Gli omosessuali credenti: percorsi storici
Riflessioni di Giuliana Arnone* tratte dalla sua tesi di laurea su “Il difficile equilibrio tra azione e contemplazione Strategie di riconoscimento di un gruppo di omosessuali credenti”, Università Ca’ Foscari di Venezia, Corso di Laurea magistrale in Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica, ottobre 2013, pp.37-41
Ogni anno, nelle principali città di tutto il mondo, in prossimità del 28 giungo, si celebra il cosiddetto ‘gay pride’. Aldilà delle opinioni divergenti su questa manifestazione – capita spesso di sentire, anche in seno alla comunità omosessuale, che è una parata di persone particolarmente eccentriche (spesso egocentriche) e buffe (e, altrettanto spesso, ridicole). Non tutti sanno l’origine storica del gay pride e perché rappresenta una data importante per chi sente di far parte della comunità omosessuale.
In America i fatti di Stonewall Inn del 1969 avevano risvegliato la coscienza gay. Fu proprio in questo locale nel quartiere Greenwich Village a New York, locale semiclandestino e molto popolare nella comunità gay e lesbica che, tra la notte del 1968 e 1969, fecero irruzione alcuni poliziotti, come erano soliti fare, con lo scopo di intimidire e perquisire i numerosi omosessuali che lo frequentavano. Questa volta tuttavia gli omosessuali presenti si ribellarono a questo ennesimo sopruso (Pini, 2011) e questa piccola ribellione ebbe un così vasto eco sociale che portò alla nascita del movimento omosessuale.
Quegli anni, non a caso, furono anni di cambiamento su più fronti sociali, sia in America che in Europa. Nacquero infatti “forti movimenti di protesta decisi a rimettere in discussione tutti i rapporti di potere su cui si reggeva la società […] la sfera della sessualità e delle relazioni tra le persone fu tra le più sconvolte dal vento del cambiamento. La rivoluzione sessuale investiva ruoli codificati, portava con sé la critica del femminismo e offriva una possibilità anche alle rivendicazioni dei gay e delle lesbiche” (ibidem:46). Si forma così improvvisamente una nuova comunità di gay e travestiti che sentono il bisogno di condividere ma soprattutto rivendicare la loro identità come valore e uno spazio pubblico dove poter vivere la propria identità (ibidem: 63). L’emergere di nuovi domini di conoscenza (genere, sessualità, etnicità) e nuovi soggetti di conoscenza (gay e lesbiche) portati alla luce dai movimenti di protesta del 1960-70 (Seidmann, in Dillon, 1999:123) accompagnano i cambiamenti nella concezione stessa della identità.
I moti di Stonewall rappresentano l’inizio mitico e simbolico del moderno movimento gay di liberazione, perlomeno a livello occidentale. Essi simboleggiano la trasformazione delle persone omosessuali in gay e lesbiche dotate di una propria voce, una propria soggettività, una propria agency morale, una presa di coscienza del diritto all’autodeterminazione e alla definizione di sé. Con i moti, insomma, viene definitivamente creato uno spazio pubblico (Stuart, 1998: 371).
Mentre tutto questo si era messo in moto, gli omosessuali credenti non restarono semplicemente a guardare, ma cominciarono a liberarsi dai sensi di colpa e dall’oppressione iniziando a riconoscersi tra di loro e a creare comunità dove potersi incontrare. Prima della nascita del movimento omosessuale, vi era stata un’apertura nei confronti di alcune chiese, perlopiù protestanti, nei confronti delle persone omosessuali. Addirittura un anno prima dei moti di Stonewall Ill, ossia il sei ottobre 1968, nacque in California la Metropolitan Community Church [12] una chiesa inclusiva nei confronti delle persone omosessuali, voluta da Troy Perry, un reverendo battista che fu sospeso dall’ufficio sacerdotale in quanto omosessuale [13].
Le prime comunità di credenti che si dimostrarono aperte nei confronti delle persone omosessuali furono difatti le comunità protestanti. Basti pensare, ad esempio, alla Unitarian Universalist Church, dove i gay e le lesbiche vengono accolti e i loro matrimoni possono venir celebrati. Le radici storiche risalgono addirittura al 1700, anche se la congregazione nacque solo nel 1961 [14].
Tuttavia, perlomeno sul versante prettamente cattolico, l’associazione più importante è Dignity, fondata nel 1969 a Los Angeles, sotto la direzione del padre agostiniano Patrick Nidorf. Dignity è un’ associazione di omosessuali, lesbiche e transessuali cattolici, che si trasformò in un’organizzazione nazionale nel 1973. Essa rappresenta uno dei gruppi più importanti al mondo di omosessuali credenti e ricopre un ruolo molto importante all’interno del mondo omosessuale cristiano mondiale, poiché fu la prima associazione cattolica omosessuale a promuovere un cambiamento all’interno della Chiesa Cattolica in merito alla sessualità umana in generale e omosessuale in particolare (Teisa, 2002).
Una personalità molto importante che contribuì allo sviluppo dell’ associazione e che, insieme ad essa, rappresenta un po’ il punto di partenza del movimento omosessuale cattolico, è John Mc Neill, un ex prete gesuita, omosessuale, che ha combattuto per il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali e che, proprio a causa del suo impegno, è stato espulso dalla Chiesa cattolica [15]. La sua figura è di fondamentale importanza perché rappresenta uno dei simboli più importanti del movimento omosessuale, sia laico che cattolico.
(…) Oltre a Dignity esistono altre associazioni che accolgono omosessuali credenti. L’associazione più emblematica è tuttavia ‘Courage‘. Fondata dal cardinale Cooke a New York nel 1980, è l’unica organizzazione avente come membri delle persone omosessuali ad essere ufficialmente riconosciuta ed approvata dalla Santa Sede (ibidem:106). Ciò è evidentemente dovuto al fatto che è l’unica associazione che esprime la volontà del Magistero stesso. Per questo motivo ha elaborato un progetto di assistenza per persone omosessuali che dovrebbe aiutarle a vivere serenamente la loro condizione attraverso la pratica della castità.
Courage ha diverse sedi in tutto il mondo, tra cui in Italia. Le persone che si avvicinano a Courage elaborano un progetto di vita in accordo con il direttore spirituale e il direttore del gruppo. Esse, quindi, iniziano un percorso auto-educativo, attraverso, ad esempio, la scrittura dei propri stati d’animo, la preghiera e un continuo confronto con il proprio direttore spirituale (ibidem:107). Inoltre, il cammino psicologico di queste persone prevede opere rivolte al servizio sociale. L’impegno concreto a favore delle persone bisognose, come poveri o persone con problemi di droga, aiuta le persone ‘a stare lontana dal mondo della fantasia’ e a placare la ‘tendenza compulsiva [corsivo mio] a compiere atti omosessuali‘ (ibidem). La completa dedizione a Dio e la completa sottomissione alla sua volontà, si traducono in un perseguimento di un’amicizia casta – ‘condizione sine qua non per i membri di Courage‘ che devono sviluppare la consapevolezza che sia possibile costruire una vera intimità umana senza rapporti genitali (ibidem:109).
La contrapposizione tra Courage e Dignity è rilevante poiché esse rappresentano i due atteggiamenti fondamentali che la Chiesa e le persone omosessuali possono avere nei confronti della propria condizione: da un lato il senso di colpa, e quindi il coraggio di riuscire a vivere con esso attraverso un sincero rispetto del Magistero Cattolico e, dall’altro, l’accettazione di se stessi come persone degne di essere se stesse e di esprimere la propria diversa sessualità.
Questi due atteggiamenti avranno eco mondiale e specifiche conseguenze sociali che cercherò di analizzare a breve nel contesto italiano.
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12 La Metropolitan Community Church (nome completo: The Universal Fellowship of Metropolitan Community Churches o UFMCC, o più comunemente MCC) è una fratellanza internazionale di congregazioni cristiane, di ispirazione protestanti. La Metropolitan Community Church è la più visibile ed ampiamente pubblicizzata tra i vari gruppi di omosessuali credenti (Enroth,1974:355). Pur avendo un’impronta protestante, è aperta a tutte le confessioni.
13 Per maggiori informazioni, rimando al link: http://mccchurch.org/overview/history-of-mcc/ . Attraverso questo sito ho cercato di inquadrare la nascita di questa comunità in un contesto storico preciso. il reverendo ha anche un suo blog, http://www.revtroyperry.org
14 Disponibile su: http://www.uua.org/beliefs/history/index.shtml.
15 Recentemente è stato diffuso in Italia un film-ducumentario sulla sua vita, ‘Taking a change on god‘, nome tratto da un suo omonimo libro, uscito nel 2011 negli Stati Uniti ed arrivato in Italia nell’ottobre 2012. Diretto da Brendan Fay, ripercorre la vita del gesuita omosessuale, dal suo arruolamento durante la seconda guerra mondiale all’espulsione dall’ordine voluta dall’allora cardinale Joseph Raztinger e alla sua lotta per il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali.
16 Per maggiori informazioni rimando al suo sito http://www.dignityusa.org/
* Giuliana Arnone si è laureata all’Università Cà Foscari di Venezia in Antropologia culturale con una tesi dal titolo “Il difficile equilibrio tra azione e contemplazione Strategie di riconoscimento di un gruppo di omosessuali credenti” (ottobre 2013) ed ha conseguito il dottorato in Studi Storici Geografici e Antropologici all’Università di Padova con una ricerca etnografica riguardante la realtà di LGBT cristiani in Italia intitolata “Tutta una questione di riconciliazione: uno sguardo etnografico sui percorsi di riconoscimento del movimento LGBT cristiano in Italia” (2016). Ha curato per il Forum Italiano dei cristiani LGBT la ricerca “Rapporto 2016 sui cristiani Lgbt in Italia” (settembre 2016) ed ha scritto con Paola Coppi e Pasquale Quaranta il capitolo intitolato “Una testimonianza: gruppi LGBT e Chiese nell’Italia contemporanea” contenuto nel volume “Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi… Per una storia dell’omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia” a cura di Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani, Edizioni ETS, Pisa, 2017.