Perchè non volete guardare i gay negli occhi?
Riflessioni di Lucio del gruppo Kairos di Firenze
Il ministro Carfagna* vuole intervenire solo quando i diritti dei gay sono violati e, si deduce, per ora non vede violazioni!. Quanti altri ragazzi devono suicidarsi perchè vessati dai compagni di scuola (il riferimento è a Torino) con l’accusa di finocchio, perchè il ministro ammetta che c’è un problema? Quante aggressioni? Quante derisioni?
Anche nel gruppo Kairos, credenti omosessuali di Firenze (non occorre andare lontano!) c’è stato il caso di un licenziamento discriminatorio sub iudice?
Ma se l’ha capito anche Alessandra Mussolini che ” c’è un problema”. Forse era meglio che facesse lei il ministro delle pari opportunità! I miei diritti non solo “vengono violati” (come nega il ministro) ma neppure mi vengono riconosciuti!!
Facciamo un confronto con i paesi europei? In particolare, bruciante, mi viene negato il diritto a una relazione affettiva riconosciuta. Bene il passo annunciato dal ministro, per la depenalizzazione dell’omossessualità a livello internazionale. Restiamo in attesa. E a livello italiano? Tutto a posto perchè lei non vede (il peggior cieco è chi non vuole vedere).Mi stupisce che queste cose debbano essere ricordate (e discusse ndr) in un gruppo di gay credenti. Giusto l’ascolto, l’apertura di dialogo, l’assenza di pregiudiziali per il nuovo governo di destra. Ma le bischerate son bischerate! Accettarle vuol dire essere complici. La ricerca della verità e la denuncia dell’ingiustizia non è parte fondamentale della nostra fede?
Sul Pride si sentono sempre i soliti discorsi: c’è la libertà di manifestare ( bontà loro!) ma “con prudenza”, “con sobrietà”. Perchè non bisogna urtare le sensibilità “comuni”, “condivise”: bisogna, in una parola, non farsi tanto vedere! Io ho sfilato negli ultimi pride (Roma, Torino. Grosseto): non ero in piume di struzzo ed ero in mezzo a tanti “normali”, con il nostro cartellone (Gay credenti) a dare una testimonianza.
Io a questa testimonianza ci credo. Liberissimi chi non ci crede di non venirci. Curioso, però, che chi non viene senta il dovere di dire come dovrebbe essere vestito chi ci va. Anche qui rimango perplesso: le critiche aspre al Pride vengono alle volte proprio dagli omosessuali. C’è da riflettere.
Io credo che la mia presenza al Pride sia una piccola testimonianza (io sono omossessuale credente e almeno oggi non mi nascondo). Mi amareggia che a volte tra gli stessi gay credenti questa mia partecipazione sia così disprezzata e messa in caricatura. Io almeno provo a fare qualcosa.
Ultima cosa: i travestiti, le piume di struzzo, le carnevalate: prima di tutto il Pride non è solo questo (e chi lo riduce a questo o non ci è mai venuto o è disonesto); ma poi: non hanno diritto anche loro? Non devono “scandalizzare”? Ma c’è gente che si scandalizza anche se vede un gay in giacca e cravatta! Anche se vede due gay che si tengono per mano! Anche se ci si scambia un bacio. Baci a tutti.
* Il 20 maggio 2008 a Bruxelles il Parlamento Europeo ha chiesto, a larghissima maggioranza, alla Commissione europea di completare il pacchetto anti-discriminazioni, promuovendo una nuova direttiva che protegga anche le persone omosessuali dalle discriminazioni.
Invece in Italia divampa la polemica sulla presunta assenza di discriminazioni verso le persone omosessuali e sul negato patrocinio al GayPride2008 da parte del neo Ministro per le pari opportunità Mara Carfagna che, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 19 maggio 2008, ha dichiarato: «Io credo che l’omosessualità non sia più un problema.
Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l’integrazione nella società esiste…». Un gay credente di fronte a queste affermazioni fa alcune considerazioni che fanno riflettere…