Uno scandalo in un seminario cattolico irlandese riapre il dibattito sui sacerdoti gay
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 13 ottobre 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
La controversia di quest’estate sull’uso di un’app per appuntamenti gay da parte degli studenti del seminario nazionale d’Irlanda si è placata, ma ha ispirato molti commenti utili sull’omosessualità, il ministero ecclesiastico e il futuro della Chiesa cattolica. (…)
All’inizio di quest’anno l’arcivescovo (irlandese) di Dublino Diarmuid Martin ha rimosso tre seminaristi dal St. Patrick’s College Maynooth accusandoli di essere infuenzati dalla “cultura gay”. Ma ha espresso anche la sua preoccupazione per il “mondo strano e chiuso dei seminari” e ha detto che occorrerebbe una nuova modalità di formazione del clero. Altri vescovi si sono precipitati in difesa del seminario, e comunque è stata effettuata una sorta di revisione con un occhio alla sua riforma.
Nella sua rubrica su The Independent, Michael Kelly asserisce che la revisione della formazione del clero ora in corso in realtà potrebbe “dare il via ad un’autentica riforma e ad un rinnovamento del cattolicesimo irlandese” Egli nota anche che, storicamente, il concetto di seminario è stato esso stesso una risposta ai problemi del clero, ma adesso:
“Il mondo è cambiato e bisogna cambiare il modo in cui educare i preti irlandesi per venire incontro al mondo moderno. Papa Francesco – il grande araldo della riforma – ha osservato recentemente che il cattolicesimo non sta vivendo un’era di cambiamenti, ma un cambiamento di era”.
Questi cambiamenti devono includere il riconoscimento e l’accettazione da parte della Chiesa di uomini gay e bisessuali tra il clero, ha detto Mary McAleese ex presidente dell’Irlanda e sostenitrice dei diritti LGBT. Ha aggiunto al The Irish Times:
“Abbiamo il fenomeno di sacerdoti che sono sia etero che omosessuali, ma la Chiesa non è capace di affrontare il fatto che ci sono omosessuali tra i preti, omosessuali che sono buoni preti’”.
La McAleese lega questo problema all’insegnamento della Chiesa e alla definizione, dannosa, dell’omosessualità come “intrinsecamente disordinata”. Quest’etichetta è chiara nella cultura del seminario di Maynooth dove “la politica del celibato è più importante del servizio pastorale” e dove dembra ci si concentri sulle “cose sbagliate”.
La promozione di un’atmosfera ostile al clero gay è stata molto evidente, afferma la McAleese, quando nel 2012 il seminario di Maynooth è stata visitata dal cardinal Timothy Dolan e dall’arcivescovo Edwin O’Brien. Lei stessa commenta: “’Volevano essere rassicurati che nessun posto fosse – parole loro – ‘gay friendly’… e così se ne sono andati via, felici di essere ostili alle persone gay ma così che tipo di messaggio mandano ai giovani uomini che sono lì che sono gay, e ai preti che gay lo sono anche loro?’”
Un commentatore, Tom Clonan del The Journal, ha suggerito che è il pregiudizio esterno che porta a focalizzarsi sui seminaristi e sui preti gay, e che fa passare in secondo piano l’attuale crisi della Chiesa irlandese:
“Per essere onesto credo che l’orientamento sessuale dei seminaristi o dei preti sia largamente irrilevante nel contesto delle gravi sfide che affronta l’istituzione della Chiesa cattolica in Irlanda. Comunque, gran parte della copertura mediatica è voyeuristica e fa vergognare i gay e forse inavvertitamente rivela il profondo pregiudizio omofobo di alcuni commentatori”.
Ma, in generale, i cattolici irlandesi hanno detto che quest’estate al seminario di Maynooth il primo problema, se non quello principale, è stata una cultura tossica sui sacerdoti gay e i bisessuali. Il senatore Jerry Buttimer, ex seminarista e padre Tony Flannery hanno appoggiato i preti gay. Altri hanno negato completamente le dichiarazioni sull’utilizzo dell’app per appuntamenti gay che ha innescato questa controversia.
Il problema dell’omosessualità nel ministero ecclesiastico comunque, non è limitato all’Irlanda, ma coinvolge la Chiesa universale. Alcuni sacerdoti come padre Warren Hall e monsignor Krzysztof Charamsa sono stati sanzionati a causa di questioni riguardanti il mondo LGBT di cui si sentono parte.
Spesso le controversie si concentrano in modo problematico sulla questione del celibato, piuttosto che sui doni e sulle opportunità che preti gay e bisessuali possono dare alla Chiesa. Così si ignora il servizio fedele di molti gay come padre Fred Daley, padre Michael Shanahan e padre Ron Cioffi, che ha detto:
“Sì, sono una persona gay la cui identità include ed è animata dalla chiamata al ministero nella nostra Chiesa… il mio orientamento è una benedizione di Dio da usare in e per la Chiesa che è chiamata ad aiutare ognuno di noi a discernere e celebrare la bontà e a confermare l’amore di Dio per tutti noi”.
L’incidente nel seminario di Maynooth è stato un altro brutto scandalo in una Chiesa irlandese già ferita dalla crisi degli abusi sessuali del clero. Invece che guardarsi dentro e dare il via ad una nuova ricostruzione a partire dai seminaristi, che invece vengono tagliati fuori dalla realtà, i vescovi irlandesi dovrebbero accogliere a braccia aperte gay e bisessuali (e, per dirla tutta, persone di tutti i generi e di tutte le identità sessuali) che desiderano il sacerdozio. Parafrasando papa Giovanni XXIII, è il momento buono per aprire le finestre del seminario di Maynooth e di far entrare aria fresca.
Testo originale: Controversy at Irish Seminary Prompts Conversation on Gay Priests