Scoprirsi donna, lesbica e cristiana. Il mio cammino di libertà
Testimonianza di Cristi tratta da sisterfriends-together.org (Stati Uniti) del 1 aprile 2009, liberamente tradotta da Pina
Sono cresciuta sentendo che Dio mi amava e sapevo, nella mia testa, che ciò era vero ma accettarlo anche con il cuore è stato un duro sforzo e, a volte, ancora lo è.
Sono diventata cristiana a 12 anni, ma ho riaffidato la mia vita a Cristo ad ogni raduno giovanile o concerto cristiano al quale ho partecipato perché, secondo me, avevo buttato all’aria tutto ed ero un fallimento agli occhi di Dio.
Ricordo che sentivo qualcosa di sbagliato in me, perché lottavo tanto per essere buona, mentre sembrava che gli altri avessero tutto.
Sapevo solo che se la gente avesse scoperto il motivo per cui lottavo, ne sarebbe stata disgustata e non avrebbe voluto avere a che fare con me.
Imparai presto a fingere che tutto andava bene, a mettere da parte le emozioni e a nasconderle dietro il sorriso.
Durante il college, iniziai ad avere, di tanto in tanto, problemi di depressione; in realtà, andai per la prima volta da uno specialista mentre frequentavo la scuola superiore e lui mi diagnosticò una depressione clinica.
Dopo il diploma trascorrevo diverse ore lontano da casa per svolgere il mio primo lavoro e fu allora che mi innamorai per la prima volta.
La cosa scioccante fu che mi innamorai di un’altra donna. La questione se fossi o meno gay era già emersa una volta in precedenza, ma non mi consideravo tale perché mi era stato insegnato che l’omosessualità era un peccato.
Se si ignora qualcosa per lungo tempo, questa, poi, sparisce, giusto? Sbagliato.
Quando, finalmente, pensai di essere omosessuale, cominciai a prendere le distanze dalla chiesa e da Dio.
Pensavo che non ci fosse modo di poter essere sia cristiana che lesbica, così pregavo e pregavo perché Dio mi cambiasse e mi togliesse l’attrazione verso le donne, ma non serviva a nulla. Dio mi aveva cambiata, ma non come mi aspettavo.
Più Lo pregavo perché mi cambiasse, più Lui mi apriva gli occhi per vedere che mi amava così come ero.
Iniziai a provare una pace interiore che poteva venire solo da Lui. Sebbene avessi questi barlumi di speranza sul fatto che Dio mi amasse così come ero, mi ponevo ancora domande serie: mi stavo ingannando?
Stavo solo distorcendo le Scritture perché dicessero ciò che volevo io? Era stato qualcosa fatto in passato o che stavo facendo ora a rendermi gay? Dovevo cercare di cambiare?
C’erano volte in cui mi sentivo completamente perduta e distrutta e non sapevo quale strada seguire. Lottavo già come una fallita agli occhi di Dio e a quelli della mia famiglia e aggiungere la possibilità di essere gay non aiutava affatto la mia lotta.
Questi segreti iniziarono a pesarmi e, presto, mi ritrovai in un’altra profonda depressione. Non volevo alzarmi per andare al lavoro, non volevo lasciare il mio appartamento.
Tutto ciò che volevo era crogiolarmi nel letto, tirare le coperte sulla testa e sparire.
Arrivai al punto di dormire tutto il giorno e di stare in piedi la notte intera e l’oscurità continuava ad avvolgermi. Le vecchie abitudini e i vizi alzarono le loro brutte teste e mi muovevo senza controllo. Negli anni precedenti l’inizio delle scuole medie mi avviai per un sentiero che non avrei mai immaginato.
Qualcuno che conoscevo aveva un numero di Playboy che io trovai: era una delle prime volte che mi imbattevo nella pornografia e ne fui intrigata, ma provai anche vergogna.
Sapevo che non avrei dovuto guardarla, ma, allo stesso tempo, non riuscivo a fermarmi. Iniziò come qualcosa che guardavo occasionalmente ma, dopo il diploma, divenne una fuga, come le droghe, l’alcol o il cibo per gli altri.
Fui sempre più ossessionata dalla ricerca di altre foto da guardare o di più storie da leggere, il tutto mentre provavo un senso di colpa e vergogna per ciò che stavo facendo.
Mi giustificavo dicendo a me stessa che quello era un modo sicuro per me per esplorare la sessualità e che non stavo facendo del male a nessuno.
Bastò poco perché le immagini che vedevo e le storie che leggevo mi rimanessero impresse nella mente e venissero a galla nei momenti più imprevedibili.
Per anni, provai a smettere senza successo ma, alla fine, mi ritrovai immersa di nuovo perché credevo di averne bisogno per affrontare la mia depressione e solitudine.
Infine, arrivai a toccare il fondo e mi sentii come se avessi perso il controllo. Distrutta e piena di vergogna, pregavo e supplicavo Dio di aiutarmi ad uscirne.
Non so cosa ci fosse di diverso stavolta rispetto alle altre precedenti, ma, quella notte, credevo davvero che Dio fosse in ascolto delle mie preghiere e le accogliesse.
Presto, Dio mi dette la forza di condividere la mia lotta con un amico di cui mi fidavo e che mi aiutò ad alleggerire il peso della vergogna che portavo.
Mentre Dio guariva la vergogna frenando la mia ossessione, iniziai a sentire e a capire che il Suo amore per me era ed è incondizionato.
Non solo credevo veramente che Lui mi amasse, ma anche che sapesse tutto ciò che avevo fatto e mi volesse bene nonostante tutto.
Più permettevo a questo pensiero di penetrarmi nel cuore, più sentivo che il peso della vergogna su chi ero e su ciò che avevo fatto iniziava ad alleggerirsi.
Per la prima volta nella mia vita mi sentii libera di essere chi ero e chi Dio aveva creato. Quando iniziai a sentirmi a mio agio con la sessualità, uscii allo scoperto con gli amici di cui sapevo di potermi fidare.
Essi mi furono d’aiuto e, pertanto, trovai il coraggio di uscire allo scoperto con i miei genitori. Pregai Dio perché mi indicasse il momento giusto per parlare con loro e che preparasse la conversazione.
Dio rispose alle mie preghiere e mi aiutò a capire il momento adeguato e il dialogo andò molto bene.
Fui sorpresa e sollevata dal fatto che i miei genitori mi sostenessero benché non fossero completamente d’accordo, ma volevano che io fossi felice.
Dopo essermi rivelata ai miei genitori, sapevo di aver bisogno di dirlo a mia sorella. Avevo il terrore di parlare con lei perché ero sicura di come avrebbe reagito.
Mi ci volle lungo tempo per trovare il coraggio e fu il dialogo più difficile che abbia mai avuto.
Lei manifestò la sua opinione con forza, dicendo che la mia omosessualità è un peccato e, da allora, mi ha praticamente tagliato fuori dalla vita sua e da quella della famiglia.
Fece delle affermazioni molto offensive su di me e la mia vita e queste cose rimarranno con me per sempre.
Affrontare la sua reazione è stato estremamente difficile e mi ha lasciato delle domande da porre a me e a Dio.
Ancora adesso, è una lotta quotidiana dimenticare l’offesa, la rabbia e l’amarezza che provo verso di lei.
So che, con il tempo, guarirò e sarò persino più forte di adesso, ma per ora la ferita è ancora aperta. Ci sono giorni in cui mi sento come se stessi affogando nel dolore, ma devo ricordare a me stessa che non sono sola.
Dio è fedele e continua a ricordarmi che il suo amore per me è incondizionato e che a lui ci si può affidare con i dolori più profondi della vita.
Grazie alla fede, ho imparato a far pace con la mia sessualità, a sopportare la reazione di mia sorella e a capire che Dio è grande abbastanza per occuparsi delle mie domande e dei miei dubbi.
Capisco che anche se non sento la presenza di Dio, ciò non significa che Egli non sia con me. Dio mi ha dato genitori che mi sostengono, amici incredibili e una compagna meravigliosa che mi ricorda il suo amore per me.
Essi mi sono stati accanto, hanno pregato e camminato con me in alcuni dei momenti più dolorosi della mia vita. Che benedizione avere queste persone meravigliose che mi amano, mi sostengono e mi incoraggiano.
La mia compagna, M., ed io stiamo per cominciare la nostra vita insieme come coppia e non vedo l’ora di sapere cosa Dio ha in serbo per noi.
Sto per iniziare una nuova avventura e sono sia spaventata che eccitata. Perdere il mio conforto e lasciare amici, famiglia e lavoro mi spaventa più di quanto riesca a dire, ma so che Dio mi darà la forza per affrontare le mie paure e fare quel passo nella fede.
Non vedo l’ora di diventare la compagna di M. e di sapere cosa ci accadrà. Lei è la mia migliore amica e non riesco ad immaginare la mia vita senza di lei.
L’anno scorso è stato molto bello perché lei è entrata a far parte di me. Ringrazio Dio ogni giorno per avermela portata e per il dono della nostra relazione.
Testo originale: Freed from Shame to Live In the Fullness of God’s Grace