Quando a “Camminando s’apre cammino” le parole si fanno preghiera
Riflessioni di Roberto un genitore del Gruppo TuttiFiglidiDio di Mestre su Camminando s’apre Cammino, la tre giorni per cristiani LGBT, i loro genitori e gli operatori pastorali (Sestri Levante, 31 maggio-2 giugno 2019)
L’ultimo giorno del nostro incontro di Sestri Levante, nella riunione del gruppo per la preparazione della preghiera dei fedeli, si è scelto che ciascuno di noi riassumesse in una sola parola la sensazione più profonda colta nella tre giorni di Camminando s’apre Cammino.
L’insieme di tutte le parole avrebbe costituito l’ossatura su cui costruire la preghiera. Si voleva, infatti, che la preghiera fosse il distillato di quanto ciascuno di noi nella propria spiritualità, e tutti insieme nella comunione di sentimenti, aveva provato nella breve ma intensa esperienza di Sestri.
Iniziò Maurizia con la parola gioia, la gioia che traspariva nel sorriso e nella serenità di tutte le persone alla conclusione della straordinaria esperienza della tre giorni;
seguì Roberto con umanità, quella grande umanità che si respirava e che ha permesso a tutti di comprendere ed entrare in comunione con le sofferenze altrui;
Massimo con accoglienza, ha voluto sottolineare l’accoglienza che ha permesso a tutte le persone, di qualunque genere, colore, età, provenienza, classe sociale e titolo di studio, di poter dialogare, alla pari, senza timore e soggezione, avendo consapevolezza di essere accolto nel cuore di ciascuno;
Michele con ascolto, già, perché molte sono state le occasioni per ascoltare, in religioso silenzio, senza pregiudizi o atteggiamenti di superiorità, quanto ciascuno si sentiva di confessare;
poi ancora Edoardo con condivisione, perché tutti hanno condiviso e sofferto le sofferenze di ciascuno, le speranze di un mondo migliore, la gioia di ritrovarsi e condividere le rispettive esperienze di vita;
Sebastiano con la parola libertà ha espresso il sentimento di grande liberazione provato da lui come da tutti gli altri nel potersi esprimere liberamente, senza che alcuno si sentisse giudice per giudicare, condannare o assolvere;
l’amore fraterno espresso da Francesco è quello che ha pervaso tutta la comunità dei tre giorni di Sestri, un amore fraterno che si è rivelato nella sua essenza al momento del commiato, quando fra scambi di numeri di telefono, baci e abbracci, nessuno ha potuto nascondere gli occhi lucidi di lacrime;
con l’orgoglio dei propri sentimenti, delle proprie sensibilità affettive, Giulio ha voluto sottolineare la necessità di sentirci vivi, integrati, accolti senza discriminazioni ed emarginazioni, ma come componenti preziosi della comunità;
ed infine Alberto con missione, perché l’esperienza qui vissuta non rimanga solo patrimonio dei 107 partecipanti, ma diventi stimolo per penetrare la società civile e la Chiesa e rompere quei forti pregiudizi che purtroppo ancora permangono nei confronti delle persone dalle più ampie affettività.
Si è deciso quindi di formulare la preghiera in tre momenti: ringraziamento, invocazione e impegno. Ne è risultato un breve scritto, molto intenso, che a nostro avviso raccoglie la sintesi del nostro Camminando s’apre cammino di Sestri Levante:
“Signore, ti ringraziamo
per l’esperienza vissuta in un ambiente di amore fraterno, con grande umanità,
nella condivisione di aspetti intimi della nostra esistenza;
ti preghiamo
perché l’esperienza di accoglienza ed ascolto
qui vissuta
che si è trasformata ora in gioia
diventi, usciti di qua,
missione
portata avanti con orgoglio
per fecondare la società civile e la Chiesa,
affinché vengano riconosciute e valorizzate
le molteplici forme del tuo amore.”