Un’alleanza ecumenica di chiese evangeliche si mobilita contro l’AIDS
Articolo tratto da NEV – Notizie evangeliche n. 48 del 26 novembre 2008
“È ora che nella lotta all’AIDS si tenga conto anche dell’impegno delle comunità di fede”.
Lo ha dichiarato in occasione del prossimo 1° dicembre (2008), Giornata internazionale per la lotta all’AIDS, la coordinatrice della “Ecumenical Advocacy Alliance” (EAA), Linda Hartke.
L’organismo – un’alleanza ecumenica per la promozione e la difesa dei diritti fondata nel 2000 con sede a Ginevra (CH) -, si occupa preliminarmente della lotta contro l’AIDS/HIV.
Attraverso il lavoro capillare dei propri aderenti sul territorio, l’EAA sta portando avanti una campagna anti-AIDS tesa a garantire a tutti l’accesso alla prevenzione, alle cure, e all’assistenza. Particolare attenzione è rivolta ai minori affetti da HIV/AIDS.
Secondo stime fornite dall’EAA nel mondo sono 2,1 milioni i bambini sotto i 15 anni affetti da HIV, e di questi solo il 15% ha accesso alla diagnostica e alle cure farmacologiche necessarie. La situazione è particolarmente acuta nell’Africa sub sahariana.
“Le chiese hanno un ruolo importante nella lotta all’AIDS” è quanto ha dichiarato all’Agenzia stampa NEV il pastore statunitense Michael Schuenemeyer, responsabile della Chiesa Unita di Cristo (UCC) per l’AIDS/HIV e la salute, nonché per le questioni riguardanti omosessuali, bisessuali e transgender.
“Una fetta importante della lotta all’AIDS riguarda la formazione e l’informazione delle persone sulla prevenzione e la cura.
In fondo la chiesa è un’istituzione meravigliosa per stare in mezzo alla gente. Come chiese possiamo offrire una specifica competenza in questo settore accompagnato da una competenza pastorale” ha affermato Schuenemeyer, che ha partecipato per conto della sua chiesa (che è anche quella del presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama) alla recente Assemblea generale dell’EAA (17-19 novembre 2008) svoltasi a Roma, assemblea che si riunisce ogni quattro anni.
“Per combattere la diffusione dell’AIDS la nostra chiesa è favorevole all’uso dei preservativi accompagnato da un’adeguata educazione sessuale – ha spiegato Schuenemeyer, consapevole delle diverse posizioni a riguardo all’interno delle chiese cristiane -.
È una questione di responsabilità verso gli altri. Come chiese dobbiamo far passare il messaggio che siamo tutti, nessuno escluso, toccati dal problema. Soprattutto dobbiamo essere i primi ad accogliere e confortare chi è stato affetto dal virus, perché siamo tutti figli di Dio, e la casa del Signore non è tale se esclude anche solo uno dei suoi figli”.
L’Assemblea dell’EAA riunita a Roma ha deciso non solo di intensificare la sua campagna anti-AIDS, ma, di fronte alla drammatica crisi alimentare mondiale, ha deliberato di lanciarne una nuova sul cibo per tutti.
Per maggiori informazioni: www.e-alliance.ch .