Mio figlio omosessuale, condannato da chi si fa scudo con la fede e con certa ”scienza”
Lettera di Mila Banchi dell’Agedo (Associazione genitori amici e parenti di omosessuali) di Livorno già pubblicata su Riforma del 12 ottobre 2007
Ci scrive Mila Banchi “Ho scritto questa lettera su invito di una persona che ha sentito il bisogno di rispondere ad una serie di lettere arrivate a lei e scritte per essere pubblicate su Riforma (NDR e' il settimanale delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi italiane), che affrontando il tema dell'omosessualità titolavano "Scienza e Omosessualità", riferendosi ad uno scarno gruppo di persone che si definiscono "scienziati ", senza tenere di conto che la scienza è fatta di confronti e di traguardi raggiunti attraverso il più alto numero di ricerche effettuate da scienziati reali in contesti accreditati per farlo. Sono forse stata non del tutto chiara e precisa ma ho risposto come genitore e credo sarebbe giusto far intervenire anche alcune delle persone che ho citato nel rispondere”.
Presentandomi a voi, spero non rimaniate condizionati dal mio ruolo nell'Associazione AGEDO. (Associazione Genitori Parenti ed amici di Omosessuali) per la quale sono rappresentante nella sezione territoriale di Livorno. Vorrei che mi ascoltaste solo come si ascolta un genitore che racconta il suo percorso familiare.
Sarò forse un po' lunga, ma non è facile cercare di far conoscere un vissuto in maniera obiettiva a chi magari non ha sentito parlare di certi argomenti che in certi termini "teologici" o "scientifici".
Ho avuto la fortuna di partecipare a gruppi di lavoro c/o le chiese battiste della Toscana riguardanti le benedizioni delle coppie omosessuali ed in queste occasioni ho capito che ci sono strade che portano lontano dall'essere informati in modo completo e corretto, perchè, se da una parte si ricorre ad usare un conoscenza riferita solo ad una piccola corrente integralista, dall'altra mancano gli strumenti per rispondere anche da un punto di vista teologico, ma per questo non mi ritengo di certo una persona in grado di dare delle risposte.
Dunque, mi sento in dovere di mostrare una strada tra la confusione di informazioni che vi vengono date, per fornire gli strumenti necessari per poter arrivare a capire cosa significa veramente essere omosessuali.
Ecco la mia storia: ho due figli, un maschio ed una femmina, il più piccolo a 17 anni ci ha detto di essere omosessuale. Come l'ha capito? Si è innamorato. Sapete cosa è successo alla mia famiglia e a me personalmente?
Che dopo aver allevato i figli con amore, cercando di dar loro senso dell'onestà e giustizia, sei costretto a dire che in un certo modo li hai imbrogliati.
Dov'è l'amore se quel Dio che tu hai indicato come accogliente ed illuminante non capisce il loro di amore? Dove è la giustizia se questo mondo di "peccatori", come dicono le chiese, lascia che alcuni di questi "peccatori" si sentano superiori e dalla parte del giusto rispetto agli altri?
No signori, mi sono ribellata a tutto questo.
La mia famiglia è stata capace di capire la lezione di sincerità, di dignità e coraggio che ci ha dato il nostro ragazzo.
Sono fortunata per la sincerità che trovo sempre in mio figlio, ma mi fa troppo male il velo di tristezza che attraversa i suoi occhi, quando, lui cattolico osservante, si sente offeso dai rappresentanti della sua chiesa e del suo stato nel momento in cui gli vengono negati i diritti che stanno alla base del consolidamento della felicità e della dignità di ogni persona.
Quanti ragazzi e ragazze vanno persi nel mondo del dolore per l'ignoranza di chi non vuol vedere. Si parla di "scienza" in un documento che ho potuto leggere ultimamente e quello che vi si dice in riferimento all'omosessualità è a dir poco sconcertante.
In tutti questi anni non ho mai creduto di poter stare vicino ai ragazzi senza formarmi prima una conoscenza ed una coscienza obiettiva su queste tematiche.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1983 ha definito l'omosessualità come "variante naturale dell'orientamento sessuale-affettivo della persona umana."
Nel 1987 l'Associazione Psichiatrica Americana ha eliminato anche l'omosessualità egodistonica (a cui fanno riferimento Nicolosi ed altri) dall'edizione riveduta del DSM III R in quanto "tale categoria diagnostica poteva far pensare all'omosessualità come a qualcosa di patologico in sé", interpretando il disagio egodistonico (vedi anche omofobia interiorizzata) come processo evolutivo e non come sindrome a sé stante.
Nel DSM IV* pubblicato nel 1994 la posizione è rimasta inalterata (Pietrantoni 1999) e nel 1985 la maggiore associazione psicologica mondiale (Associazione Psicologi Americani) ha creato la Divisione 44 dedicata allo studio delle tematiche gay e lesbiche alla quale attualmente si contano più di 2000 iscritti.
Nel 1990 anche in Europa è nata European Association of Lesb Gay and Bisex Psychology e nel 1998 la British Psychological Society ha fondato una sezione dedicata alla psicologia gay e lesbica.
Al momento, e per semplificare l'argomento, le maggiori associazioni mondiali di psichiatri e psicologi lavorano nel rispetto di quanto asserito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Potete consultare riguardo a quella che Nicolosi definisce terapia riparativa, "Gay e lesbiche in psicoterapia" Paolo Rigliano e Margherita Graglia 2006, con particolare riferimento al capitolo IV.
Potrei citare dati ed autori a non finire, ma voglio concludere con la mia esperienza di volontaria A.GE.D.O. e mamma.
Da anni svolgo per l'associazione servizio di counseling telefonico (dopo aver ricevuto un'adeguata formazione per farlo) e vi posso assicurare che mi convinco sempre di più di quello che un giorno ho sentito dire dallo scrittore Piergiorgio Paterlini "nessuno sceglie di essere omosessuale, ma ognuno è libero di scegliere come vuole vivere".
La ricerca di una via facile per raggiungere una "buona qualità di vita", può indurre a fare scelte che poi vengono pagate: al telefono non sempre sono genitori che cercano condivisione di esperienze o ragazzi che hanno scoperto che non è poi così facile parlare con gli adulti che hanno intorno, sono anche adulti che hanno scelto di essere eterosessuali per spinte esterne, timori personali, e non riescono più a sopportare il male che si sono fatti e stanno facendo vivendo nella menzogna.
Parlando per luoghi comuni, il mestiere di genitore ai nostri tempi, o forse da sempre in realtà, non è dei più facili, qualcuno è un tantino più fortunato però, ed io ritengo di appartenere a questa categoria.
Sempre a vostra disposizione.
AGEDO (Associazione genitori amici e parenti di omosessuali) di Livorno