Cosa accade quando i Cristiani LGBT si ritrovano in un pomeriggio d’inverno in una parrocchia pugliese?
Riflessioni di Fabio Trimigno sull’incontro in parrocchia del gruppo di Cristiani LGBT pugliesi “ZACCHEO” del 6 gennaio 2020
Cosa accade quando i cristiani LGBT e i loro genitori si ritrovano in parrocchia davanti ad una tazza di tè caldo, in un pomeriggio di pieno inverno di una contrada del Gargano, e si parla di Dio mentre fuori un vento gelido soffia così tanto da far tremare le finestre della sala?
Accade che si rende “visibile” una sete di infinito, una sete di Dio.
Accade che si rende “manifesto” un desiderio di un abbraccio paterno, un bisogno di sentirsi accolti in un calore, che forse neanche un tè bollente riesce a restituire a quella stessa carne che tremando riveste le ossa.
Sì, perché è di “carne” che il Natale è fatto, perché è di “luce” che la nostra speranza è fatta.
Una luce che viene per noi, una speranza per ogni uomo e per ogni donna, una luce vera, una speranza che ti invita a cercare la verità sulla tua identità di cristiano: “alzati e rivestiti di luce”!
E cos’è rivestirsi di luce se non rivestirsi di carne? Non è scritto forse “Dio si è fatto come noi per farci come Lui”? Non è scritto forse che “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”? Un Dio che si azzera per rivestirsi di carne, un Dio che veste e indossa una sessualità per penetrare nel suo stesso creato, e rivestire quest’ultimo della sua stessa sostanza: la Luce.
Non c’è festa più carnale del Natale, in cui Dio fa l’amore con l’intera umanità sotto un lenzuolo fatto di luce e speranza.
Ecco allora le epifanie delle relazioni: carne e luce, luce e carne in un continuo dialogo, in una continua dinamica. Una epifania della relazione tra umanità e divinità: un Dio che si manifesta all’uomo e gli dona il diritto di essere diverso, di essere differente, gli dona il privilegio di essere libero, il coraggio di non accettare di essere azzittiti. Un Dio che dona la virtù del coraggio prima dell’obbedienza, e il dono della speranza prima del mito dell’ottimismo.
Scrigni custoditi durante il viaggio per essere offerti ad un Re, Dio e Uomo: oro per il Re dei re, incenso per il Dio tra gli dei, e mirra per l’Uomo tra gli uomini. Cullato in una mangiatoia per farsi cibo per tutti e avvolto in fasce come in un sepolcro: nella vita già la morte, nella morte già la resurrezione, nel Natale già la Pasqua.
Quello dei Cristiani è un lungo viaggio, proprio come quello dei Magi.
Auguro a tutti che il Figlio dell’Eterno si riveli con il Suo Amore nelle mille diversità e molteplici epifanie della vita.