Il complesso rapporto delle persone queer latinoamericane con la chiesa cattolica
Articolo di Yvette Montoya pubblicato sul portale Yahoo! Life (Stati Uniti) il 27 aprile 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
I Latinxs [forma neutra di Latinos, Latinas, ovvero gli Statunitensi originari dei Paesi latinoamericani, n.d.t.] costituiscono il 34% degli Statunitensi cattolici adulti. La Chiesa Cattolica nel 2022 ancora non riconosce il matrimonio omosessuale, e i cattolici latini tendono ad essere più allineati a ciò che decide la Chiesa dei cattolici statunitensi di origine europea, e tendono maggiormente anche a considerare certi comportamenti, come l’omosessualità, peccaminosi. Per molte persone cattoliche, latine e queer destreggiarsi tra la Chiesa, la fede, la comunità e il benessere emotivo è un po’ come camminare su un filo.
Negli ultimi anni papa Francesco ha fatto molti passi avanti nel riconoscimento delle persone queer all’interno della Chiesa, o perlomeno ha creato degli spazi perché ci possa essere una pastorale. Agli inizi del suo papato ha dichiarato “Se qualcuno è gay, e cerca il Signore, e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicare?”, ed è poi arrivato a ringraziare pubblicamente la fondatrice di New Ways Ministry, suor Jeannine Gramick, a cui in passato era stato proibito di lavorare con le persone LGBTQ+ cattoliche. Tuttavia, questo Papa ha confermato la dottrina che impone la castità alle persone LGBTQ+, e si riferisce agli atti omosessuali come “disordinati”; anche la proibizione di benedire le unioni omosessuali ha deluso molte persone che speravano in Francesco.
Se il Vaticano rifiuta di cambiare idea sull’omosessualità, in che modo le persone LGBTQ+ si adattano e vivono in una religione che non solo vorrebbe espellerle, ma persino distruggerle? La risposta conosce molte sfumature, e le persone cattoliche, latine e queer che si tengono aggrappate alla loro fede e alla loro parrocchia, lo fanno per una molteplicità di ragioni.
Famiglia e parrocchia: accettazione o tolleranza?
Quando Andy Ruiz è uscita allo scoperto come trans, la prima cosa che sua madre ha fatto è stata trovare una parrocchia che avrebbe potuto amarla e accettarla: “La mia identità queer è stata la ragione per cui mia mamma si è data da fare per trovare una parrocchia che potesse sostenere [me e la mia famiglia]. Uscire allo scoperto come trans nella mia famiglia è stato come dire ‘Be’, se il prete dice che puoi farcela, faccela’” dice ridendo. La famiglia di Andy viene da un piccolo pueblo [villaggio] di Guanajuato, in Messico, e il suo cattolicesimo è fortemente intriso di credenze indigene, tradizioni locali e culto di divinità femminili: “Ho l’opportunità di vedere un altro lato del cattolicesimo. Noi crediamo negli spiriti e in santi che non sono riconosciuti dalla Chiesa […] Quando ero bambina mia mamma mi diceva sempre di non prendere la Bibbia così com’è, e di non impararla da nessuno”.
Le persone queer latine non costituiscono un gruppo monolitico; hanno comunque una certa tendenza a preferire le parole di Gesù all’accettazione da parte della Chiesa. Per coloro che vengono da famiglie o parrocchie che accolgono la loro identità, è più facile rimanere fedeli alla Chiesa, nonostante le direttive vaticane: “Mi importa quello che ha detto Gesù. Gesù era un nero, un anarchico, un immigrato clandestino che voleva distruggere lo Stato, un anticapitalista che parlava di comunità e di amore per il prossimo” dice Victoria Jiminez, di genere non binario.
Victoria proviene da una famiglia cubana molto severa, che non l’accetta. La sua personale spiritualità è ciò che le ha permesso di andare avanti nonostante le offese rivolte alle persone LGBTQ+: “Che cos’hai quando sei omosessuale, se non il tuo monologo interiore e la tua spiritualità? E non puoi fare affidamento sulla comunità, perché conosci le loro reazioni: i bambini interiorizzano tutto questo. Cresciamo ascoltando questa roba. Alcune persone hanno delle famiglie fantastiche, ma le interpretazioni [delle Scritture] sono molto diverse tra loro”.
Tutti scegliamo e scartiamo
Secondo un sondaggio, il 53% dei cattolici statunitensi non ha mai letto la Bibbia, o la legge raramente. Questo induce alcuni a pensare che le loro opinioni si basino più su ciò che sentono dai sacerdoti, piuttosto che da una personale comprensione delle Scritture: “È difficile separare la cultura dalla religione. Il problema, secondo me, [è che] molti che sono fortemente credenti discriminano la comunità LGBT sulla base di ciò che credono sia la dottrina, ma la maggior parte di loro non ha studiato la Bibbia” dice Yunuen Trujillo, una responsabile laica lesbica che ha appena pubblicato il libro LGBTQ Catholics: A Guide to Inclusive Ministry (Le persone LGBTQ cattoliche. Guida al ministero inclusivo).
Per comprendere la presenza queer nella Chiesa Cattolica, forse è utile guardare all’esempio che danno i cattolici non queer: “Tutti scegliamo e scartiamo [dalla Bibbia e dalla dottrina]. Per quanto riguarda le identità queer, tutti vi diranno che la dottrina dice una determinata cosa, ma cos’ha da dire sull’aiutare i poveri? Ci sono più versetti biblici su questo argomento che su qualunque altro” afferma Yunuen.
Secondo un’analisi condotta su dati del governo federale dell’ultimo decennio, l’89% delle donne cattoliche che non si sono mai sposate ha avuto rapporti sessuali, e praticamente il 100% di esse ha usato metodi anticoncezionali: tutte cose proibite dalla Chiesa. Secondo uno studio del 2020, il 25% delle donne cattoliche statunitensi ha utilizzato la sterilizzazione, il 15% i contraccettivi reversibili a lunga durata (come i dispositivi intrauterini) e il 25% i metodi ormonali (come la pillola); inoltre, il 24% delle donne che hanno abortito nel 2014 si identificavano come cattoliche.
Molte persone queer cattoliche si chiedono: perché fissarsi su queste odiose interpretazioni delle Scritture e chiudere invece un occhio su altri “peccati” come l’abuso di minori, la discriminazione delle donne, i genocidi e la colonizzazione approvati dal Vaticano? L’episodio biblico di Sodoma e Gomorra è il più citato per giustificare l’omofobia, ma secondo molti è un episodio aperto a varie interpretazioni.
“All’università, una delle cose più affascinanti che il mio professore mi ha insegnato è che le traduzioni dell’Antico Testamento, le Scritture ebraiche, sono davvero pessime. Il Nuovo Testamento afferma che la sodomia e l’omosessualità hanno fatto radere al suolo [la città], ma nella Torah si parla di uno stupro [non di omosessualità]. Questo errore di traduzione forse ha cambiato drasticamente il mondo in cui viviamo. Lo stupro viene considerato un atto talmente vigliacco, che a causa sua Dio decide di distruggere una città? Immaginate se questa, oggi, fosse la nostra morale!”.
“La mia relazione con Dio può esistere benissimo senza la Chiesa”
Spesso le persone cattoliche queer latine, per rimanere nella Chiesa, devono nascondere la loro sessualità, oppure cercare di vivere la “castità”, ma non è affatto raro che trovino una parrocchia accogliente, oppure che abbandonino la Chiesa: “Vuoi stare nella comunità, però vuoi anche essere te stessa. Ma non si dovrebbe essere costrette a scegliere. I genitori non dovrebbero essere costretti a scegliere tra la Chiesa e i loro figli, così le persone omosessuali non dovrebbero essere costrette a scegliere tra avere un* compagn* (e vivere una vita felice e sana) e continuare a stare nella comunità in cui sono cresciute. Perché mai dovrebbero perderla? Non è giusto” dice Yunuen Trujillo.
Esistono delle directory di parrocchie che accolgono, ma possono non essere aggiornate, e per alcune persone i molti tentativi (con i relativi fallimenti) di trovare sacerdoti aperti possono essere emotivamente pesantissimi. Le persone LGBTQ+ cattoliche possono essere tentate di abbandonare la Chiesa, oppure di unirsi a una chiesa domestica, un gruppo di persone che organizza riunioni di culto in case private. Molte persone invece rimangono e combattono per i loro diritti nell’ambito della Chiesa, ma secondo Yunuen c’è ancora molto cammino da fare nella Chiesa e nella cultura latina.
Yunuen afferma anche che non c’è nessuna vergogna ad abbandonare la Chiesa se si soffre mentalmente ed emotivamente: “Non bisogna andare in chiesa per essere cattolici. Il cattolicesimo e il cristianesimo [in generale] hanno in comune molta teoria, [ma] l’unica cosa che conta è ciò che ha detto Gesù. Quando leggo il Vangelo, [Gesù] mangiava assieme alle persone discriminate, parlava con le donne, e faceva di loro delle leader. Infrangeva tutte le regole, faceva l’opposto di quelle che erano le regole religiose e sociali del tempo. Devi amare te stessa, e amare gli altri: ecco ciò che giustifica il rimanere nella Chiesa. È questo il più grande insegnamento”.
Testo originale: Why Queer Latinxs Aren’t Giving Up on the Catholic Church