Caro don Giulio grazie per le tue parole sulla benedizione delle coppie omosessuali
Lettera aperta di Corrado e Michela Contini della Rete nazionale “3VolteGenitori”
Carissimo Don Giulio, siamo Corrado e Michela Contini, genitori cattolici di tre figli cui uno gay e vogliamo scriverti per ringraziarti della tua presa di posizione pubblica riguardante La benedizione delle coppie omosessuali.
Ma ancor più, concordando con te, siamo profondamente colpiti e turbati perché si continua a chiamare “peccato“ questo loro amore.
Nelle numerose coppie, cristiane e non, che in questi anni abbiamo conosciute, abbiamo sempre potuto constatare la presenza della cura dell’altro, della pazienza, del perdono reciproco, di un dialogo aperto e profondo, di un sostegno reciproco, di benevolenza, bontà e apertura verso gli altri, di fedeltà nel dono di sé all’altro.
Queste caratteristiche, l’apostolo Paolo li definisce “frutti dello Spirito” e “… contro queste cose non c’è legge”.
E come ci ricorda Gesù stesso “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”. (Luca 6,43-45)
Noi, come tanti altri genitori che conosciamo, desideriamo vivamente raccontare all’intera comunità cristiana quanto abbiamo potuto vedere, sperimentare e toccare nei nostri figli e contribuire così a realizzare un vero cammino di sinodalità ecclesiale il cui segreto, come ci ricorda il cardinale Bassetti, “è l’intreccio tra basso e alto, centro e periferia”.
Bellissima la parola “intreccio” che richiama il convergere di provenienze diverse, il mettere insieme passi con cadenze e ritmi variegati; allacciare relazioni nuove, formare con tanti fili colorati, quali i colori dell’arcobaleno, una treccia.
Cammino sinodale che papa Francesco auspica per la Chiesa italiana e che noi amiamo pensare essere un cammino di ascolto e di reciprocità, di confronto e di discernimento.
Con la richiesta di essere presi sul serio in quanto “fedeli del popolo santo di Dio” per procedere con passi in avanti e anche per sostare nel riprendere fiato, ma sempre per innescare altri cammini che non facciano perdere alla Chiesa tutta l’incontro con la realtà e con la storia.
Ti abbracciamo con la forza e la tenerezza di padre e di madre.
Corrado e Michela Contini della Rete nazionale “3VolteGenitori”