3volteGenitori. Quale cammino per i genitori cattolici con figli LGBT nella nostra chiesa?
Testimonianza Diana, una madre cristiana con figlia LGBT sull’incontro 3volteGenitori per genitori cristiani con figli LGBT, operatori pastori e cristiani LGBT (Firenze, 28 aprile 2018)
Sono appena tornata dall’incontro 3volteGenitori di Firenze e vorrei ringraziare per l’accoglienza e la possibilità di ritrovarsi con persone che già conoscevo e con alcune nuove, segno che sempre più persone desiderano conoscere ed approfondire il tema della fede e dell’omosessualità, senza più nascondersi.
L’incontro 3volteGenitori si è svolto in tre fasi: ripercorrere il passato, raccontando le nostre esperienze ognuna diversa dall’altra, ma tutte con speranze comuni, riscoprendo la gioia di un cammino insieme. Eravamo in tanti tra genitori, cristiani con figli omosessuali, operatori pastorali, figli LGBT, provenienti da varie zone d’Italia: Torino, Bologna, Reggio, Parma, Pavia, Civitavecchia, San Severo, Roma, Milano, Lucca e naturalmente Firenze, a cui si sono poi aggiunti i ragazzi e le ragazze dei gruppi di cristiani LGBT: Kairos di Firenze, In Cammino di Bologna e del gruppo per cristiani omosessuali della diocesi di Lucca. La giornata è stata intensa e proficua.
Dopo aver parlato del nostro passato si è esaminata la situazione presente e infine il futuro con quanto vorremmo cambiasse nelle nostre realtà. Nella mattinata ci siamo divisi in gruppi, io ero con la psicologa Arianna Petilli che ha introdotto la prima parte del tema, cioè le esperienze del passato che ci hanno condotto a questo incontro.
Sono emerse paure, preoccupazioni, a volte il rifiuto di fronte al coming out di un figlio, in quanto sembra che il mondo ci crolli addosso. Arianna Petilli con la sua bravura e competenza è riuscita a chiarire che i sensi di colpa iniziali sono normali, ognuno di noi deve sempre tener presente che occorre rispettare i tempi diversi di genitori e figli, ma occorre sempre ricordare che l’amore resta la nostra guida per affrontare tutti i problemi. Non si mette mai in discussione l’amore di un genitore per un figlio.
Nel pomeriggio si è chiarito il messaggio della Chiesa che da una parte invita (lettura di due passi dell’Amoris Laetitia) a farsi guidare da Cristo che ama tutti senza alcuna distinzione, quindi accoglienza e inclusione dovrebbero rappresentare la normalità. D’altro lato continuano ad emergere le resistenze dei Vescovi per i quali la dottrina, le regole sono ancora predominanti.
La Chiesa come maestra invece che madre. Ecco la mancanza di coerenza che mette in ansia le famiglie. Per fortuna esistono comunità parrocchiali che, pur tra mille difficoltà, cercano di mettere in pratica l’insegnamento fondamentale dell’Amoris Laetitia: inclusione, accoglienza, amore senza limiti.
Per quanto riguarda le speranze per il futuro, sono stati dei passi in avanti, da chiusura e rifiuto, si comincia a parlare di omosessualità, cercando di rendere più accoglienti le realtà parrocchiali. Il cammino è ancora molto lungo e tutto in salita. Come consiglio direi che occorre prima di tutto conoscere, prima di giudicare.
Quindi occorrerebbe informarsi, tramite libri, incontri, formazione dei pastori in modo che loro siano i primi ad accogliere e far accogliere le persona LGBTQ facendole sentire amate e non emarginate, e soprattutto facenti parte del progetto di Dio. Per quanto riguarda le famiglie si dovrebbero ritenere fortunate, perchè hanno ricevuto un dono da Dio che le ha scelte come coloro che devono aver cura di un figlio LGBT che è un arricchimento per tutta la società, in quanto è stato Dio che lo ha creato così con questo orientamento sessuale perchè potesse compiere il suo cammino nel progetto divino.
Non bisogna scoraggiarsi ma proseguire in questo cammino confidando nello Spirito Santo che soffia dove vuole.