L’Arcivescovo di Montevideo: “Dio ti ama per quello che sei e non per l’orientamento sessuale”
Articolo di Ana De Salvo tratto dal sito El Diario (Uruguay) del 20 febbraio 2014, liberamente tradotto da Dino
Ha provocato sorpresa il discorso progressista del (Vescovo cattolico) mons. Sturla, che sulla stessa linea di papa Francesco dimostra una grande differenza con le opinioni del suo predecessore Nicolas Cotugno sulla marijuana e l’omosessualità.
Daniel Fernando Sturla Berhouet (nato a Montevideo il 4 luglio 1959) è un sacerdote salesiano succeduto a Mons. Nicolas Cotugno, che nel settembre 2013 è andato in pensione, al compimento dei 75 anni. Sturla fu ordinato sacerdote nel 1987 ed è il nuovo responsabile della diocesi di Montevideo (Uruguay), incarico che ha occupato facendo scalpore con un discorso in totale sintonia con papa Francesco.
Questa nuova linea della Chiesa cattolica di Montevideo si è manifestata con un esplicito riconoscimento dell’omosessualità come un’opzione sessuale in più, una maggiore tolleranza verso l’uso del preservativo nei rapporti sessuali e la convinzione che “la falsa moralità” della Chiesa cattolica a volte “soffoca il Vangelo”, affermazioni che il nuovo arcivescovo ha fatto non appena occupato il suo posto.
Il nuovo capo della congregazione cattolica di Montevideo proviene da una famiglia che sa come muoversi in campo politico; suo fratello, Martin Sturla, è stato un eminente legislatore del Partito Nazionale (Herrerismo) ed è morto nel 1991, a 37 anni.
Le sue prime dichiarazioni come arcivescovo di Montevideo segnano un radicale cambiamento rispetto alle opinioni adottate pubblicamente dal suo predecessore Cutugno su temi come l’aborto, il matrimonio ugualitario e la regolamentazione della marijuana.
In questo senso Sturla ha avuto parole di elogio per il presidente José Mujica: “L’esempio di austerità” del presidente “è stupendo”, ha detto in un’intervista pubblicata oggi dal settimanale Busqueda.
“Ho amici omosessuali. Ho avuto dei ragazzi con i quali ho parlato di questo argomento, ho assicurato loro che Dio li ama profondamente. Dio ti ama per quello che sei e non perché ti orienti da una parte o dall’altra dal punto di vista sessuale”, ha detto. Ha tuttavia puntualizzato che, in accordo col dogma cattolico, avere rapporti sessuali al di fuori dal matrimonio è peccato.
Anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso deve sottostare a questi postulati religiosi. Invece il suo predecessore si riferiva all’omosessualità come ad “una malattia”, in linea con altri precedenti pronunciamenti del Vaticano.
L’arrivo di Francesco in Vaticano ha segnato un prima e un dopo l’aver pronunciato una frase che si è trasformata in un forte messaggio per i cattolici e per quelli che non lo sono: “Chi sono io per giudicare un omosessuale”, ha indicato e in qualche modo marcato il campo d’azione per tutti i sacerdoti che sono sottoposti alla sua autorità.
Sturla ha avvisato che se una coppia omosessuale si presenta col proprio figlio alla Madre Chiesa, questo sarà battezzato secondo il rito cattolico. “Nessuno può negare (ad un bambino) il battesimo perché ha due papà o due mamme” ha commentato. L’arcivescovo ha detto che questo principio ha la precedenza sulla posizione contraria dei cattolici alla possibilità che gli omosessuali possano adottare o avere figli.
“Non voglio contraddire quello che ha dichiarato il precedente arcivescovo”, ha chiarito Sturla. “Ma tutti abbiamo fatto dei passi avanti riguardo al tema dell’omosessualità (…) Una cosa era vent’anni fa, quando in una scuola c’era un ragazzo che veniva etichettato con un nomignolo a causa del suo modo di essere, e un’altra cosa è oggi.
In questo senso la società è evoluta positivamente perché oggi riesce a comprendere e si sa che esistono persone che per varie ragioni hanno caratteristiche personali o preferenze o orientamento sessuale diversi dalla maggioranza”.
Mons. Sturla ha ammesso che tanto questa faccenda, così come quella della regolamentazione della marijuana, non riescono a raggiungere l’unanimità nella Chiesa uruguayana, mentre l’arcivescovo di Minas, Jaime Fuentes, vicino all’Opus Dei, si è dichiarato contrario al pacchetto di leggi di carattere morale e comportamentale che il governo di Mujica ha approvato.
Riguardo all’aborto, altra questione alla quale i cattolici hanno opposto grande resistenza, l’arcivescovo ha dato una notevole svolta alle direttive del vertice. In questo senso, ha dichiarato sul giornale El Pais: “L’approvazione dell’aborto c’è già, ora si devono guarire le ferite della società”.
Testo originale: El discurso progresista del nuevo Arzobispo de Montevideo