Non sono scherzi della natura
Lettera tratta da Famiglia Cristiana del 2 aprile 2000
Ecco il testo di una lettera pubblicata su Famiglia Cristiana il 2 aprile 2000 e la risposta del direttore del settimanale, don Antonio Sciortino. Nel pubblicarla vorremmo ringraziarlo per l’equilibrio e la correttezza che ha dimostrato: due qualità rare quando si parla di omosessualità.
Caro padre, mi perdoni: non so come cominciare una lettera di questo tipo. Non metta il mio vero nome, mi chiami pure Candy. Ho 17 anni e frequento una scuola cattolica non statale. Qui ho imparato a non aver paura di Dio, ma ad amarlo e a ritenerlo uno dei miei più grandi amici. si, insomma, sto vivendo bene la mia religiosità.
Ultimamente. però, mi pesa stare un‘ora (a volte anche di più) seduta in chiesa ad ascoltare un prete che parla di cose che io non condivido. Ma come può un religioso affermare, davanti ad una comunità di credenti, di provare ribrezzo per gli omosessuali? Ma stiamo scherzando?
Come si fa a provare ribrezzo per un altro uomo, certo, diverso da me. ma pur sempre figlio dello stesso Padre? È come se io, che ho due fratellini più piccoli, ne odiassi o allontanassi uno solo perché, magari, diverso da me. E poi chi è che decide chi è diverso? Chi può arrogarsi questo diritto?
Ho un amico gay di 16 anni, e la sua vita è un inferno. Alcuni li chiamano “scherzi della natura” ma, se non erro, Dio non è infallibile? Ci mancava solo che il prete saltasse fuori con la sua orribile affermazione. Sono delusa e arrabbiata con quel prete. Volevo alzarmi e uscire di chiesa, ma mi capisce, abito in un paesino bigotto, meglio lasciar perdere, mi sono detta.
Ora mi rivolgo a lei: perché gli omosessuali (come gli extracomunitari, gli handicappati, ecc.) non vengono accettati? Forse Gesù non ha mai detto che siamo tutti fratelli? Spero che, prima o poi, Quel prete abbia un rimorso.
Candy (diciassettenne)
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Il solenne gesto del Papa, che il 12 marzo scorso ha chiesto perdono per le colpe della Chiesa nel corso dei secoli, non includeva esplicitamente il trattamento riservato agli omosessuali, ma solo le discriminazioni nei confronti delle donne. L’elenco delle colpe è però indicativo, non esaustivo. Anche le resistenze a vedere in loro, con gli occhi del Vangelo, delle persone — dei figli dl Dio — e non dei pervertiti’ da evitare, possono essere annoverate tra i comportamenti che hanno bisogno di essere perdonati.
Il Vangelo è molto chiaro. Ma il suo messaggio lo annunciano degli esseri umani, che tendono inevitabilmente a deformano. O quanto meno a leggerlo attraverso le lenti affumicate dei pregiudizi del proprio tempo.
Per quanto riguarda poi l’atteggiamento nei confronti degli omosessuali, c’è anche un altro filtro da tenere presente: il rifiuto che nasce dalle emozioni, consce e inconsce, di chi si trova a confrontarsi con il comportamento omosessuale. Qui la fede ha poco a che vedere, come pure la morale che si ispira al Vangelo.
Le campagne violente contro gli omosessuali sono condotte, indifferentemente, da credenti e atei, da uomini di Chiesa e da chi in chiesa non mette mai piede. Non sono certamente ‘chierichetti’ quelli che si associano in bande, di notte, per organizzare pestaggi agli omosessuali con raids nei loro luoghi di incontro.
D’altra parte, è possibile ascoltare in chiesa aggressioni verbali contro gli omosessuali, come quella che ti ha molto scandalizzata. E giustamente: perché le parole non fanno meno male delle pietre. E il disprezzo non è meno figlio del pregiudizio per il fatto di essere proclamato dal pulpito.
Tutte le forme di eccesso – la violenza fisica nei confronti di persone inoffensive, il “ribrezzo dichiarato dal parroco – sono indice di qualcosa che si colloca sotto il livello della coscienza. Malgrado la tua giovane età, ti sarai già accorta che tra quello che le persone dichiarano e i motivi che le inducono ad agire si apre spesso un abisso.
Nei meandri dell’inconscio si muovono, come a casa loro, gli psicanalisti. Anche senza avere una patente di competenza in questo ambito, siamo capaci di intuire che chi si scaglia con un impeto fuori misura contro l’omosessualità forse è sotterraneamente angosciato dalla propria sessualità.
Forse è una esemplificazione eccessiva dire che chi combatte con tanta virulenza l’omosessualità degli altri, Inconsciamente è in conflitto con le proprie pulsioni, ma è una semplificazione che ci aiuta a orientarci in una realtà in cui non tutto è ciò che sembra.
Queste indicazioni ti possono aiutare ad abbozzare una risposta alla tua domanda, che mette insieme il rifiuto nei confronti degli omosessuali con quello che si esprime verso gli extracomunitari e i portatori di handicap. Ciò che li accomuna è la “diversità.
E la diversità è percepita come una destabilizzazione della nostra identità. Il Vangelo – come tu suggerisci – è la medicina giusta per questa malattia dello spirito. Ci insegna, per lo meno, a non disprezzare nessuno.
Don Antonio