Houston 1991, l’assassinio di un giovane gay e un vescovo coraggioso
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 14 agosto 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
“Questo mese nella storia dei cattolici LGBT” è la nuova rubrica di Bondings 2.0 per far conoscere ai lettori la ricca storia – in positivo e in negativo – degli ultimi quarant’anni di battaglie per l’uguaglianza dei cattolici LGBT. Speriamo che sia d’aiuto alle persone mostrando loro quanto la Chiesa sia andata avanti, dove è regredita e quanto lontano dobbiamo ancora arrivare. Una volta al mese la redazione di Bondings 2.0 posterà un pezzo di storia degli ultimi trentotto anni dei cattolici LGBT. Setacceremo le edizioni dell’antenato di Bondings 2.0, Bondings, la newsletter di New Ways Ministry in formato cartaceo. Abbiamo iniziato a pubblicare Bondings nel 1978 e sfortunatamente, dal momento che i numeri sono solo cartacei, in molti casi non potremo reindirizzare il lettore alla fonte delle notizie.
1991: L’assassinio di Paul Broussard
Nel 1991 il pestaggio a morte di un giovane gay di Houston provocò la reazione veemente del vescovo locale, che affermò che odiare gli omosessuali “significa offendere Dio”.
Paul Broussard venne picchiato brutalmente da dieci giovani – nove dei quali erano ancora liceali – mentre lui e i suoi amici stavano uscendo da un nightclub di Montrose, noto come il quartiere gay di Houston, alle prime luci dell’alba del 4 luglio 1991. Broussard era a pochi isolati da casa sua e durante l’attacco venne pugnalato mortalmente ben due volte.
I primi soccorsi furono lenti ad arrivare, cosa normale in quel periodo per gli incidenti a Montrose, a causa della paura dell’AIDS. Il medico legale dichiarò poi che la causa della morte di Broussard era da ricercarsi nel “ritardo degli aiuti”. Nei giorni seguenti il capo della polizia dichiarò di non avere intenzione di indagare, innescando così marce di protesta davanti alla casa del sindaco da parte della comunità gay, che si protrassero per diversi giorni. Queste proteste diventarono la più grande dimostrazione per i diritti LGBT della storia di Houston. Infine, i criminali vennero arrestati e la difesa iniziò a negoziare la detenzione.
Il 9 agosto di quell’anno, proprio nel mezzo del tumulto, il vescovo [cattolico, n.d.r.] di Houston Joseph Fiorenza prese una decisione senza precedenti, dicendo chiaro e tondo di condannare la brutalità dell’aggressione. Nessun vescovo prima di allora aveva denunciato un pestaggio a un gay in maniera così esplicita. Sulle colonne del Texas Catholic Herald, in un articolo intitolato “La morte di Paul Broussard” monsignor Fiorenza dichiarò: “Odiare gli omosessuali equivale ad offendere Dio, il cui amore creativo dà vita ad ogni persona, ed è una violazione degli insegnamenti della Chiesa quando essa afferma che ogni essere umano ha un incommensurabile valore ed una profonda dignità che devono essere rispettati da tutti”.
Fiorenza fornì una base teologica per questa affermazione: “… è una verità religiosa che ogni persona, a dispetto del suo stile di vita, è figlia di Dio, creato a sua immagine. L’immagine di Dio’ in ogni persona, omosessuale, bisessuale o eterosessuale, è ciò che le dà dignità ed è la ragione per cui ognuno è il soggetto dei diritti umani e civili”.
Il vescovo specificò inoltre le modalità con cui sradicare l’omofobia che aveva causato un episodio così crudele: “L’odio verso gli omosessuali, gli scherzi e i pestaggi contro i gay o il chiamare le persone LGBT con nomignoli spregiativi è una palese violazione della nostra responsabilità di amarci reciprocamente come ci ha amato Cristo. Odiare o fare violenza ad un’altra persona, non importa chi sia l’altro, perpetua il ciclo di violenza che fa sì che altri gay come Paul Broussard siano brutalmente uccisi solo perché si pensa che siano omosessuali. Per carità di Dio, nella nostra comunità questo non deve più succedere”.
Monsignor Fiorenza raccontò anche alcune delle sue esperienze recenti, che gli avevano chiarito meglio l’omicidio di Broussard: “Poco dopo il fatto ho visitato l’Europa centrale e Berlino, dove ho visto le prove dell’antisemitismo neonazista. Non possiamo dimenticarci che la demoniaca malvagità del nazismo ha condannato alle camere a gas anche gli omosessuali. Hitler voleva che fossero eliminati. Dio non voglia che l’odio nazista per gli omosessuali si infiltri anche nella nostra comunità. È possibile, se non stiamo allerta per questo pericolo e manchiamo di insegnare la dignità, voluta da Dio, di ogni persona”.
Con un atto coraggioso, il vescovo riconobbe anche che la mancata proclamazione di questa verità era parte del problema che aveva provocato il pestaggio dell’uomo: “Le nostre tradizionali istituzioni di mediazione [congregazioni religiose, scuola e casa] hanno fallito il loro compito se qualcuno può pensare che il ‘pestaggio di un gay’ possa essere un diversivo accettabile o, quel che è peggio, se i singoli membri di tali congregazioni e della scuola hanno sviluppato l’odio per gli omosessuali”.
Il vescovo sottolineò anche che la Chiesa dovrebbe proclamare in modo più forte l’insegnamento sulla dignità umana: “La Chiesa ha sempre fatto una chiara e importante distinzione tra l’orientamento omosessuale e l’attività sessuale ad esso legata. Essa non deve condannare e non condanna le persone che hanno tale orientamento. Inoltre, ogni fede religiosa insegna che gay e lesbiche devono essere rispettati e amati come fratelli e sorelle della famiglia umana e che ogni attacco nei loro confronti è una violazione dei principii religiosi. Guardando alla tragica morte di Paul Broussard è ora, per tutte le fedi religiose, di riaffermare con forza questo insegnamento per farlo capire chiaramente e, si spera, per prevenire altre morti di gay a causa di pestaggi”.
L’esempio del vescovo Fiorenza è una chiara testimonianza che dovrebbe motivare i suoi colleghi vescovi di tutto il mondo a parlare chiaramente contro la violenza inflitta alla comunità LGBT. Questa lezione è particolarmente importante per i vescovi che continuano a dirsi d’accordo con leggi che criminalizzano e penalizzano severamente gay, lesbiche e transessuali. L’insegnamento sulla dignità umana è chiaro e per niente ambiguo. La sua applicazione a queste situazioni dovrebbe essere altrettanto chiara e per niente ambigua.
Testo originale: The Murder of Paul Broussard: A Catholic Bishop Speaks Out