Mio figlio è omosessuale. La mia chiesa mi ha delusa
Lettera di Valeria con risposta di Aldo Cazzullo pubblicata nella rubrica “lo dico al Corriere” de il Corriere della Sera del 21 marzo 2021, pag.23
Caro Aldo, come si può credere e seguire una Chiesa che tollera e non accoglie? Mio figlio è omosessuale e leggere che il Vaticano ha ritenuto illegittima la benedizione alle coppie omosessuali lo ha fatto arrabbiare. Io dal canto mio sono rimasta delusa e sconcertata: le frontiere anziché aprirsi si sono un’altra volta chiuse.
È già difficile per molti, compresa me, crescere guardando il mondo con altri occhi, ma mi creda, con mio figlio i miei si stanno spalancando. E più apro gli occhi con la gioia di conoscere un mondo che mi faceva paura e che ho trovato ricolmo di amore, più mi rendo conto dell’ipocrisia che si nasconde dietro a ciò che credevi verità.
La parola di Dio non riconosce l’unione omosessuale, i Vangeli dicono che… Forse ha ragione mio papà, 90 anni: anche le Sacre Scritture sono state scritte dall’uomo e come tali soggettive. Le parole del Vaticano mi hanno ferito, prima come persona e poi come mamma di un omosessuale. Credo che Dio sia per l’amore leale e spontaneo e poi se siamo tutti suoi figli come si fa a fare distinzioni tu cosi e tu no, ti posso solo prendere per mano, condurti verso la verità.
Ma qual è la verità più vera se non l’amore che può governare la vita. Nessuno può scegliere chi amare, ma come sì. Voglio solo sperare che la posizione della Chiesa sia dettata dalla paura di una rivoluzione che andrebbe a toccare il cuore di molti che hanno ancora gli occhi addormentati.
Valeria Picco
La risposta di Aldo Cazzulo…
Cara Valeria, Grazie per la sua bella lettera, cui ho lasciato Io spazio che meritava. Sulle sue parole sull’amore non si può che essere d’accordo. Oggi la legge dello Stato riconosce — in Italia in modo meno largo rispetto a quasi tutti i Paesi occidentali – alle coppie omosessuali il diritto di unirsi.
Le coppie omosessuali devono pero fare a meno di una benedizione religiosa. Già il fatto stesso che si sia posta la questione – impensabile ai tempi di Wojtyla e Ratzinger – significa che qualcosa è accaduto. Probabilmente papa Francesco non poteva fare nulla di diverso.
La Chiesa, va ricordato, non condanna la condizione, condanna la pratica; quindi non i sentimenti omoerotici, ma le relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso. Resta una contraddizione difficile da sciogliere costringere qualcuno a scegliere tra il peccato e la castità (ma questo vale spesso anche per gli eterosessuali).