazie per avermi fatto sentire la tua presenza amorosa attraverso chi ci hai messo accanto e nella quotidianità attraverso Luigi. Dammi sempre più serenità e amore“.
Ecco perché in loro è nato forte il desiderio di poter continuare insieme a custodire e coltivare il germoglio scaturito dalla scoperta di poter amare ed essere amati nel dono di sé che nasce dalla rivelazione diventata consapevolezza di essere stati tutti pensati come un prodigio “sin dalle viscere di nostra madre”.
A conclusione possiamo affermare di aver raccolto da loro il vivo desiderio di una relazione d’amore capace di dono di sé e di apertura all’altro, di pazienza e di dialogo, di ascolto e di misericordia, di passione e di progetto, di fedeltà e di castità, gli stessi valori che abbiamo potuto sperimentare noi nei nostri 44 anni di matrimonio.
Ecco perché sollecitiamo altri genitori e pastori nel moltiplicare tali iniziative che riteniamo fondamentali per aiutare e sostenere anche questi nostri figli e figlie Lgbt che da un lato si sentono scartati e dall’altro avvertono come irrinunciabile il desiderio di una vita a due in cui poter assaporare la gioia di amare ed essere amati per quello che si è.
Sempre nostri figli. Tutti nostri figli. Tutti figli di Dio.