Tutti sono i benvenuti! Assistere le famiglie con figli LGBT
Riflessione di Mary Ellen e Casey Lopata dal sito newwaysministry* (USA) del 4 gennaio 2004, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Molti anni fa David e Joan fecero visita al loro pastore. Loro figlio Jim aveva appena rivelato di essere gay. Amavano Jim ma lottavano con una miriade di emozioni: solitudine, paura, confusione, angoscia, per nominarne solo alcune.
Non erano i primi genitori a recarsi da padre Tom con una storia simile, ma questa visita gli fece capire che i genitori aveva bisogno d’altro oltre che del suo cuore in ascolto. Così fondò un gruppo di supporto per genitori che amano i propri figli gay e che vogliono farsi forza l’un l’altro.
Gruppi come questo hanno aiutato a lenire le lacrime di paura dei genitori cattolici. Molti fra loro che hanno seguito questo cammino con successo sono riusciti a comprendere che le nostre figlie e i nostri figli LGBT sono fatti a immagine di Dio e naturalmente sacri, proprio come i nostri figli eterosessuali. Vediamo l’amore di Dio rivelato in loro mentre si impegnano ad amare Dio e il prossimo, ad essere le persone che Dio ha creato, cercando con fede la voce di Dio nel loro cuore, spesso in relazioni serie e come genitori amorevoli.
Ci consideriamo Famiglie Fortunate. Quando ci scontriamo con le parole e i gesti discriminatori di chi non possiede questa comprensione, sorgono in noi dei forti sentimenti: frustrazione, rabbia, talvolta ci sentiamo traditi, specialmente dai nostri leader cattolici.
Il nostro atteggiamento di genitori verso i nostri cari LGBT, il nostro impegno appassionato per la giustizia, e il fatto che ai genitori venga dato più volentieri ascolto perché siamo i fedeli, cuore e anima (e portafogli) delle nostre parrocchie, fanno sì che noi siamo in una posizione particolarmente favorevole per fare la differenza.
Come ha detto un genitore: “…questo nostro prezioso figlio è lo stesso figlio che noi e Dio abbiamo concepito, portato in grembo, partorito e battezzato nella famiglia cattolica. Anche se è troppo stanco per lottare per un posto a tavola, noi fino al nostro ultimo respiro diffonderemo il messaggio che Dio ama ciascuno dei Suoi preziosi figli, così come li amiamo noi.”
Inoltre, iniziare un ministero rivolto ai genitori è un buon modo di presentare questo nuovo ministero ad una parrocchia che magari esita ad approcciare le tematiche LGBT. Coloro che si sentono fuori luogo a parlare troppo direttamente dell’argomento possono avere questa alternativa che permette loro di porre le domande che si sentono di fare sull’argomento.
Oggi c’è anche bisogno di un altro modo di coinvolgere i genitori. Impegnati ed educati, una volta che siamo passati dalle lacrime di dolore dei primi momenti alla santa ira della difesa, i genitori possono – e lo fanno – aggiungere una dimensione extra al movimento per i pari diritti degli LGBT cattolici.
Potete incoraggiare ed aiutare i genitori a condividere le loro storie di amore e fede e a pretendere la giustizia e l’eguaglianza per gli LGBT? Potete offrirci delle opportunità di collaborare con altri individui e gruppi che insistono perché i nostri cari siano trattati con dignità e accettati nella comunità cattolica come membri a pieno titolo, moralmente equivalenti alle persone eterosessuali? Noi siamo qui!
* Nella seconda puntata della nostra serie TUTTI SONO I BENVENUTI, che analizza come le parrocchie e le altre comunità cattoliche possano diventare più accoglienti per le persone LGBT, abbiamo dei guest blogger, Mary Ellen e Casey Lopata, che ci offriranno il loro pensiero sul ministero famigliare. I Lopata sono attivi nel ministero LGBT fin dai primi anni ’90 e sono i cofondatori di Fortunate Families, un network nazionale di genitori e famigliari cattolici di persone LGBT.
Testo originale: ALL ARE WELCOME: All in the Family