Una nonna cattolica chiede ai Vescovi della sua chiesa di trattare con dignità le persone omosessuali
Articolo di Michael Jones, Change.org (Stati Uniti), 30 Novembre 2010, liberamente tradotto da Pina
Bisogna amare i fedeli della Chiesa cattolica che si permettono di contestare l’omofobia istituzionalizzata all’interno delle fila dei vescovi statunitensi.
Abbiamo visto gli artisti mobilitarsi contro la chiesa cattolica del Minnesota (USA) capace di spendere montagne di denaro per tentare di togliere i diritti a gay e lesbiche, piuttosto che per combattere la fame o fornire case ai senza tetto.
Abbiamo visto le suore dell’Illinois reagire alle pressioni della Chiesa istituzionale perchè si schierassero contro la legge delle unioni civili. E, ora, abbiamo una madre e nonna cattolica del Tennessee che chiede alla Chiesa cattolica di sostenere il diritto dei gay di ricevere la Comunione. E’ la testimonianza sincera di una donna che vede nell’opera anti-gay dei leader della Chiesa nient‘altro che blasfemia.
“Sono una madre e nonna cattolica ed ogni giorno indosso una spilla arcobaleno. Lo faccio per ricordare alla gente di porre fine alla retorica che causa la prepotenza nei confronti dei gay, per ricordare di trattare i nostri figli con dignità”, dice Deb Word in un video. “Non penso che essere un’attivista gay sia una cosa cattiva”.
La signora Word ha creato una cartolina che ha inviato ad ogni vescovo cattolico degli Stati Uniti con l’esortazione a togliere il divieto alla Comunione per i gay, a smettere di combattere gli sforzi per superare l’uguaglianza del matrimonio, a smettere di incoraggiare le comunità a discriminare gay e lesbiche e ad aprire i cuori e la mente e a costruire una chiesa davvero globale.
E’ buffo come i fedeli come la signora Word realizzino i principi dell’insegnamento cattolico sociale mentre la gerarchia della chiesa cerchi di liberarsi dei propri obblighi per costruire una società fondata sulla dignità. Se solo potessimo premere l’interruttore e lasciare che i fedeli guidino la chiesa al cambiamento! La cartolina inviata dalla signora Word conteneva un messaggio molto semplice eppure forte per i leaders cattolici:
“La cartolina dice: „Caro vescovo, trovo un alloggio ai giovani gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT) rifiutati (finora otto persone, quest’anno); ho medicato un bambino che era stato picchiato; ho pregato accanto al corpo senza vita di un ragazzo che aveva tentato il suicidio.
Do un tetto, nutro, consiglio e amo questi ragazzi… e ricordo al clero di non dir loro di trovarsi ai limiti dell’inferno a causa del proprio orientamento”, dice la signora Word.
“Vescovo, mi può chiamare attivista gay e lo sono e le chiederei di unirsi a me. Nella sua diocesi ha un riparo per i giovani gay, lesbiche, bisex e trans (GLBT)? Inserisce delle clausole di non discriminazione nelle assunzioni e nelle scuole?”
Se questi vescovi mettessero davvero in pratica la larghezza di vedute e la profondità del Cattolicesimo avverrebbe tutto questo, poichè nulla è più importante nella fede che amarsi tutti, anche i nemici, oltre tutti i limiti.
Testo originale: The Catholic Grandmother With a Powerful Message for Her Church on Gay Rights