In India i cattolici fondano una scuola aperta agli studenti transgender
Articolo di Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 5 gennaio 2017, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
In India, i sacerdoti cattolici, hanno formato recentemente, un gruppo che offre cura pastorale alle persone transgender e, come riportato da ucanews.com, si sono spesi per fondare una nuova scuola per gli studenti transgender. Nello stato indiano del Kerala, il clero, i religiosi e i laici si sono uniti per dare inizio ad “uno dei pochi programmi di sensibilizzazione per la comunità transgender promossi dalla Chiesa indiana“.
Secondo padre Paul Madassey, a capo del Kerala Catholic Bishops’ Council’s Pro-Life Support, sotto il cui patrocinio si svolge il progamma, nello stato le persone transgender sono particularlmente vulnerabili e, dal momento che sono discriminati ed economicamente svantaggiati, sono preda dei trafficanti sessuali.
Padre Madassey spiega che questa iniziativa è stata ispirata dalla chiamata di papa Francesco ad accompagnare la comunità LGBT e che “l’intera Chiesa ha un grande ruolo da giocare” nell’offrire tale aiuto.
Uno dei progetti del gruppo è quello di aiutare a fondare una nuova scuola, inclusiva delle persone transgender, che si chiama Sahaj International School e che si è aperta la scorsa settimana con dieci studenti in attesa di conseguire il diploma. Catch News spiega anche che:
“Diretta da sei [persone transgender] della TransIndia Foundation e con al timone l’activista Vijayaraja Mallika, la scuola garantisce di provvedere servizi abitativi di breve periodo, testi gratuiti, toilette ‘neutre’, pasti per chi ne ha bisogno, e un tutoraggio per passare la classe X e la XII…
“Mallika dice che l’insistere sullo zir [un pronome possessivo di genere neutro] ha come scopo l’introduzione di un’educazione più inclusiva… e che ‘stiamo dando loro lo spazio per un’educazione sicura ed efficace'”.
I bisogni di una scuola come questa sono immensi. Secondo Mallika infatti, dei circa 25.000 transgender dello stato di Kerala, il 57% non ha finito il liceo. Ci sono anche problemi di discriminazione sociale, ripudio da parte della famiglia e di linguaggio denigratorio.
Mallika, che aveva precedentemente lavorato per la cura pastorale delle persone transgender con l’arcidiocesi di Bombay, ha affermato che la Chiesa ha “aiutato parecchio” e che la “[r]eligione gioca un ruolo importante nel cambiamento sociale e di comportamento a livello della base”. Il ruolo della Chiesa nella scuola, secondo ucanews.com, è stato strumentale:
“A metà dicembre, le sorelle della Congregation of Mother Carmel, ci hanno offerto i loro immobili per poter dare il via ad una scuola esclusiva, la prima del genere nel paese, che oltre ad accogliere studenti transgender, ha tra i suoi alunni anche ragazzi che in precedenza avevano abbandonato la scuola“.
Padre Madassey dice che “le suore hanno offerto la loro sede dopo che almeno una cinquantina di immobiliaristi avevano negato loro i loro palazzi, mostrando la discriminazione prevalente della società (indiana)“.
L’attività nel Kerala arriva immediatamente dopo che la Caritas India, l’agenzia ufficiale di sviluppo dei vescovi, aveva annunciato che si sarebbero poste in essere una politica più inclusiva e e dei programmi di sensibilizzazione nei cofronti delle persone transgender. Sebbene l’approccio di Caritas India non sia perfetto, l’annuncio del programma è una chiave di volta per la Chiesa globale.
In Indià la Chiesa cattolica è molto rispettata per le sue opere caritatevoli, nonostante i cattolici siano meno de 2% dell’intera popolazione. La Chiesa ha avuto delle parole positive per la comunità LGBT, anche quando il cardinale di Bombay Oswald Gracias è intervenuto due volte contro la criminalizzazione delle persone omosessuali. In un’intervista esclusiva a Bondings 2.0, Gracias ha affermato che la Chiesa abbraccia, vuole e ha bisogno delle persone LGBT.
Virginia Saldanha, una laica indiana che aveva precedentemente guidato l’Office of Laity for the Federation of Asian Bishops’ Conferences, ha detto che il sinodo sulla famiglia del 2015 avrebbe avuto bisogno di portare le persone LGBT “in piena luce”.
In questa settimana, ho suggerito che i risultati del sondaggio del US Transgender Survey del 2015 fossero un utile esame pastorale per tutti i cattolici sulla nostra consapevolezza e il nostro appoggio all’uguaglianza tei transgender nella Chiesa. Gli sforzi fatti in India sono modelli utili anche per sapere come la Chiesa potrebbe e dovrebbe rispondere agli urgenti bisogni pastorali della comunità trans – e di come noi possiamo essere più aperti ai doni e ai contributi che i transessuali cattolici possono dare alla nostra missione ecclesiastica.
Testo originale: Catholics in India Help Found New School for Transgender Students