Così come sono. Incontro con Fabiana, una consigliera comunale lesbica
Dialogo di Katya Parente con la consigliera comunale di Reggio Emilia Fabiana Montanari
Lei è Fabiana Montanari, consigliera comunale per il Partito Democratico nel Comune di Reggio Emilia, prima donna dichiaratamente lesbica dell’amministrazione, balzata agli onori della cronaca per uno scatto di forte impatto visivo su Vogue. Iniziamo la nostra intervista proprio con una domanda in proposito.
Te l’avranno chiesto in tanti: perché la foto su Vogue?
La foto su Vogue è stata una bella sorpresa! Con una nostra cara amica fotografa, Greta Guidotti, abbiamo deciso di fare qualche scatto della nostra gravidanza, come ricordo personale. Successivamente abbiamo pensato che quelle foto avrebbero potuto dare speranza a migliaia di persone LGBTQI*+ della nostra città. In Italia è complicato per noi intraprendere un percorso di genitorialità, ma non è impossibile.
Molte persone LGBTQI*+ negli anni hanno rinunciato a malincuore a diventare genitori, ma altrettante persone, soprattutto giovani, sognano di diventarlo in futuro. Vogue Italia ha visto la nostra foto, pubblicata su photoVogue dalla fotografa, ed è stata scelta come “Best of Vogue”.
Da dove ti arriva la passione per la politica?
La passione per la politica mi è stata passata da mio nonno Elio, quando ero piccolina lui mi portava sempre a tutte le commemorazioni per i caduti, in piazza per il 25 aprile, il 1° maggio. Lui e mia nonna Irene hanno insegnato a me e ai miei cugini l’importanza del volontariato, già dai 6 anni andavamo allo stand “Il panino” della Festa dell’Unità a fare servizio. Una delle esperienze più belle della mia vita che ricorderò con gioia.
In che modo nella tua vita si intrecciano privato e pubblico?
Nella mia vita l’equilibrio tra il pubblico e il privato è cambiato molto. Sono sempre stata del parere che per noi, comunità LGBTQI*+, la visibilità è tutto, ci permette di farci conoscere alla cittadinanza per quello che siamo e abbatte gli stereotipi e i pregiudizi che ci riguardano.
Nonostante continui ad essere un attivista per i diritti civili e umani, apertamente lesbica, con gli anni ho notato che mi sono un po’ chiusa. Molti aspetti della mia vita privata ora li tengo per me. Non so se è dato dall’età o dalla voglia di non essere più giudicata, che mi ha portato a chiudermi. Quando ero più giovane ero più spavalda e combattiva, mi spiace avere un po’ perso queste due mie caratteristiche. Spero di recuperarle.
Sei la prima donna dichiaratamente lesbica che siede nella giunta comunale di Reggio Emilia…
Sì, sono la prima persona dichiaratamente lesbica che siede in consiglio comunale. È strano, perché siamo nel 2020 e sono la prima… non ci crede nessuno. Sicuramente negli anni ci saranno stati altri consiglieri e consigliere lesbiche, gay, bisessuali o intersessuali, ma non lo hanno dichiarato. Ecco, io vorrei specificare che per essere visibili e liberi non è essenziale dichiarare “Ciao, sono Fabiana e sono lesbica”, come se fosse un’etichetta da attaccarsi in fronte.
Basta semplicemente comunicare con trasparenza e sincerità, nelle normali conversazioni che si hanno tra amici, colleghi, parenti, chi si è veramente. Come fanno quotidianamente gli eterosessuali, senza averne coscienza perché per loro è normale farlo, e nessuno gliel’ha mai fatto notare.
So che non è facile perché nel mondo della politica c’è ancora molta omofobia e misoginia, ma se facessimo tutti e tutte uno sforzo, potremmo cambiare le cose e vivremmo con più serenità.
Sei molto giovane. Come ti vedi tra vent’anni?
Faccio sempre fatica ad immaginarmi nel futuro, perché io sono abituata a vivere giorno per giorno.
Non so come sarò tra vent’anni, mi piacerebbe però essere come adesso, una donna libera con un lavoro, la mia famiglia e tanti amici. Ecco, se avessi anche due lire in più, per poter fare qualche viaggio e conoscere altre parti del mondo, non mi dispiacerebbe.
È bello parlare con una donna giovane, realizzata, consapevole del contributo che può dare alla società civile. Un esempio e una speranza non solo per la comunità LGBTQI*+, ma per tutta quella parte sana della collettività che, pur tra mille difficoltà, cerca di rendere migliore il mondo in cui vive. Grazie Fabiana!