Dieci false affermazioni che sentiamo spesso sulle persone LGBT
Testo pubblicato sul sito LGBT Catholics (Stati Uniti), liberamente tradotto da Diana della Rete 3volteGenitori
Prima di prestare assistenza religiosa ai cattolici LGBT (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans), dobbiamo anzitutto identificare le idee preconcette più comuni che abbiamo in mente sulle persone LGBT, perché tali idee danno forma al modo in cui mettiamo in pratica e comunichiamo la dottrina della Chiesa. In secondo luogo, dobbiamo capire se questi preconcetti sono miti o realtà. Se sono miti, dobbiamo metterli da parte.
Mito n.1: si può individuare una persona gay dal modo in cui si veste o si comporta
Molti pensano che se un uomo si veste di rosa, oppure è troppo emotivo, o se una donna indossa sempre i pantaloni, oppure le piacciono gli sport, allora devono essere omosessuali. Così pensiamo che se una ragazza è troppo femminile, o un uomo troppo virile, allora non possano assolutamente essere omosessuali. Questo è solo un mito, un preconcetto che fa giudicare le persone. Tale preconcetto deve essere lasciato da parte, perché impedisce di conoscere effettivamente le persone di fronte a noi, che siano etero od omosessuali.
Mito n.2: essere omosessuali è una malattia mentale, psichiatrica
Essere omosessuali non è una malattia mentale, psichiatrica. Mentre per lungo tempo si è pensato che essere omosessuale fosse una specie di malattia mentale, oggi le ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’orientamento sessuale di una persona omosessuale, bisessuale o etero è, almeno in parte, determinato dalla genetica. Ciò significa che la vostra eterosessualità non viene scelta consapevolmente in un certo periodo della vostra vita o dopo qualche “sperimentazione”, è invece stata vissuta come un dato di fatto, proprio come un orientamento sessuale verso una persona dello stesso sesso viene vissuto nello stesso modo, come una caratteristica innata.
La Chiesa Cattolica riconosce che l’identità omosessuale è un argomento complesso, per cui occorre tener conto delle ricerche delle scienze biologiche e comportamentali. Nel 1997 la lettera pastorale, pubblicata dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB) Sempre nostri figli: un messaggio pastorale ai genitori di figli omosessuali affermava chiaramente:
“Sembra che non esista una sola causa per l’orientamento omosessuale. Opinione comune degli esperti è che molteplici fattori – genetici, ormonali, psicologici – la possano causare”.
Quando si parla di questo argomento occorre tener conto delle scoperte delle scienze biologiche, e ricordare che l’orientamento sessuale, etero od omosessuale, è una variazione naturale dello spettro della sessualità umana.
Mito n.3: l’HIV/AIDS è una malattia delle persone LGBTQ
No, l’HIV/AIDS non è una malattia esclusiva delle persone LGBTQ. Perciò, se siete eterosessuali non ne siete immuni.
Mito n.4: le persone lesbiche in realtà hanno solo bisogno di trovare “l’uomo giusto” per diventare etero. Le persone gay di trovare la “donna giusta”
Per parafrasare la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB): “La Chiesa insegna che l’orientamento sessuale (etero od omosessuale) è una dimensione radicata della propria personalità e ne riconosce la relativa stabilità in una persona”.
Cosa significa? Significa che la nostra eterosessualità, così come l’omosessualità, sono una dimensione radicata di noi stessi. Non si tratta di qualcosa di superficiale. Non è come il tipo di cibo che preferiamo, o il nostro colore preferito, o decidere a che ora alzarsi al mattino. Non è come sviluppare buone abitudini, ma è qualcosa di più profondo.
Allo stesso modo l’eterosessualità, come l’omosessualità, ha una relativa stabilità. Significa che se siete eterosessuali, probabilmente lo sarete per tutta la vita. Non vi sveglierete il giorno seguente omosessuali, esattamente come vale per la persona omosessuale. L’orientamento sessuale è relativamente stabile. La Chiesa insegna e riconosce la relativa stabilità dell’orientamento sessuale.
Che dire delle persone che incontriamo che affermano di aver cambiato il loro orientamento sessuale?
È importante ascoltare la gran varietà di storie di persone LGBT. Ci sono anche le storie di persone bisessuali. La bisessualità, come ogni altro orientamento sessuale, è una variazione normale dello spettro dell’orientamento sessuale. Una persona bisessuale è in grado di sviluppare un legame emotivo, fisico, spirituale, romantico sia con uomini sia con donne. Perciò, una persona bisessuale può essere attratta prima da una persona dello stesso sesso, e in seguito da una dell’altro (o viceversa). Le storie di “cambiamento”, di cui spesso sentiamo parlare, forse sono storie di persone bisessuali.
Altre fonti dipingono persone LGBT che prima conducono uno stile di vita all’insegna dell’eccesso e del consumo di droghe e pornografia, e poi, quando decidono di cessare questo tipo di vita, affermano di aver cambiato il loro orientamento sessuale. Ribadiamo quindi che l’orientamento sessuale di una persona ha una relativa stabilità; in questi racconti, il cambiamento è piuttosto di stile di vita, da comportamenti eccessivi a comportamenti di moderazione e modestia (ovviamente questo comportamento ha i suoi meriti).
Per comprendere meglio il cosiddetto stile di vita omosessuale e discernere il mito dalla realtà, si rimanda al mito 9.
Mito n.5: i gay sono pedofili e molestatori di bambini
No, i gay non sono né pedofili, né molestatori di bambini per il loro orientamento sessuale. Ora chiariamo una cosa. Le molestie nei confronti dei bambini, una condotta sessuale impropria nei confronti dei minori (che per il fatto di essere minorenni, non possono essere consenzienti a nessuna attività sessuale), è un atto della peggior specie, punibile dal codice penale, che noi siamo chiamati a prevenire nelle nostre Chiese, nelle nostre case e famiglie.
La maggior parte dei molestatori di bambini sono persone conosciute, che hanno la fiducia di genitori e bambini. Inoltre molti sono eterosessuali, sposati con famiglia.
Non molto tempo fa ho tenuto una lezione in una classe per giovani operatori pastorali e ho chiesto: “Alzate la mano se sapete di qualcuno che conoscete intorno a voi che abbia toccato impropriamente un bambino”. Un terzo dei presenti alzò la mano. Allora chiesi: “Quanti erano sposati?”. Il 90% tenne la mano alzata. E, detto per inciso, tutti quelli che avevano alzato la mano erano donne. Non è che gli uomini presenti non avessero saputo di molestatori di bambini intorno a loro, semplicemente non erano al corrente della situazione di abuso, oppure avevano vergogna a parlarne.
Da bambina, ricordo mia madre che mi diceva: “Sta’ attento a questo, quello e quell’altro membro della famiglia”, “Non lasciare mai che ti tocchino in modo inappropriato”. Le donne sono più attente alle molestie verso i bambini, perché devono sempre proteggere se stesse e i loro figli. Anche alcuni uomini sono attenti, perché sono impegnati in queste conversazioni difficili, oppure perché hanno avuto esperienza loro stessi di abusi. Ma sarete sorpresi di quanti non affrontano mai queste conversazioni in famiglia. Noi tutti ne dovremmo discutere, sia per prevenzione, sia per prenderne consapevolezza.
Un ultimo commento sui pedofili e sulle molestie ai bambini. Come cattolici, conosciamo bene questo argomento, perché lo abbiamo visto accadere nella nostra Chiesa: un piccolo numero di preti pedofili getta un’ombra sul gran numero di buoni preti, e noi siamo chiamati a non farlo più accadere. Perciò, se sei un ministro o un volontario, ti viene richiesto di seguire una formazione specifica, e allora saprai che i molestatori di bambini non lo fanno perché sono etero od omosessuali e nemmeno perché sono sposati o celibi.
Mito n.6: si diventa gay in seguito ad abusi
Le persone LGBTQ non sono tali perché vengono abusate. Ora, prima di continuare, vi prego di comprendere che questi sono argomenti complessi, che non si possono discutere in modo dettagliato in pochi paragrafi; comunque, ci sono alcune cose da prendere in considerazione.
Prima di tutto, per affermare che un fatto ne causa un altro, deve esistere una correlazione statisticamente significativa fra causa e presunto risultato, e in questo caso non c’è. Se questo mito fosse reale, ci sarebbe una correlazione causale reale tra abuso e omosessualità, quindi tutti, o un numero statisticamente significativo di persone abusate, dovrebbero essere gay. Non è questo il caso.
Nella maggior parte delle persone che sono state abusate, l’orientamento sessuale rimane lo stesso: se prima erano eterosessuali, crescono fino a diventare madri o padri in relazioni eterosessuali. Nulla cambia. Poiché non esiste correlazione statisticamente significativa tra abuso ed orientamento sessuale, non possiamo affermare che un fatto causi l’altro.
Comunque, è vero che le persone che abusano di altre tendono a prendere di mira quelle vulnerabili. I bambini LGBT sono presi di mira dai pedofili per parecchie ragioni. I molestatori tendono a prendere di mira i bambini che appaiono più vulnerabili, o che non hanno buone relazioni o comunicazioni coi loro genitori, perché diventa più facile manipolarli, si sentiranno colpevoli e non parleranno. La comunità LGBTQ è particolarmente vulnerabile a questi abusi, e noi dobbiamo riconoscerlo e proteggere tutti i bambini, inclusi i bambini LGBTQ.
Mito n.7: le persone LGBTQ cercano di fare il lavaggio del cervello a tutti per farli diventare omosessuali
Se c’è qualcuno che sa bene che non si può fare il lavaggio del cervello per cambiare l’orientamento sessuale, questa è la comunità LGBT. Le persone LGBT non vogliono fare a nessuno il lavaggio del cervello, semplicemente cercano di far prendere coscienza delle loro lotte e della loro vulnerabilità in una società che troppo spesso rifiuta le loro parole.
Mito n.8: le persone LGBTQ, a causa del loro orientamento sessuale, sono genitori inadatti, non sani
Spesso sentiamo dire che le persone LGBT sono genitori non sani ed inadatti, e che alleveranno bambini destinati a diventare omosessuali. Questo è un mito. I bambini LGBT per lo più sono cresciuti da genitori etero, e non è per un difetto dei genitori che diventano LGBT. Non è colpa di nessuno, e i vescovi americani lo hanno affermato molto bene nella lettera pastorale Sempre nostri figli, che noi siamo ben lieti di far conoscere, di leggere e di pregare.
Se si è genitori non sani e inadatti, dipende da molti altri aspetti della vita, e da altri valori. Esistono genitori inadatti nelle comunità etero come in quelle omosessuali, come in tutte le comunità.
Mito n.9: le persone LGBT conducono una vita promiscua, e hanno uno stile di vita malvagio
Lasciatemi demolire questo mito poco per volta. Quando sentiamo la frase “stile di vita omosessuale”, di solito ci si riferisce a una di queste due cose: o si parla di uno stile di vita promiscuo e pornografico, come ubriacarsi, feste pazze, e simili; oppure si parla di due persone dello stesso sesso che hanno una relazione fedele, si sono impegnate l’una con l’altra e hanno deciso di vivere insieme, sposandosi civilmente. Sono due cose molto diverse.
Se parliamo di due persone sposate civilmente, che si sono impegnate a vicenda, la cosa peggiore che possono fare è quella di non seguire la dottrina della Chiesa sulla castità (presupponendo che abbiano una vita sessuale attiva), come fanno anche molte persone etero. Come detto in precedenza, qui non si parla di matrimonio.
Ora, se stiamo parlando di uno stile di vita promiscuo e sfrenato, occorre tener conto di alcune cose.
1. Dobbiamo riconoscere i nostri peccati. Le persone che conducono una vita sfrenata e promiscua possono avere qualunque orientamento sessuale: omosessuale, etero, ecc. Se vado in un night club etero vedrò persone che bevono, si abbracciano e cercano qualcuno con cui fare sesso occasionale. Se traessi la conclusione che tutti gli eterosessuali si comportano in questo modo, sbaglierei. Se concludessi che tutte le persone etero in questo night club si comportano in questo modo, sbaglierei.
Allo stesso modo, se traessi la conclusione che le persone etero si comportano sempre in questo modo, sbaglierei. Questo stile di vita esiste sia fra i gay sia fra gli eterosessuali e dobbiamo riconoscere i peccati della nostra comunità.
2. Perché questo viene messo così in evidenza nella comunità LGBT? Bene, in primo luogo perché è più visibile. La modestia non è visibile. Le persone modeste, LGBTQ o eterosessuali, non sono visibili, ma quelle LGBTQ, a differenza degli eterosessuali, sono ancora meno visibili, perché tendono a condurre una vita privata molto riservata. Esiste uno studio effettuato dall’Università Statale di San Francisco in cui si è notata una maggior incidenza di comportamenti a rischio, come tentativi di suicidio, depressione, uso di droghe, infezioni HIV nella comunità LGBT. Questo studio ha trovato che una cosa è direttamente correlata alla maggior incidenza di comportamenti a rischio: il rifiuto da parte della famiglia. Le persone LGBT che sperimentano alti livelli di rifiuto da parte delle famiglie e, per esteso, rifiuto da parte della società, sono 8 volte più inclini a tentativi di suicidio, 6 volte ad essere soggetti a depressione, più di 3 volte a consumare droghe illegali ed ammalarsi di HIV o altre malattie sessualmente trasmissibili, rispetto alle persone LGBT che sperimentano bassi livelli di rifiuto famigliare. Solo con l’amore, ed agendo come Gesù coi nostri fratelli e sorelle LGBT, possiamo fare la differenza.
Mito n.10: le persone LGBT sono contro la religione
Come persona che ha incontrato molti cattolici LGBT meravigliosi, e come cattolica io stessa, posso affermare che non è esatto. Storicamente c’è stata una divisione tra comunità religiose e la comunità LGBT, perché la comunità LGBT è stata ferita dal rifiuto di alcuni gruppi religiosi. Ogni cattolico LGBT può dirvi che è altrettanto difficile fare coming out come gay nella comunità cattolica, che fare coming out come cattolico nella comunità gay. Comunque, questa divisione è il risultato della mancanza di dialogo. Questo articolo è un tentativo di colmare questo divario.
Realtà n.1: le persone LGBT sono come tutte le altre
Questo è vero al 100%. Hanno sogni, aspirazioni, virtù e doni divini come chiunque.
Realtà n.2: le persone omosessuali hanno il desiderio spirituale di avvicinarsi a Dio e crescere spiritualmente
È vero. Le persone LGBT hanno questo desiderio, ma spesso è difficile trovare una comunità religiosa che li accetti, e offra loro un reale senso di appartenenza. La fame continua ad esserci, chi la soddisferà?
Realtà n.3: ancora oggi, molte persone LGBT devono affrontare molte sfide, soffrire abusi e discriminazioni a livello famigliare e sociale
Vero. Le statistiche sono dolorose. Il suicidio è la terza causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 24 anni. I giovani LGBT sono quasi 4 volte più propensi a suicidarsi rispetto agli eterosessuali, e il 40% dei giovani transgender ha tentato il suicidio ad un certo punto della sua vita.
Testo originale: MYTHS & REALITIES