Le Chiese anglicane sono ancora omofobe?
Articolo di Ecumenical News International tratto da ekklesia del 6 maggio 2008, traduzione di Domenico Afiero
l reverendo Kirker, da trent’anni alla guida del Movimento gay cristiano britannico (Lesbian and Gay Christian Movement), prima di lasciare il suo incarico prova a tirare le fila della complessa discussione in corso nella chiesa Anglicana mondiale sull’accettazione delle persone omosessuali. Una discussione che purtroppo minaccia di spaccare profondamente questa chiesa che ora “dovrà prendere posizione per non essere più associata all’omofobia”.
Il Reverendo Richard Kirker, diacono anglicano, che si dimetterà quest’anno (2008 ndt) dopo essere stato per trent’anni alla guida del Movimento gay cristiano britannico (ndt acronimo di Lesbian and Gay Christian Movement), ha ricordato a Martin Revis che se la comunità anglicana mondiale si dividerà sul tema dell’omosessualità, la responsabilità cadrà su “coloro che si sono allontanati”.
“Ad ogni modo, se (gli anglicani pro gay ndr) saranno considerati responsabili di uno scisma , che scisma sia. Ma credo che la responsabilità sarà in primis di chi sceglie di separarsi da noi. Non abbiamo mai chiesto a chi non è d’accordo con noi di lasciare la Chiesa”, aggiunge Kirker, il quale il 31 agosto 2008 passerà le redini del Lesbian and Gay Christian Movement al Reverendo Sharon Ferguson.
“Non ci siamo comportati come se volessimo una scissione”, ricorda Kirker in una recente intervista al giornale “Ecumenical News International” nel quartiere generale del Movimento gay cristiano a Londra, “siamo rimasti in questa Chiesa nonostante i tanti rifiuti che hanno spinto molti uomini e donne gay e i loro amici eterosessuali ad abbandonarla”.
Kirker osserva: “Se vi sarà una sorta di scisma o solo una separazione temporanea, forse sarà una buona occasione per riflettere sulla realtà così la verità, in quello che diciamo, senza alcun dubbio verrà alla luce”. Poi, aggiunge:” si vedrebbe così, con durezza, la realtà che andiamo descrivendo da sempre, cioè che la Chiesa è un’istituzione piena d’omofobia”
Kirker sostiene che da quando gli è stato chiesto di guidare il movimento gay cristiano (Lesbian and Gay Christian Movement), in questi trent’anni, in molti hanno tentato di distruggerlo e di screditare coloro che vi aderiscono. Il 56enne Kirker sottolinea anche come ”dopo trent’anni è tempo che sia un’altra persona a guidare questa organizzazione“ perché sente il bisogno di un “uno spazio per ossigenarsi, lontano da quei Cristiani pieni d’odio” dopo una militanza attiva che in questi lunghi anni avrebbe “ha lasciato poca gente inconsapevole del fatto che la Chiesa deve fare ritorno alla sua autenticità”.
Eppure, in una recente intervista alla rivista New Statesman, Kirker ricorda coma: ”La vita dei preti anglicani è incommensurabilmente peggiorata rispetto a quando ho iniziato a militare nell’organizzazione, a causa dell’ossessivo sguardo indagatore da parte di quanti ci odiano”. Poi, aggiunge: “molti si sono arresi alla lotta e hanno lasciato il sacerdozio. Adesso i gay che non si impegnano nel celibato non sono destinati all’ordinazione, questa è infatti diventata la politica ufficiale della chiesa”.
Kirker indica al giornale Ecumenical News International che la futura strategia del Movimento gay cristiano riguarderà maggiormente tematiche a sfondo politico, in modo particolare temi come l’uso improprio della legge sulla pari opportunità sul lavoro. Una legge, introdotta quattro anni fa, che finisce in realtà per discriminare gli omosessuali.
Infatti il datore di lavoro, secondo questa legge, può chiedere che un “credo” o una “fede” siano un “requisito professionale indispensabile” per delle mansioni lavorative (la legge è designata come GOR, acronimo di Genuine Occupational Requirement, cioè di “requisito professionale indispensabile”, secondo il quale per alcuni posti di lavoro sarebbe legale essere trattati diversamente dagli altri sulla base della propria religione o di un proprio ‘credo’, a patto che l’offerta di lavoro specifichi la disparità di trattamento sin dalla pubblicazione dell’offerta e che quest’ultima sia davvero pertinente alla pretesa del datore di lavoro. Per intenderci, un addetto alla macelleria islamica può rientrare nella casistica, a patto che il datore espliciti nell’offerta la sua esigenza. Altrimenti è sanzionabile dalla legge come discriminazione e quindi come reato).
Kirker crede che quella parte della religione che indica come solo modello possibile l’eterosessualità, sia ancora influente e nociva in quanto continua ad essere ancora sostenuta.Proprio come quando la Chiesa dovette fare i conti per essere stata accusata di aver avuto nel passato un comportamento razzista e di aver tradito il Vangelo, adesso, dice Kirker, essa dovrà prendere posizione per non essere più associata all’omofobia.
Articolo originale (sito esterno)
British churches still homophobic, says outgoing LGCM leader