Un brutto “buon anno” per gli attivisti LGBT
Riflessioni di Massimo Battaglio
Il 2020 inizia male per alcuni amici attivisti lgbt. Un brutto episodio di hateraggio di massa ha investito Giulia Bodo, presidente di Arcigay Vercelli, e Antonello Sannino, ex presidente di Arcigay Napoli. Dopo una settimana, i toni non accennano a smorzarsi, i giornali continuano a parlare e si sta passando alle querele incrociate.
I fatti. Il primo gennaio, Giulia scrive un post su facebook in cui fa gli auguri di buon 2020 in modo un po’ sarcastico: “Auguro BUONANNO ai leghisti e un meraviglioso 2020 antifascista, antirazzista e arcobaleno a tutti gli altri”. Segue foto dell’onorevole Gianluca Buonanno, europarlamentare leghista, deceduto il 5 giugno 2016. Subito si scatenano i commenti piccati di chi l’accusa di non avere rispetto per i morti, e cominciano gli insulti pesanti. Giulia (che ha un caratterino), rincara la dose: “Vorrei levarmi dai contatti anche qualche altr* perbenista che ritiene i morti degni di rispetto solo in quanto morti”.
Parentesi: chi è stato Gianluca Buonanno. L’esponente della Lega, originario di Borgosesia, inizia la sua carriera politica come sindaco di Serravalle Sesia e poi di Varallo Sesia tra il 1993 e il 2002. Dal 1995 assomma, agli incarichi locali, quello di consigliere provinciale e poi vicepresidente della Provincia di Vercelli, che manterrà fino al 2009. Nel 2008 viene eletto alla Camera, dove è segnalato come il deputato più presente alle sedute. Nel 2014 otterrà un seggio al Parlamento Europeo, che occuperà fino alla morte.
Gli abitanti dei paesi da lui amministrati dicono che fu un buon sindaco. Molto meno bene possono dire le persone omosessuali italiane, contro le quali espresse opinioni spesso oltre i limiti della diffamazione. Ricordo una sua dichiarazione del 2011 durante il dibattito sulla legge contro l’omofobia:
“Si fa sempre finta di nulla, le vittime sono sempre gli omosessuali. Invece no, esistono delle situazioni imperdonabili anche in altri ambiti, si pensi alle denunce nel mondo della Chiesa. Ai gay sembra sempre tutto dovuto, invece ognuno deve stare al proprio posto, tutti hanno i diritti, però loro su ogni cosa si sentono discriminati. Quando succede che un omosessuale viene malmenato viene fuori un grande clamore, ma nessuno dice niente quando chi è malmenato non è gay”.
Il 6 giugno 2013, in vista del Pride nazionale a Palermo, nuovo brutto attacco, nel quale coinvolge le onorevoli Idem e Boldrini:
“Al Gay Pride si vedono delle scene che fanno schifo, scene orripilanti. Il Pride fa schifo. Un bambino se lo vede si chiede: cosa fanno quei pagliacci che sfilano lì? Si svolge in posti pubblici e un bambino potrebbe pensare che qualcosa non quadra se vede certe porcherie. La Idem e la Boldrini non dovrebbero rappresentare le istituzioni a una carnevalata con gay e lesbiche che fanno vedere di tutto, fanno vedere il culo, si baciano in strada, fanno strani versi e hanno i seni rifatti. Se un gay si avvicina e ci prova se viene a rompermi le palle gli do un calcio nei coglioni”.
Il 3 luglio successivo, alla Camera, espone un cartello sempre più brutto, con scritto “Il Governo libera i pedofili”. Pochi giorni dopo, accusa i parlamentari di Sinistra e Libertà di rappresentare la “lobby dei sodomiti”.
Il 19 settembre 2014, nuovo attacco. Alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”, dichiara:
“A Borgosesia ci saranno una decina di gay, ma può darsi che siano aumentati. Fosse per me li schederei. Visto che vogliono pubblicizzare il loro amore, segniamoli su un registro. Se mi chiedessero di celebrare nozze gay nel Comune dove sono sindaco, direi che è meglio che si facciano un TSO. Al massimo offro ai gay una banana. O un’insalata di finocchio”.
Naturalmente, nel mirino delirante di Buonanno, non ci sono solo i gay ma anche, per esempio, i rom, definiti “feccia della società”. Non parliamo nemmeno dei migranti. Fatto sta che il politico collezionò querele finché il tribunale di Milano lo condannò, il 16 aprile 2016, “al pagamento di 6000 euro a favore di ciascuna delle associazioni ricorrenti a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale, ordinando inoltre la pubblicazione dell’intestazione e del dispositivo dell’ordinanza sul quotidiano Corriere della Sera in caratteri doppi del normale”.
Seconda parentesi: chi è Giulia Bodo. Presidente del comitato Arcigay di Vercelli dal 2018, Giulia ha avuto a che fare con Buonanno non solo per quanto riguarda i temi lgbt. Da anni si impegna con organizzazioni dedite all’inclusione sociale dei migranti. E’ stata consigliera comunale a Prarolo, in una lista opposta alla Lega. I toni dei suoi post sono stati sopra le righe ma è del tutto comprensibile che il suo ricordo dell’onorevole sia piuttosto brutto.
La bestia si scatena. Il post incriminato comincia a rimbalzare e finisce nelle mani degli organizzatori delle pagine social di Salvini. E, proprio sul profilo del leader del Carroccio, compare un twitt infuocato:
“Non riscrivo nemmeno le parole, provo solo SCHIFO. Poi vanno in piazza contro la Lega e contro Salvini ‘fascista, razzista, nazista, che semina odio’… VERGOGNATEVI! Anche solo per pensare cose del genere bisogna davvero avere un’anima brutta, malvagia. Un pensiero all’indimenticato Gianluca Buonanno, un abbraccio alla sua mamma e alla sua famiglia”.
Seguono commenti irripetibili.
E’ la volta di Antonello Sannino. L’ex presidente di Arcigay Napoli e attuale dirigente Anpi scrive un twitt in cui esprime la propria vicinanza a Giulia. A “sistemare” lui, pensa un altro leghista di spicco, Roberto Calderoli, il quale passa dagli insulti alle minacce:
“Evidentemente il messaggio non è chiaro. Chiunque oltraggia la memoria di Buonanno viene querelato. E ne risponderà nelle sedi opportune. Oggi tocca a questo gentile signore, che peraltro è un noto dirigente dell’ANPI e dell’Arcigay a Napoli, dunque una persona con visibilità e annessa responsabilità. Querela pronta anche per lui, andiamo avanti, stavolta non ci passo sopra. Sono abituato ad accettare gli insulti rivolti al sottoscritto e non rispondo mai con le querele, ma gli insulti a un amico scomparso, a una brava persona come Gianluca Buonanno, non li posso accettare. Ci vediamo in tribunale!”
E qui arriviamo al delirio. Naturalmente non abbiamo nozione sul seguito delle minacce giudiziarie dell’on. Calderoli. In compenso, continuano tuttora a piovere commenti contro Antonello, la Bodo, le loro mamme, i loro apparati genitali e gastroentereologici. Si citano verdure di ogni tipo condite con minacce di morte. L’ormai solito, brutto, volgare repertorio di chi si sente grande seminando odio, è completo.
Perché se ne deve occupare anche Gionata? Intanto perché un linciaggio mediatico, nei confronti di chiunque, non è bello. Tantopiù se ai danni di due persone come Sannino e la Bodo, che papa Giovanni non avrebbe esitato a definire “uomini di buona volontà”. Non sono credenti ma hanno molto da insegnarci poiché vivono costantemente a fianco di persone meno fortunate senza chiedere nulla in cambio. Certo: sono due bersagli perfetti per certa politica. Ma questo non fa che deporre contro quella certa politica, poiché è davvero singolare che ben due onorevoli siano così a corto di argomenti da prendersela con dei privati cittadini.
E la seconda ragione è che molti degli assurdi commenti, delle disgustose minacce, tirano in ballo il nome del buon Dio. E questo è altrettanto brutto. Perché il Dio che loro nominano è lo stesso che avverte: “chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna” (Mt 5,22). L’odio seriale via facebook non è contemplato nei piani del Signore.
Nessun tipo di odio può essere benedetto: nè quello politico nè quello razzista o omofobo. Non importa chi abbia insegnato a questi poveri di spirito, che esista un Dio che si compiace del loro disprezzo. Temo di saperlo ma non mi interessa proprio. Vorrei solo che si prendessero la responsabilità personale del loro brutto pregiudizio e imparassero a superarlo, se necessario, con l’aiuto di qualche specialista.
“Le persone che vanno in chiesa, stanno lì tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri e parlando male della gente sono uno scandalo: meglio vivere come un ateo anziché dare una contro-testimonianza dell’essere cristiani” (Papa Francesco, 1° gennaio 2019)