Il cammino di Noi genitori cattolici con i gruppi di cristiani LGBT
Riflessioni di Elena e Enrico del gruppo “Davide” di Parma per genitori cattolici con figli LGBT e i loro amici
Volevo portare alla vostra attenzione le riflessioni che io ed Enrico abbiamo fatto circa la nostra decisione di voler uscire dalla nostra comunità per andare a frequentare nel resto dell’Italia le comunità cattoliche lgbt e le loro iniziative d’incontro. Le motivazioni che ci hanno spinto sono essenzialmente tre:
La nostra crescita come persone, come coppia e come genitori. Abbiamo pensato che entrando in questo mondo nuovo, per noi completamente sconosciuto, avevamo tutto da imparare e quale occasione migliore se non quella di partecipare alle varie iniziative dei gruppi cattolici lgbt nelle varie parti d’Italia per poter osservare, ascoltare, capire, imparare da loro, per poterli conoscere e cercare di comprenderli e di capirli. Loro hanno aperto a noi il loro cuore e ci hanno permesso di conoscere le loro emozioni, paure, gioie, difficoltà e questo ci ha permesso di capire il loro punto di vista di metterci nei loro panni ed è stato sconvolgente, pieno di sofferenza e ricco di amore per noi e per loro.
Per aiutare e stimolare altri genitori e aiutare i ragazzi stessi. La figura del genitore ricopre un ruolo molto importante tra i ragazzi: gli da sicurezza, conforto, sostegno. Nel giro di pochi minuti ci siamo ritrovati ad essere genitori di tutti e loro rivolgersi a noi come figli. Noi sostituiamo per qualche ora quei genitori che non li hanno accettati; quei genitori che si sono allontanati o che li hanno allontanati perché non rispondenti alle loro aspettative; quei genitori che tutti i giorni gli rinfacciano di essere sbagliati; quei genitori che li hanno insultati, picchiati e rifiutati in maniera violenta; ed ecco siamo lì con loro e gli apriamo le braccia e il cuore per accoglierli accettarli e valorizzarli per quello che sono, perché sono belli e validi così, senza dover cambiare niente, proprio perché sono così!!!
Ci siamo resi conto da subito che per loro l’incontrarsi con noi è importante, liberatorio, li pone di fronte ai genitori tanto temuti e tanto amati. Questa volta però sono sicuri di essere accolti ed accettati senza riserve, lo sanno già, e questo gli da la possibilità di aprirsi, di chiedere e di informarsi sul loro comportarsi e le loro reazioni. Tutto questo per loro è altamente terapeutico ed alla fine della giornata sono più sereni e rilassati con un pò più di gioia nel cuore.
Dall’altra parte la nostra presenza ha fatto pensare a molti ragazzi che potremmo essere d’esempio e d’aiuto ai loro genitori. Anche i loro genitori potrebbero riunirsi in gruppi e avvalersi dell’aiuto e del confronto con altri genitori e l’idea di formare dei gruppi di genitori nelle altre città per pregare e camminare insieme ci è stata proposta diverse volte. Sempre nel pensare ad un modo per coinvolgere i genitori ci è venuto in mente la proposta di organizzare una giornata o un fine settimana solo per i genitori tipo convegno per confrontarsi raccogliere le forze e vedere cosa si può costruire insieme e nelle altre città.
Finalità. Io ed Enrico siamo convinti che il cambiamento della mentalità comune sul tema dell’omosessualità nel mondo cattolico ma non solo, anche nel mondo civile, passi attraverso i genitori. Oramai è stata sdoganata dalla CEI la pastorale delle famiglie con figli lgbt bisogna solo aspettare e vedere se e come i vari vescovi la attueranno nelle varie diocesi . Il primo ostacolo da rimuovere è l’omofobia che permea tutta la chiesa e la società. Certamente noi non facciamo miracoli o magie ma la nostra testimonianza, diffusione e presenza in varie realtà non fa che sostenere e stimolare questo cammino.
I genitori vengono rispettati da tutti, di fronte ai genitori anche le persone più ostinatamente omofobiche si fermano e ascoltano, possono non essere d’accordo ma non offendono. La nostra possibilità di dialogo è maggiore rispetto a quella degli omosessuali che non vengono spesso rispettati e ascoltati. Noi rappresentiamo quel mondo eterosessuale che accetta e accoglie, siamo il primo esempio di inclusività. Questa forza va usata in tutta la sua potenzialità: nel dialogo con i parroci, i vescovi ma anche più su gerarchicamente se ce ne fosse l’occasione.
Noi siamo a Parma il primo ed unico gruppo in Italia di Genitori cristiani con figli LGBT e non possiamo rimanere seduti sul divano ad aspettare!