Tre volte genitori. Quando i genitori cristiani incontrano i loro figli LGBT
Testimonianza di Corrado e Michela Mattia del gruppo “Davide” di Parma per genitori cattolici con figli LGBT sull’incontro con i genitori cattolici con figli Lgbt “Tre volte genitori. Due volte figli” (Firenze, 25 febbraio 2017)
- dare un volto alle persone. Questa è la prima è fondamentale cosa da fare. Infatti incontrare di persona le voci che magari si sono conosciute telefonicamente e potersi guardare negli occhi è veramente una esperienza “umana”. Questo abbiamo fatto con Santina e Roberto di Livorno, con mamma e papà di Pietro di Firenze, con i genitori Cimetto di Civitavecchia, con Valeria e Aldo di Reggio Emilia, con i genitori di Bari, di Torino, Paola di Scandicci. Dare un volto, guardare come si è guardati, è davvero l’esperienza fondamentale di ogni relazione.
- Un’altra emozione è stata incontrare tanti ragazzi del gruppo di cristiani LGBT Kairos, poter parlare con loro nel coffee break e durante l’incontro successivo, purtroppo non durante la cena, perché siamo dovuti ripartire. I ragazzi guardavano noi quasi con stupore e noi loro con ammirazione. Li vedevamo belli, come nostri figli.
Queste emozioni si fondono con la riflessione che, incontrarsi tra genitori e figli, apre una stagione nuova nei giovani e nelle giovani cristiani LGBT italiani e noi loro genitori fa sempre più scoprire le loro difficoltà le loro gioie le loro speranze e a loro e fa scoprire una cosa fondamentale tra le altre: che quando i figli non si rivelano tolgono ai loro genitori la possibilità di diventare migliori.
Occorre quindi lasciar cadere assolutamente il pensiero: “non lo faccio perché li farò soffrire”. Questo è un pensiero che ha solo parziali radici di verità. Può rimanere in piedi il forte timore di essere cacciati di casa, ma questo dipende da caso a caso e ognuno dovrà valutare; noi ci batteremo come genitori per aiutare gli altri genitori a capire.
Tutti i genitori hanno portato a casa il forte convincimento dell’importanza di fare rete tra loro e di cercare di creare gruppetti di genitori nelle singole realtà partendo dal basso nonché il desiderio di fare rete per poter essere di aiuto a noi stessi e agli altri. Anche i genitori hanno avuto una maggiore consapevolezza che devono uscire dal loro armadio.