Le persone LGBT, la politica e l’arte del possibile
Riflessioni di Carmine Taddeo
Ultimamente avere un’opinione positiva sulla politica italiana sembra estremamente difficile. Anche studiare quello che di questa viene detto, assomiglia più ad un confronto in un campo di battaglia piuttosto che confrontarsi con la scienza prima della felicità. Tuttavia nel marasma di opinioni negative, opportuniste e pessimiste che potrebbero (non del tutto a sproposito) essere dette ho scelto una frase che è una ventata di ottimismo, opera di R.A. Butler un politico inglese che afferma molto semplicemente che «la politica è l’arte del possibile».
Proprio in virtù di ciò che è possibile fare per la comunità LGBTQ, l’8 Novembre 2017, i responsabili di svariati gruppi e associazioni LGBT sono stati invitati a Roma nella sede nazionale del PD al Nazareno dall’Onorevole Silvia Fregolent, coordinatrice del dipartimento dem Pari Opportuntità e Diritti civili, per confrontarsi con lei ed alcuni colleghi parlamentari sui temi cari alle persone LGBT.
Gay post, Gay project, Gay.it, Arcigay, AGEDO e tante altre realtà LGBT sono intervenute per aprire un dialogo con la politica che ha intenzione di collaborare, si spera, nella maniera più propositiva possibile. La vera novità che deve stuzzicare la punta del nostro orgoglio è che per la prima volta erano presenti a questo incontro anche alcuni rappresentanti delle realtà dei cristiani LGBT. Progetto Gionata, Samaria, Cammini di speranza hanno preso parte a questa tavola rotonda, facendo sentire la loro voce, insieme a quella di tutte le altre associazioni pronte ad un dialogo, perché è importante che si parta da questo, dall’ascolto reciproco.
Il clima che si respirava non sembrava promettere grandi risultati, soprattutto in vista dei risultati delle prossime elezioni, invece il dibattito che ne è scaturito ha infiammato i cuori delle persone presenti, portando alla luce quelli che possiamo definire tre temi principali.
Prima di tutto è stata difesa è portata avanti l’importanza della legge conto l’omofobia, legge che, come è stato fatto notare, è attualmente bloccata in Senato, ma che ha anche un’ulteriore problematica: nella sua stesura risultano vari gap che ne minano la validità ma soprattutto la qualità. Come è ben noto, l’omofobia è qualcosa di preoccupante quanto a diffusione e questo è stato fatto notare, non senza amarezza, da quelle associazioni che tentano di ospitare e supportare quegli omosessuali che vengono cacciati di casa e che molto spesso si ritrovano soli. È stata suggerita la necessità di scrivere una nuova leggere che possa, in tempi brevi, affrontare una problematica non da poco della società attuale. Gli onorevoli presenti hanno posto l’accento non solo sulle vittime di omofobia, ma hanno intessuto un legame con tutte le discriminazioni anche e soprattutto verso donne e stranieri-
In secondo luogo, ha ben occupato parte del dibattito, con grande interesse da parte dello scrivente, tutto ciò che riguarda la scuola, la diffusione del mito della teoria gender, l’importanza educativa che invece una tale istituzione dovrebbe all’educazione alle pari opportunità e alla diversità intrinseca di ciascun individuo. Si è detto di puntare sui docenti e sulla comunicazione con i genitori. Strettamente interconnessa a questo tema vi è poi anche la questione dei figli delle coppie LGBT, in particolare della possibilità di adozione da parte del compagno/a. Questo punto risulta uno dei passi di completamento necessari della legge Cirinnna.
Terzo: le unioni civili. Qui più che un punto di discussione, è stato un modo di esprimere ancora una volta l’orgoglio per un check point come questo. Ne parlo in questi termini perché da tutti è stato avvertito come qualcosa di non ancora compiuto nella sua totalità, ma che ricopre un ruolo fondamentale e non di poco valore nell’evoluzione dei diritti e dei doveri.
È bene tener presente che non ci si è dimenticato di discutere di tematiche quali Hiv, Aids, intersessualità, famiglie arcobaleno, l’esigenza di fondi per possibili strutture rifugio, ma in particolare si è riflettuto sulla presa di coscienza che nell’immediato c’è bisogno che ci sia coesione e volontà per non cedere a stereotipi e discriminazioni. Bisogna creare e far leva su una identità culturale che deve essere in grado di raggiungere un ampio ventaglio di persone e che sia mezzo e strumento di sensibilizzazione e che passi un messaggio forte e chiaro: love is love!
Sono uscito da quella sala convegni del Nazareno, vista tante volte in televisione, con l’impressione che qualcosa può essere fatto. Se davvero la politica può essere l’arte della possibilità, vale la pena scommetterci qualcosa perché è della possibilità del futuro che in quella sala, posta su uno dei tanti terrazzi di Roma, si è discusso. I bet on it!