Si può essere ebrei e gay? Intervista al rabbino Haim Fabrizio Cipriani
Intervista di Jonathan Bazzi al rabbino Haim Fabrizio Cipriani pubblicata sul sito Gay.it il 1 settembre 2016
Gran parte delle culture tradizionali e delle religioni, soprattutto monoteistiche, hanno un antico problema con l’identità LGBT. Si sente spesso parlare del rapporto tra omosessualità e cristianesimo e anche quello tra omosessualità e Islam inizia a essere argomento piuttosto frequente sui media. Meno frequentemente si trovano invece narrazioni, riflessioni e chiarimenti sul modo in cui l’ebraismo ha visto e vede l’identità omoaffettiva e omosessuale.
Abbiamo deciso allora di rivolgere qualche domanda al rabbino di orientamento riformato Haim Fabrizio Cipriani. Membro delle Assemblee Rabbiniche e dei tribunali rabbinici dei movimenti ebraici Massorti/Conservative e Reform/Progressive, dal 2006 al 2013 è stato rabbino della comunità ebraica Lev Chadash di Milano e Roma e dal 2012 svolge il suo ministero rabbinico anche presso la comunità Massorti/Conservative di Marsiglia e la comunità ebraica riformata di Montpellier. In Italia è rabbino della comunità Etz Haim.
Come molte altre culture religiose tradizionali, l’ebraismo non è noto per la sua accettazione verso gli omosessuali. Qual è la situazione effettiva in questo senso?
La situazione è estremamente fluida e variabile. Si va da atteggiamenti di aperta condanna ad altri di tolleranza e apertura.
Nei testi sacri e della tradizione quali sono i passi che condannano l’omosessualità?
Il locus classicus è Levitico 18:22 “E con un maschio non ti sdraierai come ti sdrai con una donna, è inaccettabile”.
Ci sono stati casi di ebrei omosessuali famosi nella storia dell’ebraismo?
Non che io sappia, ma nella narrazione biblica la relazione fra il re Davide e il suo amico Yonatan ha fatto discutere molto.
Che differenza c’è visione ortodossa e progressista per quanto riguarda l’omosessualità?
Tracciare una linea netta è difficile, perché i principi religiosi non sempre si armonizzano con il sentire dei diversi attori. Di conseguenza esistono atteggiamenti di grande apertura in alcuni ambienti ortodossi, ma anche di grande chiusura in ambienti molto progressisti, quindi tutto è molto trasversale. Certamente in ambito progressista c’è una maggiore volontà di rispetto dell’intimità degli individui. Per questo nelle correnti progressiste alcuni celebrano anche cerimonie fra coppie LGBT.
Un omosessuale può convertirsi all’ebraismo ortodosso? E a quello progressista?
In ambito ortodosso sarebbe impossibile, salvo chiaramente nascondere la propria identità affettiva e fare una doppia vita (approfittando di una certa “miopia” da parte del rabbinato, oppure con la sua tacita complicità, entrambi questi casi sono relativamente comuni per quello che ho potuto osservare), cosa che alcuni fanno. In ambito progressista è cosa comune, perché si lascia più libertà all’individuo, specie in sfere così intime.
Come rabbino ha avuto modo di incontrato ebrei omosessuali? Ha raccolto storie particolarmente importanti sulla doppia identità ebreo-gay?
Ne incontro regolarmente. E ho spesso ascoltato storie di difficoltà, dove le persone sentivano come impossibile una conciliazione fra l’identità ebraica e il loro essere, conciliazione che desideravano ma che sembrava impossibile. A me pare che questo non debba essere, perché ogni volta che rinunciamo a una parte importante della nostra identità, perdiamo moltissimo, e gli altri con noi.
Come si spiega la grande libertà della comunità LGBT in Israele?
Col fatto che Israele è una vera democrazia, animata, pluralistica, autenticamente aperta e progressista.
Crede che in futuro cambieranno le cose per l’ortodossia?
Sarà difficile, si potrà magari avere una maggiore accettazione e tolleranza per gli individui, con meno giudizio e più rispetto, il che sarebbe già una buona cosa.
Per chi fosse interessato a contattare il rabbino per ulteriori informazioni, questo il suo sito internet: http://haim.cipriani.free.fr/